
I consumi di energia elettrica restano stabili a ottobre, con circa 25,5 miliardi di kWh. A rivelarlo sono i dati di Terna, dai quali emerge un leggero incremento dello 0,2 percento rispetto allo stesso periodo del 2024. Lo scorso mese è il Nord ad aver alzato l’asticella, con un fabbisogno cresciuto dello 0,6%, più contenuto invece quello del centro (+0,3%), mentre al Sud e nelle Isole è addirittura calato di quasi un punto (-0,8%).
Allargando l’inquadratura, è dell’1% la diminuzione del fabbisogno registrata dalla società che gestisce la rete nazionale di trasmissione dell’energia da gennaio a ottobre. Un anno prima, invece, il calo era dello 0,6 percento. Per quanto riguarda i consumi industriali, poi, l’indice Imcei registra un incremento dell’1,9% su base annua.
Scendendo nel dettaglio, la produzione nazionale di energia a ottobre si attesta sui 22 miliardi di kWh, di cui il 39% è coperto dalle fonti rinnovabili, sebbene nel paragone con il 2024 risulti un saldo negativo di circa il 2 percento. A trascinare il dato in terreno positivo ci sono le ottime performance delle fonti termica (+7,2%) e geotermica (+0,5%), ma soprattutto dell’eolico, che supera quota 70%, e fotovoltaico che cresce di 48,7 punti percentuali, ovvero 1.088 Gwh, grazie all’aumento di 383 GWh della capacità in esercizio e al maggiore irraggiamento (+705 GWh). Confermato anche il mese scorso, invece, il calo dell’idrico, che scende del 48,8%.
Da inizio anno fino a ottobre, comunque, le rinnovabili in esercizio, compresi eolico e solare, risultano in aumento di 5.400 MW, dei quali 4.813 MW solo grazie al fotovoltaico. In totale, dunque, la quota raggiunta è di 55.354 MW totali.
Al 31 ottobre, inoltre, la capacità di accumulo in Italia 17 arriva a 610 Mwh, che tradotto in termini percentuali corrispondono a un +46,6% nel confronto con lo stesso periodo dello scorso anno. Dunque, 7.192 MW di potenza nominale, per circa 862mila sistemi di accumulo. Infine, a ottobre gli accumuli elettrochimici di grande taglia hanno prodotto 202 Gwh. Che, allargando il range ai 10 mesi del 2025, fotografano un aumento della capacità di impianti utility scale di 2.818 MWh, che corrispondono a 721 MW di potenza nominale. Un risultato, sottolinea Terna, che “conferma della rilevanza che tale tecnologia ha ormai raggiunto per la gestione del sistema in economia e sicurezza”.