Secondo la rilevazione quotidiana diffusa dal Mimit, il ministero delle imprese e del made in Italy, il prezzo della benzina in modalità self in autostrada è a 2,046 euro al litro. Il prezzo medio del gasolio è invece a quota 1,978. Fuori dalle autostrade Bolzano si conferma come la zona più cara d’Italia con la benzina che arriva a 2,011 euro al litro e il diesel che balza a 1,939 euro. Ma oggi sono sei complessivamente le Regioni dove la verde ha sfondato quota 2 euro: Basilicata 2,002 euro al litro, Calabria 2, Liguria 2,006, Sardegna e Val d’Aosta 2, oltre ovviamente alla provincia autonomia dell’Alto Adige. Le regioni più virtuose sono invece il Veneto, con 1,961 euro al litro, seguito da Marche con 1,964 e Umbria-Lazio, entrambe con la verde a 1,974 euro al litro.
Dopo la benzina, anche il gasolio ormai è a un passo dai 2 euro al litro, anche perché il diesel – ovvero il carburante trainante dell’economia globale – è in ripresa dopo che la Russia ha pianificato di limitare le esportazioni questo mese, spingendo i futures in Europa oltre i 1.000 dollari la tonnellata. A spingere ulteriormente i rincari al distributore, già ai livelli da oltre un anno, è ovviamente il rally del prezzo della materia prima, il petrolio. L’Opec+ ha introdotto limiti di offerta già nel 2022 per stabilizzare il mercato petrolifero e recentemente l’Arabia Saudita e la Russia hanno deciso di estendere i tagli volontari alla produzione fino alla fine dell’anno. Tuttavia, l’ultimo bollettino dei Paesi esportatori di greggio ha mostrato che la produzione petrolifera dell’Opec è aumentata in agosto, principalmente per la ripresa della produzione iraniana, nonostante le sanzioni statunitensi in corso su Teheran e i tagli volontari dei sauditi. Inoltre, l’indebolimento del dollaro in vista del dato sull’inflazione statunitense di domani ha contribuito ad aumentare la propensione al rischio e ha reso le materie prime denominate in dollari più attraenti per gli acquirenti internazionali.
Il future con scadenza novembre del petrolio Brent europeo ha sfondato anche i 92 dollari al barile, soprattutto perché secondo una media delle stime di fonti secondarie, ad agosto la produzione di greggio dell’organizzazione dei Paesi esportatori di greggio è stata pari a 27,45 milioni di barili al giorno. Un livello che se venisse mantenuto, secondo l’analisi dell’Opec, il mercato potrebbe avere un deficit di offerta di circa 3 milioni di barili al giorno nel quarto trimestre. Per questo il prezzo è salito ai massimi da 10 mesi.
I rialzi di oggi peseranno sui listini alla pompa dei prossimi giorni. Con ogni probabilità benzina e diesel toccheranno i 2 euro al litro, mentre il governo sta studiando uno sgravio per gli autotrasportatori e una social card per le famiglie meno abbienti, che sarebbe assegnata in automatico a chi rientra nei requisiti, senza necessità di presentare domanda, com’è accaduto con ‘Dedicata a te’ ovvero la prepagata per la spesa alimentare. La tanto declamata accisa mobile invece, quel meccanismo secondo cui al raggiungimento di un determinato prezzo del petrolio le accise si ridurrebbero in automatico, non c’è. Se n’era parlato ma non è entrata in alcun provvedimento.