Energia e transizione ecologica alla “Cernobbio degli imprenditori cattolici”

Da Tajani a Descalzi, tanti gli ospiti alla cena per l'inaugurazione dell'anno sociale 2023 dell'Ucid Lazio. Il presidente Riccardo Pedrizzi: "Scongiurato il disastro sulle auto, ora l'Italia si faccia sentire in Ue sulle case green"

Una serata per fare comunità, parlando dei temi di più stretta attualità, che toccano famiglie e imprese. La cena di apertura dell’anno sociale 2023 dell’Unione cristiana imprenditori e dirigenti del Lazio, avvenuta martedì 28 marzo, a Roma, è stata l’occasione per mettere allo stesso tavolo, non solo idealmente, ministri, esponenti di governo, presidenti di commissione, manager di partecipate pubbliche, consiglieri regionali e assessori del Lazio, ma soprattutto manager, ceo e presidenti di società italiane e multinazionali, oltre a banchieri e assicuratori. “Il Gota dell’economia e della finanza nazionale che si riunisce per fare comunità”, dice il presidente di Ucid Lazio, Riccardo Pedrizzi. Che definisce la serata “una sorta di Cernobbio degli imprenditori cattolici”.

Ospiti della serata, dal titolo emblematico ‘L’autonomia energetica per la sovranità nazionale’, tra gli altri, personalità del calibro di Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, e Antonio Tajani, ministro degli Esteri e vicepremier, oltre alla ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, al vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri, l’ex ministro dell’Ambiente, Luciano Galletti, il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio Cardinalizio, e il vescovo Paolo Selvadagi, consulente ecclesiastico dell’Ucid gruppo Lazio. “Da un punto di vista umano vogliamo creare delle reti di solidarietà, perché in questo momento, nel nostro Paese, c’è bisogno di fare comunità per affrontare sfide drammatiche, come quella energetica”, spiega ancora Pedrizzi. Che indica le priorità anche dell’Ucid: “Gli approvvigionamenti e la transizione energetica che ci viene proposta dall’Europa”.

Secondo l’ex senatore “Abbiamo scongiurato l’appuntamento disastroso per quello che riguarda le macchine elettriche. Il governo italiano ha fatto un buon lavoro, ha stoppato questa transizione e adesso c’è da scongiurare la transizione energetica sulle nostre case”. Perché “l’Europa vorrebbe l’efficientamento energetico per il nostro patrimonio immobiliare, il ché significherebbe andare a colpire le famiglia, anche per le piccole abitazioni, con una spesa di circa 25-30mila euro che non si possono permettere. In questo la rappresentanza italiana in Europa dovrà farsi sentire”.

Anche Tajani non si sottrae dal tema. “La guerra in Ucraina ci ha costretto a liberarci dalla dipendenza dalla Russia: i risultati sono molto positivi, c’è stata una politica molto saggia”, sottolinea il responsabile della Farnesina. Che ricorda: “L’Italia vuole diventare hub energetico nel Mediterraneo per tutta Europa, andiamo avanti, è un impegno prioritario per il governo”.

Descalzi, nel suo breve intervento, parla di sovranità energetica e autonomia, che passano da tre macrofattori: diversificazione delle fonti di approvvigionamento, infrastrutture e mix di gas e tecnologie di proprietà. La ricetta del ceo di Eni, da un anno impegnato anche nel difficile compito di aiutare l’Italia e il governo a liberarsi dalle forniture russe (Mosca “non sta dando più nulla all’Italia e molto poco all’Europa, siamo al 5-6% rispetto alla domanda“) creando una indipendenza per il nostro Paese, parte da un ragionamento molto articolato. “Siamo un grande complesso di trasformazione industriale” ma senza “energia propria, quindi siamo in una grande macchina che però non ha energia. Come se avessimo comprato una Ferrari ma non abbiamo la benzina. Questa è la situazione”. Dunque, “quando si parla di sovranità o autonomia, vuol dire riuscire ad avere l’energia necessaria per far muovere la propria macchina, le proprie imprese”. Per ovviare al problema, però, Descalzi richiama tutti alla realtà del momento: “Prima di tutto bisogna mettere i piedi per terra: il gas non può scomparire domani”.