Nessun accordo a Ventisette sulla revisione del bilancio comunitario e la decisione (che va presa all’unanimità) slitta a gennaio in un Vertice straordinario. “Ventisei leader sono concordi su tutte le componenti della proposta di revisione di bilancio che abbiamo presentato, solo uno non è d’accordo”, sintetizza il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in un punto stampa al termine della prima giornata di lavori del vertice Ue che proseguiranno questa mattina.
Dopo ore di negoziato, a livello politico e tecnico tra gli sherpa, il capo del Consiglio europeo prende atto che c’è “un forte sostegno per tutte le componenti” della revisione di bilancio “da parte di 26 leader, dal sostegno all’Ucraina alle migrazioni, al fondo di solidarietà alla difesa”. Ma per un accordo sul bilancio serve una decisione all’unanimità, quindi a 27. “Torneremo sulla materia a inizio del prossimo anno per cercare di raggiungere l’unanimità per attuare questo accordo”, conferma Michel. A mettersi contro la revisione del quadro finanziario dell’Ue fino al 2027 è l’Ungheria, come dichiarato dallo stesso premier, Viktor Orban. “E’ sempre difficile quando si parla di soldi e di solidarietà finanziaria”. Contrario in sostanza ai 50 miliardi di sostegno a Kiev dal bilancio comunitario.
Sostegno all’Ucraina, migrazione e dimensione esterna, piattaforma Tecnologie strategiche per l’Europa, il fondo di ripresa NextGenerationEU, i pagamenti di interessi, strumenti speciali, nuove risorse proprie ed elementi che riducono l’impatto sui bilanci nazionali. Questo il pacchetto di compromesso messo sul piatto dal politico belga. Cifre, soprattutto in termini di risorse fresche, che il capo del Consiglio europeo rivede al ribasso.
Secondo la proposta di Michel, che sarà ora ridiscussa a gennaio, l’aumento di budget arriverebbe a un totale di 64,6 miliardi di euro, di cui 33 miliardi di prestiti e 10,6 miliardi di riallocazioni dalle risorse del quadro esistente esistente. Michel propone di mantenere le risorse per l’Ucraina a 50 miliardi di euro (di cui 17 miliardi di euro di sussidi a fondo perduto e 33 miliardi di euro di prestiti); 2 miliardi per la gestione dell’immigrazione e delle frontiere e 7,6 miliardi per il vicinato e il mondo; 1,5 miliardi destinati al Fondo europeo per la difesa nell’ambito del nuovo strumento Step (Piattaforma di tecnologie strategiche per l’Europa); altri 2 miliardi di euro per lo strumento di flessibilità e infine 1,5 miliardi per la riserva di solidarietà e aiuto.
A uscirne fortemente ridimensionato rispetto alla proposta della Commissione europea è il sostegno finanziario a Step, la piattaforma per le tecnologie pulite proposta da Bruxelles per la competitività industriale dell’Ue, in risposta all’Inflation Reduction Act statunitense e alla Cina. Nell’idea della Commissione europea doveva trattarsi di un vero e proprio Fondo sovrano, ma per metterlo in piedi ci sarebbero voluti anni e con la scadenza della legislatura non c’era margine per farlo. Nel quadro della revisione di bilancio, la Commissione europea ha quindi chiesto agli Stati membri Ue di mobilitare altri 10 miliardi di euro fino al 2027, aumentando la portata del bilancio a lungo termine dell’Unione, per aumentare il budget di alcuni programmi già esistenti: InvestEu (3 miliardi), Horizon Europe (0,5), Fondo per l’innovazione (5 miliardi) e Fondo europeo per la difesa (1,5) e dare vita alla piattaforma. Dal compromesso messo sul tavolo da Michel, la proposta ne esce fortemente ridimensionata.