Il Partito democratico apre il dibattito sul futuro dell’agricoltura con la Conferenza nazionale. Al Nazareno riunisce associazioni di categoria, sindacati, sigle ambientaliste, rappresentanze della filiera agroalimentari per cercare quelle che la segretaria, Elly Schlein, definisce “soluzioni a un malessere reale, di cui vanno cercate le cause senza facili capri espiatori e strumentalizzazioni per la campagna elettorale“. Secondo la leader dem, però, non c’è un motivo solo: “Il comparto vive una crisi profonda, per ragioni molteplici, ma il nutrimento è il fondamento della vita e la politica deve dare più attenzione al tema“.
La protesta dei trattori qualcosa ha smosso nel dibattito pubblico, ma ora che i mezzi sono tornati nei rispettivi capannoni, resta lo scontro tra maggioranza e opposizione, sia interno che a livello europeo. “Meloni si è rivolta agli agricoltori dicendo di averli difesi dalle scelte dell’Unione europea. Ma io mi domando: chi li difende dalle sue scelte? Perché il governo non ha fatto nulla in questo anno e mezzo, colpevolmente“, attacca Schlein. Che rincara la dose contro l’esecutivo anche sull’energia: “Dovremmo occuparcene tutti i giorni in Parlamento, invece abbiamo l’impressione di un governo nella migliore delle ipotesi distratto, nella peggiore nemico delle rinnovabili, che invece sono un grande potenziale“. Anche in agricoltura. Settore per il quale chiede di ripristinare il “contributo economico pubblico per le assicurazioni agricole contro gli eventi climatici, tagliato dal 65% a circa il 40, così non si assicurerà più nessuno“.
La segretaria dem non assolve nemmeno l’Europa. Ammette che sul consumo di suolo anche la sua parte politica, quando ha avuto responsabilità di governo, non ha fatto molto, lasciando che dell’argomento si occupassero solo le politiche Ue, mentre sulla reciprocità “serve un’attività di antitrust rafforzata per verificare la correttezza della formazione dei prezzi e immaginare, magari, anche una commissione d’inchiesta, vera, sulle pratiche sleali, perché abbiamo l’impressione che non siano realmente attuate in questo momento“. Argomento, questo, su cui sono tornati tanti dei relatori interventi alla Conferenza nazionale. “Bisogna concentrare l’attenzione nella definizione di nuova politica agricola“, dice il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che indica nella fiscalità, il lavoro per la mano d’opera e la competitività tre punti importanti su cui intervenire.
Per Coldiretti “tema centrale è combattere le pratiche sleali. Non possiamo immaginare che ci siano restrizioni, penso ai fitosanitari, ma senza applicare il principio di reciprocità“, sottolinea il vicepresidente, David Granieri. Bisogna “frenare il consumo di suolo e occorre un piano di contenimento della fauna selvatica, è urgente“, spiega invece il presidente di Cia-agricoltori italiani, Cristiano Fini: “Le politiche agricole europee vanno fatte con gli agricoltori e non contro, come purtroppo è accaduto in questi anni“.
Chiare anche le posizioni dei sindacati. “L’attuale livello di produzione sta dimostrando che è insostenibile, dal punto di vista etico, ambientale ed economico, come dimostrano le proteste di questi giorni“, ricorda il segretario della Flai Cgil agricoltura, Davide Fiatti. Ritiene “fondamentale che le risorse europee vengano ricondotte, con la giusta assistenza fiscale, alle piccole e medie imprese, che sono una parte centrale della nostra agricoltura” la segretaria della Fai Cisl, Raffaella Bonaguro. Mentre Uila chiede alla presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, di far saltare il trilogo in programma il prossimo 5 marzo sulla direttiva per il Packaging: “Se passasse la proposta della commissione Ambiente del Parlamento Ue tante persone rischierebbero di perdere il lavoro – spiega il segretario generale, Stefano Mantegazza –. Solo in Italia, in agricoltura, sarebbero circa 30mila“.
Altro argomento trattato è il rapporto tra ambiente e agricoltura. Sul punto le maggiori associazioni concordano in pieno: il futuro è l’agroecologia. “Il malessere non può essere attribuito alla transizione ecologica, che di fatto non è mai partita – dichiara Franco Ferroni del Wwf -. Il Green deal non è morto, ma ciò che è successo in queste settimane lo ha indotto in una ‘coma’ fisiologico“. Torna sulla reciprocità Greenpeace, sottolineando che “l’accordo con il Mercosur è anacronistico per il nostro mercato”, lamenta la responsabile Agricoltura, Federica Ferrario. Per il Pd si tratta di un primo passo, spiegano i vertici dem. Ora, però, gli attori della filiera si attendono di passare dalle parole alle proposte. Anche dall’opposizione.