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Di Maio: “Su Pnrr destra vuole togliere soldi al Sud. Rinnovabili? Sì Soprintendenza unica”

Nell'intervista, il leader di Impegno Civico parla dei temi dominanti della campagna elettorale tra cui il caro bollette: "Noi proponiamo un decreto che tagli almeno l'80% alle famiglie e alle imprese"

di maio

Aprire un nuovo negoziato sul Pnrr significa sostanzialmente perdere i fondi, questo è chiaro, perché in Europa ci giudicheranno la solita Italietta che ridiscute gli obiettivi del Pnrr per non rispettare le scadenze”. Non è un atto di denuncia, quello di Luigi Di Maio, ministro degli Esteri e leader di Impegno Civico. È qualcosa di più, quasi un grido di allarme che lancia nell’intervista rilasciata a GEA. “La destra ha due motivi per riaprire il Pnrr: il primo, portare un po’ di soldi dal Sud verso il Nord; il secondo: allungare la transizione ecologica, cioè impiegare più tempo per ridurre l’efficacia delle politiche legate alle rinnovabili, alle riqualificazioni energetiche”, la sottolineatura che, in realtà, è un portare il dito nei confronti degli avversari politici.

Il caro bollette è stato il tema dominante della campagna elettorale, assieme alla necessità di liberarsi dal gioco delle forniture di Mosca. “In sei mesi siamo riusciti attraverso le mie visite in tanti Paesi del mondo a ridurre la dipendenza dal gas russo dal 40 al 15 per cento. Se oggi si dovesse avere una crisi pesante di riduzione del gas russo verso l’Italia noi siamo molto meno dipendenti. E questo grazie ai nuovi rapporti che abbiamo creato con Algeria, Congo, Angola, Mozambico, Qatar, Azerbaijan. Tanti viaggi in poche settimane, nuovi accordi energetici, diversificazione delle fonti, importante per la nostra sovranità energetica”, spiega il ministro degli Esteri. Che vede nel price cap e nel disaccoppiamento del prezzo dell’energia i provvedimenti immediati per tenere a galla il sistema paese: “Nel mentre dobbiamo aiutare le famiglie con un decreto che sia in grado di intervenire sulle bollette elettriche. Noi come Impegno Civico proponiamo un decreto taglia bollette, un decreto che tagli almeno l’80% alle famiglie e alle imprese”, la promessa di Di Maio.

E i rigassificatori? Neppure da quelli si può prescindere nella visione del ministro degli Esteri: “Nel breve termine abbiamo bisogno di importare gas che non sia dalla Russia. Una parte arriverà dalle pipe line del Mediterraneo e una parte dai rigassificatori e quindi attraverso le navi gnl”, argomenta. Le rinnovabili rappresentano invece il futuro prossimo, perché è da li che si deve passare. “L’importanza delle rinnovabili è ormai riconosciuta da tutte le forze politiche“, spiega ancora Di Maio. “Noi come Impegno Civico pensiamo che si debba combattere la burocrazia. Il più grande nemico delle rinnovabili oggi sono le autorizzazioni, i permessi i mille lacci e lacciuoli del sistema burocratico italiano. Per riuscire a superarlo dobbiamo adottare dei modelli centralizzati come la Soprintendenza unica per dare le autorizzazioni e come tante buone pratiche che abbiamo messo in atto con il Pnrr che ci chiede degli obiettivi come potenza fotovoltaica ed eolica da installare che necessita di una semplificazione normativa”.