Carburanti, Urso ci prova ma sciopero resta. Benzinai divisi
Due sigle sindacali su tre confermano in pieno lo sciopero, una lo riduce da due a un giorno, nonostante sia iniziato un dialogo in Parlamento e i benzinai siano stati convocati al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per tentare una mediazione sul filo del rasoio.
Troppo poco e troppo tardi per revocare lo sciopero. Due sigle sindacali su tre confermano in pieno lo sciopero, una lo riduce da due a un giorno, nonostante sia iniziato un dialogo in Parlamento e i benzinai siano stati convocati al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per tentare una mediazione sul filo del rasoio.
Il tentativo in extremis di Adolfo Urso è stato “apprezzato“, fanno sapere i presidenti di Fegica e Figisc/Anisa. Quello che manca, però, a loro avviso è la “concretezza“: “L’annuncio dell’avvio del tavolo volto a ristrutturare la rete distributiva e ridare un piano regolatoria certo va nella direzione giusta e auspicata – ammettono -, ma le modifiche ipotizzare sul decreto, oltre a non essere sufficienti, sono ormai nelle mani del Parlamento“.
Tra le proposte del ministro una riduzione delle sanzioni nel caso di mancata ottemperanza al Decreto Trasparenza, la razionalizzazione della cartellonistica sugli impianti, la convocazione di un tavolo di filiera per affrontare i problemi storici del settore, a partire dall’illegalità contrattuale e dal taglio dei costi per le transazioni elettroniche. Urso ci ha sperato fino all’ultimo: “Penso che le nostre proposte siano assolutamente ragionevoli. Ci auguriamo che gli esercenti evitino questo disagio. Peraltro in Parlamento è iniziato il confronto questa mattina, prima del decreto attuativo del decreto legge. Il Dl è a beneficio dei gestori, proprio per far emergere le sacche di approfittatori“, ha detto a margine del tavolo al Mimit.
Restano sullo sfondo “sconti o non sconti sulle multe“, “cartelli o non cartelli da esporre“, ma soprattutto l’idea di una categoria di lavoratori che “speculano sui prezzi dei carburanti. Il che è falso e inaccettabile“, tuonano Fegica e Figisc/Anisa. Lo sciopero è quindi confermato, così come confermata è l’intenzione della categoria di “dare tutto il proprio contributo al processo di riforma, per ora solo annunciato“. Più morbida la linea di Faib Confesercenti, riunita d’urgenza: “In segno di apprezzamento del lavoro svolto dal Ministro e dai suoi collaboratori, e con l’obiettivo di ridurre il disagio alla cittadinanza, la presidenza Faib ha deciso di ridurre a un solo giorno la mobilitazione”.
Appuntamento oggi alle 11 in piazza Montecitorio a Roma, per un’assemblea dei gruppi dirigenti delle organizzazioni di categoria dei distributori di carburanti, aperta a deputati e senatori di tutti i gruppi parlamentari.
Dal lato loro, i consumatori chiedono di essere coinvolti nei tavoli con il governo e chiedono controlli a tappeto sui gestori, per accertare il rispetto della regolamentazione sugli scioperi e perché nella rete autostradale i distributori rimangano aperti almeno ogni 100 chilometri e nella rete ordinaria in numero non inferiore al 50% degli esercizi aperti nei giorni festivi. “Quanto ai benzinai, se è vero che questa volta non hanno speculato non vuol dire che non commettano gravi irregolarità – osserva Massimiliano Dona, presidente dell’Unc -. E’ vergognoso, ad esempio, che 4000 distributori non comunichino al Mise, ora Mase, i prezzi o che li comunichino in modo farlocco. Per questo le multe andrebbero quadruplicate dai vigenti 516 euro ad almeno 2000 euro a infrazione. Il Governo, invece, nel tentativo maldestro di farsi perdonare per le accuse infondate di speculazioni, ora le abbassa a 200 euro. Una beffa e una farsa!“.