Nella centrale idroelettrica di Venaus, in Piemonte, Enel Green Power – società del Gruppo Enel che si occupa di rinnovabili – sta realizzando un impianto fotovoltaico galleggiante, sfruttando una vasca di raccolta dell’impianto idroelettrico: una soluzione innovativa, senza occupazione di suolo, che migliora la sicurezza e la sostenibilità. Si tratta dell’applicazione più recente di soluzioni innovative, indirizzate ad un uso multiplo e sostenibile delle superfici disponibili, riducendo il consumo di suolo, che stanno emergendo nel campo dello sviluppo delle rinnovabili. Un esempio è quello delle aree non funzionali, disponibili presso gli impianti idroelettrici: vasche di raccolta, canali di derivazione, le stesse pareti esterne delle dighe in cemento armato, cioè tutte quelle superfici ‘di contenimento’ che sono utilizzabili – se correttamente orientate – per la realizzazione degli impianti fotovoltaici. La centrale idroelettrica Enel Green Power di Venaus (provincia di Cuneo), avrà una capacità installata di 240 MW: l’azienda collocherà un impianto fotovoltaico flottante (cioè galleggiante su supporti in PVC, e ormeggiato in sicurezza) su una vasca di raccolta preesistente, realizzando il primo impianto con questa tipologia per il Gruppo Enel, con una potenza di circa 1 MW e una produzione annua attesa di circa 1.200 MWh.
SOSTENIBILITA’ E SICUREZZA. Un pregio importante di questo tipo di impianti è quello di essere realizzabili ad occupazione del suolo zero, sfruttando le superfici dei corpi d’acqua preesistenti, e per queste tipologie – su vasca artificiale – senza impatto paesaggistico. Inoltre, la presenza di una parziale copertura galleggiante riduce l’evaporazione, e quindi la perdita di acqua dalla vasca, a vantaggio della produzione idroelettrica ma anche degli altri usi civili della zona. Nel progetto di Venaus una speciale attenzione è stata dedicata alla sostenibilità, con l’adozione di galleggianti con polietilene di categoria ‘food’ (per uso alimentare), che evita qualunque contaminazione dell’acqua; anche il trasformatore elettrico dell’impianto è del tipo a resina, cioè senza oli minerali, per eliminare ogni rischio di sversamento di sostanze non biodegradabili. La sicurezza nell’impianto sarà migliorata anche dalla presenza di un impianto di illuminazione a led (quindi più efficiente e sostenibile) e di telecamere a circuito chiuso.
IL MEGLIO DI DUE TECNOLOGIE. Questo tipo di ibridizzazione – fra idroelettrico e fotovoltaico – ha vantaggi per entrambe le tecnologie: da un lato il rendimento dei pannelli solari migliora – grazie alle temperature relativamente più basse (per la vicinanza del corpo idrico su cui galleggiano. Dall’altro, l’ibridizzazione consente un miglior monitoraggio da remoto della produzione idroelettrica, grazie alla sua integrazione nel sistema di controllo (SCADA, Supervisory Control And Data Acquisition) normalmente adottato per il fotovoltaico, consentendo così il controllo in tempo reale dello stato e delle prestazioni delle varie componenti. L’integrazione tra le due tecnologie si completa con l’adozione di un doppio ancoraggio della “isola” fotovoltaica nella vasca, per consentirne lo spostamento da una parte all’altra, in caso di necessità per manutenzione della vasca stessa, e nel massimo utilizzo possibile dei cavidotti esistenti, senza ulteriori scavi.
UN CASO DI STUDIO. Il progetto Enel di Venaus fa parte di una linea di sviluppo innovativa, che considera il suolo e più in generale le superfici disponibili, come una risorsa finita, il cui uso ottimizzato, e quando possibile ‘duale’, consente anche sinergie e vantaggi di esercizio. Si tratta di un filone che per i soli impianti di Enel Green Power rappresenta un potenziale, in corso di valutazione, nell’ordine di qualche centinaio di megawatt installabili. Sono anche in corso le valutazioni per una possibile estensione alle altre Country dell’azienda, a tutto vantaggio della decarbonizzazione globale.