L’assemblea degli azionisti di Enel, che si preannunciava come una delle più turbolente, si risolve con molta più semplicità del previsto.
Gli azionisti tornano in presenza dopo tre anni, nell’Auditorium Parco della Musica di Roma. Il numero dei partecipanti è tutto sommato in linea con quello di sempre, il 65,003% del capitale sociale, in rappresentanza di 34 azionisti. Ma, per la prima volta, un fondo di minoranza, Covalis (1%), presenta una lista alternativa che trova l’appoggio del fondo petrolifero norvegese Norges e propone come presidente Marco Mazzucchelli. Anche Assogestioni (1,8%) però decide di presentarne una sua. Entrambe sono alternative a quella presentata dal ministero dell’Economia, che propone Paolo Scaroni come presidente e Flavio Cattaneo come amministratore delegato.
La lista del Mef incassa il 49,1% dei voti. Tutti e sei i suoi candidati entrano in consiglio: Fiammetta Salmoni, Scaroni, Cattaneo, Alessandro Zehenter, Johanna Arbib, Olga Cuccurullo. La lista 2, quella di Assogestioni, raccoglie il 43,49% delle preferenze e prende tre candidati: Dario Frigerio, Alessandra Stabilini e Mario Corsi. Nessuno spetta a Covalis, che prende soltanto il 6,9% dei voti presenti.
Votata la lista, l’elezione di Scaroni a presidente è un plebiscito: riceve il favore del 97,2% del capitale votante.
“Non è la stagione dei gufi“, commenta a caldo il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. “Raggiunto un ottimo risultato – rileva -, migliore rispetto a tre anni fa, non semplice e scontato, che premia la correttezza e non la scorrettezza”.
Quando parla dei ‘gufi’, pensa anche ai Radicali, che fuori dall’Auditorium protestano sin dal mattino. Scaroni presidente dell’Enel, tuonano, è un pericolo. Distribuiscono volantini: “Dopo essere stato il migliore alleato di Gazprom; dopo aver sostenuto il gasdotto russo ‘South Stream’, che avrebbe tagliato fuori l’Ucraina, contro il gasdotto europeo ‘Nabucco’; dopo aver portato il nostro Paese a quantitativi record di gas importato e quindi a un massimo di dipendenza politica da Mosca; oggi uno dei principali responsabili del suicidio energetico italiano è stato designato dal governo Meloni alla Presidenza dell’Enel“, scrivono. “Scaroni ha portato avanti una serie di iniziative che hanno avvicinato l’Italia alla Russia“, ribadisce ai giornalisti il segretario, Massimiliano Iervolino, prima dell’assemblea. “Scaroni porta l’Italia nelle mani della Russia – denuncia -. Abbiamo obiettivi europei e italiani, raggiungere 70 GW di energia da fonti rinnovabili al 2030. Devono essere raggiunti anche grazie all’Enel e con Scaroni l’obiettivo si allontana, con questo tipo di nomina si va in direzione opposta“.
In assemblea, Covalis spiega la scelta di presentare una lista indipendente. Una scelta “non ‘contro’, ma ‘per’“, scandisce Fabrizio Arossa. “Per incoraggiare un dibattito aperto e trasparente a tutti gli azionisti Enel, per quella che Covalis conviene siano le condizioni ideali per far fiorire ulteriormente il dna internazionale dell’azienda“. La loro è una proposta di un consiglio indipendente che “guarda al futuro con un focus sull’accelerazione energetica ispirata agli standard internazionali. Per questo motivo, oltre a tre candidati di nazionalità italiana indicati, ne sono stati indicati uno di nazionalità statunitense e due di nazionalità spagnola“. Nulla contro il governo Meloni, tiene a precisare: “Covalis ribadisce comunque la fiducia nel sistema e nelle istituzioni italiane”.
Commosso il saluto di Francesco Starace, che esce da amministratore delegato dopo tre mandati alla guida dell’azienda. “Nove anni bellissimi“, giura. “Tutte le crisi che abbiamo affrontato si sono tramutate in opportunità“. In Enel da 23 anni: “Le ho dato tanto e mi ha dato molto, non nascondo l’emozione“. Sulla strategia adottata, rivendica tutto e non rinnega nulla. Nonostante le “turbolenze” degli ultimi anni, dalla pandemia di Covid alla guerra russo-ucraina, passando per l’intensificarsi degli eventi climatici estremi, la capacità di risposta dell’azienda ha dimostrato “resilienza“, afferma, tanto che dalla presentazione del Piano Strategico 2023-2025, lo scorso novembre, il titolo ha guadagnato il 21,3%.
Tutto, nel mondo, urla all’importanza di un sistema energetico affidabile ed Enel, ribadisce Starace, ha “sempre operato con l’obiettivo di tutelare i clienti, non registrando extraprofitti, al contrario in alcune parti del mondo internalizzando effetti negativi”.
Durante la crisi energetica, gli fa eco il presidente uscente Michele Crisostomo, l’Enel era “dal lato che ha subito, non cavalcato, la crisi, ma non ha mai mancato di proteggere famiglie e imprese con prezzi accessibili nonostante il contesto avverso. Un lavoro eccezionale“. Il gruppo si è sempre mosso per “l’indipendenza energetica” su due assi: “La decarbonizzazione e l’intensificazione dell’elettrificazione”, ricorda Starace. E’ così che la società, fa sapere, ha “garantito prezzi accessibili ai clienti nonostante l’estrema volatilità dei prezzi dell’anno scorso”. Sull’attenzione alle rinnovabili, Enel è stata “lungimirante e anche vorrei dire visionaria“, racconta l’ad uscente. “Ci abbiamo creduto molto, sappiamo che non è né la prima né l’ultima trasformazione industriale che abbiamo davanti, vediamo già i segni di quella che verrà dopo. Lo spirito critico che abbiamo ci ha permesso di affrontare con lucidità tutti i cambiamenti”.