Digitalizzazione e sanità italiana. A che punto siamo?

Limitare sprechi e inefficienze, migliorare il rapporto costo-qualità dei servizi sanitari e ridurre le differenze tra i territori, questi gli obiettivi della pubblica amministrazione

La sanità in Italia è sempre più digitale, ma adesso serve un cambio di passo per colmare il ritardo accumulato: il settore finora ha sfruttato solo in parte le potenzialità offerte della tecnologia. Partiamo dai numeri: nel 2021, secondo l’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano, la spesa per la sanità digitale in Italia è aumentata del 12,5% rispetto al 2020 fino ad arrivare a quota 1,69 miliardi di euro, cioè l’1,3% della spesa sanitaria pubblica.

La pubblica amministrazione, da parte sua, ha definito con la Strategia per la crescita digitale e il Piano Triennale per l’informatica le azioni per digitalizzare la sanità e soddisfare, così, anche altri obiettivi: limitare sprechi e inefficienze, migliorare il rapporto costo-qualità dei servizi sanitari e ridurre le differenze tra i territori. I tre pilastri della sanità digitale italiana, sono il fascicolo sanitario elettronico (FSE), il centro unico di prenotazione (CUP) e la telemedicina. Il fascicolo sanitario elettronico, ad esempio, è lo strumento attraverso il quale il cittadino può tracciare, consultare e condividere tutta la propria storia sanitaria. Ed è sempre più utilizzato dai cittadini: dalla rilevazione dell’Osservatorio Sanità Digitale in collaborazione con Doxapharma emerge che il 55% dei cittadini ne ha sentito parlare almeno una volta (era il 38% nel 2021) e il 33% lo ha già utilizzato (era il 12% nel 2021).

Non è un caso che il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che ha tra i tanti obiettivi anche quello di dare una spinta forte alla digitalizzazione della sanità, dedichi 1,3 miliardi proprio al fascicolo sanitario elettronico (FSE). Considerando che questo strumento raccoglie tutta la storia clinica dei pazienti è importante garantire la sua diffusione, l’omogeneità e l’accessibilità su tutto il territorio nazionale da parte di assistiti e operatori sanitari.

Un altro pilastro della digitalizzazione della sanità è rappresentato dal centro unico di prenotazione. È il sistema centralizzato informatizzato per la prenotazione unificata delle prestazioni e ha l’obiettivo di favorire l’accessibilità dell’assistenza e la riduzione dei tempi di attesa. Ma un contributo fondamentale per la digitalizzazione potrà arrivare anche dalla telemedicina, un ambito che l’80% dei pazienti (sempre secondo lo studio dell’Osservatorio Sanità Digitale) dichiara di voler utilizzare in futuro. Che cos’è? Con questo termine intendiamo tutti i servizi che migliorano la fruibilità delle cure, dei servizi di diagnosi e della consulenza medica a distanza e può garantire anche il costante monitoraggio dei parametri vitali dei pazienti.