Inclusiva e sostenibile. E’ la prima collezione nata espressamente per persone con disabilità, lanciata il 23 settembre al terzo giorno della Fashion Week di Milano e pronta a valicare i confini, molto proiettata al mercato asiatico.
La maison, Iulia Barton, è fondata da Giulia Bartoccioni che muove il suo lavoro da un’esperienza tragica personale: “Mi sono avvicinata a questo settore quando mio fratello ha perso l’uso delle gambe in un incidente, restando in carrozzina“, racconta a GEA.
All’inizio, il progetto era concepito come un’agenzia di moda per includere persone disabili da tutto il mondo e portarle in passerella con modelli professionisti. “Coinvolgevamo designer di alta moda“, spiega. Tutta l’esperienza raccolta negli anni è stata una palestra: “Nel dietro le quinte mi sono accorta ancora di più delle diverse esigenze, quegli abiti erano adattati, ma non creati appositamente per le persone disabili, non nascevano come collezioni adattive“.
La linea è unica e tutti i capi possono essere indossati da chi ha amputazioni e da chi è in carrozzina, ma “non è un prodotto di nicchia“, assicura. “Siamo riusciti a mantenere una tendenza universale“.
Con l’inclusione, la maison insegue anche l’obiettivo della sostenibilità: “E’ difficile ottenerla al 100%, ma abbiamo già raggiunto un buon risultato. C’è grande attenzione ai materiali, che provengono da stock e rimanenze. Abbiamo fatto questa scelta per evitare nuove produzioni“.
Tessuti Made in Italy, fibre riciclate, ripristino della materia da altri settori. Tutto è documentato, anche per il ‘water saving’, che certifica il ridotto spreco di acqua in fase di produzione.
La collezione, dieci look in 20 pezzi (che possono essere però adattati uno con l’altro) è leather-fur free, non utilizza quindi pellicce o pelli, il cotone è 100% monofibra, “questo permette al tessuto di essere rimesso in economia circolare“, racconta la Ceo.
La caratteristica è che parti di tessuto sono removibili, i pantaloni cambiano lunghezza per facilitare chi ha le protesi, i colori sono neutri e facili da accostare. Genderless e no-season, i capi vanno bene per tutti, 365 giorni all’anno, “abbiamo cercato fin dall’inizio di rendere il tutto più fluido possibile“. La produzione si divide tra Rimini e Ferrara, i materiali provengono da stabilimenti vicini, la filiera è tutta italiana. E anche a livello aziendale, assicura Batoccioni, Iulia Barton cercherà di raggiungere una sostenibilità sulle strutture.
Un progetto futuro? “E’ un’esclusiva – confessa – ci piacerebbe moltissimo produrre la linea kids, per bimbi con disabilità“.