Fare la spesa costa sempre più caro. Non è una novità. Tuttavia, spulciando i dati forniti dall’Osservatorio prezzi – città per città – fornito dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, si può andare in profondità. E notare ad esempio che il prezzo dello shampoo ha fatto un salto del 105% in un anno. Un prodotto di prima necessità, così come lo zucchero, rincarato di oltre il 60%. Una percentuale simile a quella dei tovaglioli di carta. Pochi, rari, i prodotti che invece sono calati rispetto a un anno fa. Fra questi i finocchi o le pere, questo per dire che l’ortofrutta – finito sul banco degli imputati per i rincari degli ultimi mesi – non è tutto uguale.
La scorsa settimana l’Istat aveva sottolineato che “ad aprile la fase di rientro dell’inflazione si interrompe, principalmente a causa di una nuova accelerazione della dinamica tendenziale dei prezzi dei Beni Energetici non regolamentati, il cui andamento riflette un aumento su base mensile del 2,3% (che si confronta con un -3,9% dell’aprile 2022). Nel settore alimentare, i prezzi dei prodotti lavorati, come anche quelli dei beni non lavorati, evidenziano un’attenuazione della loro crescita in ragione d’anno, che contribuisce al rallentamento dell’inflazione di fondo (che si attesta a +6,2%). Si accentua, infine, la decelerazione su base tendenziale dei prezzi del ‘carrello della spesa’, che è scesa a +11,6%”.
Nel carrello della spesa tuttavia c’è di tutto. E come è emerso dal rapporto Eurispes presentato questa mattina nell’ultimo anno sono state ridotte le spese per i regali (69,6%). Sono stati acquistati più prodotti in saldo (64,6%), vestiti in punti vendita più economici (61%), prodotti alimentari nei discount (56,2%). E molti italiani hanno cambiato marca di un prodotto alimentare se più conveniente (64%).
A Roma, nel confronto aprile 2023 su aprile 2022, gli alimentari hanno visto impennare i prezzi della birra (+38,1%), del latte scremato a lunga conservazione (+30,9%), dell’olio extra vergine di oliva (+37,3%), della passata di pomodoro (+35%), dei pomodori pelati (+40%), del riso (+42%), degli spinaci surgelati (+39,1%) e dello zucchero (+66,3%). Costa invece meno (quasi -10%) l’insalata in confezione e l’olio di semi di girasole (circa un quinto inferiore). Al reparto ortofrutta perdono terreno anche i finocchi tondi (-11,8%), i kiwi verdi (-4,7%) e le pere Abate (-15%). Salgono forte i peperoni quadrati (+28%) e i cavolfiori bianchi così come le cipolle dorate di Parma (circa +22%).
E’ nei prodotti per l’igiene e la pulizia della casa che troviamo infine rincari consistenti: shampoo (250 ml) +105,8%, poi sapone toletta +74,5%, tovaglioli di carta +61%. E ancora: carta igienica +26,7%, candeggina +29,5% e detersivo per stoviglie a mano +35%. Unica consolazione, in tempi di crisi demografica, il prezzo dei pannolini per bambino: la confezione da 20 pezzi costa il 13% in meno rispetto a un anno fa.