Europee, dal Recovery al nuovo Patto di stabilità: i 5 anni economici della legislatura

Nel 2020 i negoziatori del Parlamento sono riusciti a ottenere per l'Ue il più grande pacchetto finanziario di sempre

Recovery fund, revisione del Patto di stabilità e crescita, riforma della Politica agricola comune (Pac). Sono alcuni dei grandi dossier economici che il Parlamento europeo ha affrontato, insieme alle altre istituzioni comunitarie, Consiglio e Commissione, in questi 5 anni di legislatura al termine. “Nel 2020, i negoziatori del Parlamento sono riusciti a ottenere per l’Ue il più grande pacchetto finanziario di sempre per far fronte alle conseguenze della pandemia di Covid-19 e finanziare una nuova generazione di programmi dell’Ue per il periodo 2021-2027”, ha sottolineato il Parlamento europeo rispetto al Recovery fund in una serie di schede con cui tira le somme del lavoro fatto.

DALLA PANDEMIA ALLA GUERRA IN UCRAINA. Il più grande Parlamento al mondo ha dovuto affrontare, insieme a Consiglio e Commissione, un periodo di crisi – pandemia e guerra – che ha spinto i Ventisette e le istituzioni comunitarie a fare i conti con le proprie capacità. In questo contesto, la Camera ha ricordato che, per sostenere ulteriormente l’Ucraina, rafforzare l’autonomia industriale dell’Ue e finanziare la politica migratoria, i deputati hanno chiesto e ottenuto una revisione intermedia e un aumento del bilancio a lungo termine. E ha specificato che, oltre al bilancio a lungo termine dell’Unione e al dispositivo per la ripresa e la resilienza, lo strumento per la ripresa del valore di 750 miliardi di euro che fa parte di NextGenerationEu (Recovery), sono state adottate, e poi integrate nel RePowerEu, misure a sostegno delle regioni e delle persone vulnerabili, come il Fondo per una transizione giusta e il Fondo sociale per il clima, per accelerare la transizione verso la neutralità climatica e ridurre la dipendenza dall’energia russa. “Il Parlamento è anche riuscito a far approvare una tabella di marcia giuridicamente vincolante per l’introduzione di nuove risorse proprie a copertura del rimborso dei prestiti assunti per NextGenerationEu”, ha precisato il Parlamento.

OBIETTIVI CLIMATICI E DIGITALI. Nel 2023, infatti, i deputati hanno sostenuto l’introduzione di 3 nuove fonti per il bilancio: le entrate previste nel sistema di scambio di quote di emissione, quelle del meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere e gli utili delle imprese. In quanto autorità di bilancio, il Parlamento esamina le spese che incidono sul bilancio e i piani nazionali per la ripresa finanziati con il dispositivo per la ripresa e la resilienza. Per poter ricevere finanziamenti dall’Ue, gli Stati devono rispettare gli obiettivi climatici e digitali, lo Stato di diritto e i valori fondamentali dell’Unione. In caso contrario, il Parlamento può fare pressione sulla Commissione affinché trattenga i pagamenti nell’ambito del meccanismo sulla “condizionalità dello Stato di diritto”. E questo è stato il caso per l’Ungheria: il Parlamento ha contestato lo sblocco da parte della Commissione di 10,2 miliardi di euro di fondi di coesione dell’Ue per Budapest.

FOCUS SUL LAVORO. Sul fronte delle retribuzioni, in questi 5 anni i deputati europei “hanno negoziato con gli Stati membri l’introduzione di salari minimi nazionali e una legge per garantire in tutta l’Ue la parità di retribuzione tra uomini e donne per lo stesso lavoro” e hanno approvato “una normativa che mira ad assicurare giustizia sociale e dignità ai lavoratori dei fornitori di servizi che operano tramite piattaforme digitali e a porre fine al falso lavoro autonomo”. In questo campo, i deputati hanno chiesto agli Stati di rafforzare i programmi di reddito minimo e di vietare lo sfruttamento dei tirocinanti. Per quanto riguarda il lavoro nel settore creativo e culturale, poi, i deputati hanno chiesto nel 2023 una nuova legislazione Ue sullo status sociale e sulle condizioni di lavoro degli artisti e degli altri professionisti che lavorano nella cultura. Dall’Aula in questi anni è uscito anche un divieto assoluto ai prodotti realizzati con il lavoro forzato, sia all’interno che all’esterno dell’Ue, obbligando il ritiro di questi oggetti dal mercato, e norme per introdurre requisiti di trasparenza per i servizi di affitto a breve termine. “Il Parlamento ha anche adottato nuove regole per le operazioni finanziarie in criptovalute, così che queste possano essere tracciate allo stesso modo dei trasferimenti di denaro tradizionali”, ha proseguito il Parlamento.

PIANO INDUSTRIALE EUROPEO. A febbraio 2023, l’Aula ha poi votato a favore dell’istituzione di un nuovo Piano industriale per l’Ue per consolidare e trasferire le capacità di produzione industriale in Europa e norme per riformare il mercato dell’elettricità e proteggere i consumatori da impennate dei prezzi, per la decarbonizzazione del mercato del gas, per sostenere l’approvvigionamento sufficiente di materie prime rare nell’Ue, e la legge sull’industria a zero emissioni. “Questo ‘pacchetto competitività’ dovrebbe favorire la produzione di tecnologie energetiche pulite e aiutare le industrie dell’Ue a creare posti di lavoro di alta qualità e a stimolare la crescita economica per raggiungere gli obiettivi del Green deal”, ha commentato il Parlamento. Infine, nell’ultima plenaria della IX legislatura, il Parlamento ha approvato la riforma della governance economica nell’Ue (il nuovo Patto di stabilità e crescita), “con l’obiettivo di rendere le norme più chiare, più favorevoli agli investimenti e più adattabili alla situazione di ciascun Paese” nel rientro dei livelli di debito, e ha dato l’ok alla revisione della politica agricola comune (Pac) “per alleggerire gli oneri amministrativi degli agricoltori dell’Ue e introdurre una maggiore flessibilità”.