Dazi, gli Usa ampliano la lista dei prodotti soggetti all’imposta del 50%: sono oltre 400

Si va dai seggiolini auto per bambini ai bulldozer e ai mobili. Lo ha deciso il Dipartimento del Commercio, spiegando di voler limitare le possibilità di aggirare la normativa

oIl Dipartimento del Commerci degli Stati Uniti ha ampliato l’elenco dei prodotti soggetti ai dazi doganali applicati all’acciaio e all’alluminio e ai loro derivati, aggiungendo centinaia di prodotti che vanno dai seggiolini auto per bambini ai bulldozer e ai mobili.

In un comunicato, l’Ufficio per l’Industria e la Sicurezza (BIS), un’agenzia che dipende dal Dipartimento del Commercio, ha elencato oltre 400 nuovi prodotti ora soggetti al dazio del 50% già in vigore dall’inizio dell’anno sull’acciaio e l’alluminio. Secondo il BIS, i dazi doganali si applicano da lunedì a tutti questi prodotti, dopo la pubblicazione di una nota nel registro federale, l’equivalente della Gazzetta Ufficiale.

“La decisione odierna riguarda gru mobili, bulldozer, attrezzature pesanti, vagoni ferroviari, mobili, compressori e pompe, nonché centinaia di altri prodotti”, ha dichiarato il ministero nel suo comunicato. Si tratta di “limitare le possibilità di aggirare” i dazi doganali esistenti, ha precisato da parte sua il sottosegretario all’Industria e alla Sicurezza, Jeffrey Kessler, citato nel comunicato.

I dazi doganali applicati dagli Stati Uniti ammontano ora in media al 20,1%, secondo i calcoli dell’OMC e del FMI, il livello più alto dall’inizio degli anni 1910, ad eccezione di alcune settimane nel 2025. Questo tasso teorico era solo del 2,4% al momento dell’insediamento di Donald Trump, il 20 gennaio 2025. Da allora, il capo dello Stato ha introdotto, in più fasi, nuove sovrattasse sui prodotti che entrano negli Stati Uniti. Queste variano dal 10 al 50% a seconda delle situazioni e dei paesi, senza contare i dazi doganali che colpiscono settori specifici (automobili, acciaio, alluminio, rame). L’acciaio e l’alluminio sono stati inizialmente oggetto di una sovrattassa del 25%, portata al 50% nel mese di giugno. Donald Trump minaccia di imporne altre in nome della protezione dell’industria nazionale (in particolare sui prodotti farmaceutici e sui semiconduttori) o per punire alcuni paesi per motivi politici.