Per il nuovo dl Aiuti 6,2 miliardi. Ma il voto in Parlamento slitta

Il Cdm approva la Relazione alle Camere che ora dovranno autorizzare la spesa per il nuovo provvedimento, che sarà varato la prossima settimana. Ma lo stallo sul Superbonus in Senato fa slittare il calendario

Il nuovo decreto Aiuti potrebbe essere l’ultimo atto ‘di peso’ del governo di Mario Draghi. Il Consiglio dei ministri mette a punto la ‘prima fase’ dell’iter con l’approvazione, su proposta del presidente del Consiglio e del ministro dell’Economia, Daniele Franco, della Relazione al Parlamento che aggiorna gli obiettivi programmatici di finanza pubblica sulla base di maggiori entrate, calcolate dal Mef in 6,2 miliardi di euro. Su queste risorse poggia l’impalcatura del provvedimento che servirà a contrastare gli effetti del caro bollette su famiglie e imprese, ma che l’esecutivo non potrà approvare prima della settimana prossima, dopo il via libera del Parlamento, che nel frattempo è fermo per una impasse tutta politica.

Lo stallo che si è generato a Palazzo Madama sul dl Aiuti di inizio agosto, infatti, fa slittare tutto il calendario. Il Movimento 5 Stelle chiede modifiche al testo per sbloccare la situazione della cedibilità dei crediti del Superbonus, di fatto alzando un muro sull’approvazione del testo, che le conferenze dei capigruppo di Senato e Camera sono costrette a rinviare l’approdo in aula, rispettivamente, a martedì 13 e giovedì 15 settembre. Il cambio di programma provoca nuove polemiche tra le forze politiche e la protesta di tre ministre, Elena Bonetti (Pari opportunità e famiglia), Mariastella Gelmini (Affari regionali) e Mara Carfagna (Sud), che vergano una nota congiunta infuocata. “Si tratta di un ritardo inaccettabile, del quale riteniamo debbano assumersi piena responsabilità le forze politiche che continuano a ostacolare in Parlamento l’azione del governo a favore dei cittadini“, scrivono. Rincarando anche la dose: “Questo atteggiamento irresponsabile tiene in ostaggio le imprese esponendole al rischio di chiusura e danneggia pesantemente la vita delle famiglie e dell’intero Paese“.

Nel nuovo decreto dovrebbero trovare spazio l’aumento al 25 della percentuale di prelievo sugli extraprofitti delle aziende energivore (con un allargamento anche a imprese di alcuni settori che hanno conseguito guadagni imprevisti dalla crisi), oltre alla rateizzazione delle bollette per le attività produttive, la Cig, la retromarcia sullo smartworking per i fragili e le misure di contrasto alle delocalizzazioni. Ma ci saranno nuovi interventi “anche in favore del settore agroalimentare, come sottolinea lo stesso Draghi in un messaggio inviato in occasione dell’evento organizzato a Roma da Coldiretti-Filiera Italia. Secondo quanto detto poche ore prima della riunione dal ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, ai microfoni di ‘24 Mattino‘, su Radio 24, “l’ordine di grandezza dovrebbe essere intorno ai 10 miliardi“, ma l’obiettivo di Palazzo Chigi sarebbe quello di mettere sul piatto fino a 13 miliardi, anche se già ad agosto le cifre sono state maggiori di quelle attese, nella stesura finale.

A proposito del Cdm, nel corso della riunione il premier ha rivolto l’invito ai ministri a preparare un ordinato passaggio di consegnevolto a fornire al nuovo governo un quadro organico delle attività in corso“. A coordinare le operazioni con i vari responsabili dei dicasteri sarà il sottosegretario alla Presidenza, Roberto Garofoli. Altro segnale che il tempo dei ‘saluti’ per del governo di unità nazionale è sempre più vicino.