Una pausa estiva, lasciando i tassi invariati, prima di un’estate densa di impegni che porterà a nuove decisioni a settembre. La Bce ha stabilito, nel consiglio direttivo di luglio, come pronosticato, di non effettuare un nuovo taglio dei tassi, lasciandoli fermi al 4,25%, al 4,50% e al 3,75% dopo il ribasso di giugno, il primo in cinque anni.
Il Consiglio direttivo, presieduto da Chistine Lagarde, “manterrà i tassi di riferimento a un livello sufficientemente restrittivo per tutto il tempo necessario” a raggiungere l’obiettivo di medio termine sull’inflazione del 2%, secondo la dichiarazione sulla decisione di politica monetaria pubblicata al termine della riunione dell’istituzione. In questa fase, i guardiani dell’euro non danno alcuna indicazione sulle loro successive decisioni di politica monetaria, che “si baseranno sui dati” relativi all’inflazione e alla crescita in particolare.
A giugno, la Bce ha tagliato i tassi di interesse di 0,25 punti percentuali nel tentativo di segnalare la fine del ciclo di inasprimento monetario iniziato nel luglio 2022 per combattere l’inflazione, che ha raggiunto un picco del 10,6% nell’ottobre 2022. Ma Lagarde ha avvertito che la velocità e la durata dei futuri tagli dei tassi rimangono “altamente incerte” a causa della volatilità dell’inflazione, facendo riferimento al percorso “accidentato” della curva dei prezzi.
Dalla riunione di giugno, gli indicatori della zona euro hanno segnalato una crescita più debole e un ulteriore calo dell’inflazione, al 2,5% a giugno su un anno, dopo il rimbalzo al 2,6% di maggio. I prezzi dei servizi, in cui la componente salariale è forte, destano preoccupazione a causa del loro vigore (+4,1% su base annua a giugno), rappresentando ora il maggior contributo all’inflazione.
“Le pressioni interne sui prezzi rimangono forti, con i prezzi dei servizi che aumentano a un ritmo elevato”, ha dichiarato la Bce nel suo comunicato. “È probabile che l’inflazione complessiva rimanga al di sopra dell’obiettivo per gran parte del prossimo anno”, sottolinea la Bce, la cui ultima previsione di inflazione per il 2025 si attesta al 2,2%.
Nel complesso, tuttavia, questi dati fanno pendere la bilancia “a favore di un taglio dei tassi a settembre, quando la Bce presenterà le nuove stime di crescita e inflazione”, secondo Felix Schmidt di Berenberg. Ma Lagarde rimane cauta. “Non siamo vincolati ad un particolare percorso dei tassi“, spiega, ma “siamo dipendenti dai dati, decidiamo meeting by meeting e non abbiamo un percorso predeterminato sui tassi. Quel che faremo a settembre, al momento, è aperto e sarà determinato dai dati che riceveremo. La proiezione di giugno sarà un punto di riferimento, ma guarderemo ai dati“. Appuntamento, quindi, al 12 settembre, quando il Consiglio direttivo terrà la prossima riunione di politica monetaria dopo la pausa estiva.