Abolire l’ora legale? L’Italia dice no. Si risparmiano oltre 190mln di euro

Spostare avanti di un’ora le lancette per sette mesi all’anno in 17 anni ha fatto risparmiare 10,5 miliardi di Kwh, ovvero 1,8 miliardi di euro

cambio ora

Risparmiare energia spostando l’orario di lavoro o di normale occupazione nelle ore in cui c’è più luce. È con questa logica che è nata l’ora legale, entrata ufficialmente in vigore in Italia con una legge del 1965. Inizialmente il periodo ‘legale’ era di quattro mesi, da maggio a settembre. Nei primi anni ’80 fu allungato a sei mesi e nel 1996, in accordo con gli altri Paesi europei, portato fino all’ultima domenica di ottobre. L’ora legale fu però introdotta per la prima volta nel 1916 in Gran Bretagna e venne poi adottata anche da altri Paesi.

COME FUNZIONA NEI PAESI EUROPEI

Finora tutti i Paesi europei hanno alternato la regola dell’orario solare e dell’orario legale, ma nel 2018 gli Stati del Nord (come Finlandia, Lituania, Svezia ed Estonia), quelli che meno beneficiano dello spostamento di un’ora, hanno deciso di abolire questo sistema. Il Parlamento europeo aveva approvato la risoluzione legislativa sull’abolizione dell’ora legale con 410 voti a favore, 192 contrari e 51 astensioni. Non si è raggiunta, però, una soluzione univoca che accontentasse tutti i Paesi. Tra il 4 e il 16 agosto 2018 la Commissione Europea ha svolto sul proprio sito una consultazione pubblica aperta sulle disposizioni relative all’ora legale. Agli utenti si chiedeva se, nel caso di abolizione del cambio orario, mantenere o meno sempre l’ora solare o quella legale. Le risposte furono 4,6 milioni, il numero più alto mai ricevuto da una consultazione pubblica. Ma al momento, in pratica, si è lasciata ad ogni Paese la libertà di mantenere o abolire l’ora legale.

L’ITALIA CONTINUA AD ADOTTARLA

L’Italia tornerà a spostare le lancette nella notte tra sabato 26 e domenica 27 marzo 2022 al contrario di tanti Stati europei che hanno abbandonato l’ora estiva lo scorso anno. Secondo Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, questo permetterà di risparmiare oltre 190 milioni di euro, grazie a un minor consumo di energia elettrica pari a circa 420 milioni di kilowattora. E consentirà, inoltre, di apportare un importante beneficio ambientale, quantificabile nella riduzione di circa 200mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera.

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