Un decreto che vale 8 miliardi di euro, 5,5 dei quali dedicati a calmierare i prezzi dei carburanti all’aumento della platea del bonus sociale e intervenire sugli oneri di sistema e sull’Iva delle bollette. Il resto a favore delle imprese energivore con un tetto ai prezzi dell’elettricità di produzione nazionale di gas e contratti più favorevoli a costi fissi da fonti rinnovabili. A Montecitorio, con la conversione del ‘Decreto energia’, dopo gli ultimi interventi portati ieri in commissione e concordati tra le forze di maggioranza, il governo Draghi taglia oggi il non lusinghiero traguardo della questione di fiducia numero 43, con 422 sì, 54 no e 1 astensione.
A saldi invariati le modifiche più significative riguardano l’aumento dei finanziamenti per i biocarburanti fino a 205 milioni e l’assenso per la quarta cessione del credito sul super bonus ma con alcune prescrizioni. Quest’ultimo intervento è stato sostenuto da tutti i gruppi di maggioranza insieme al pressing sulla proroga oltre il mese giugno per le villette, convertito però in un ordine del giorno.
E mentre il Senato sta esaminando altri interventi in materia di energia nel ‘Decreto Ucraina bis’, il governo ha in preparazione un altro pacchetto di misure che potrebbe arrivare oggi in Consiglio dei ministri. I dettagli sono ancora in via di definizione ma il nuovo provvedimento dovrebbe intervenire su un ulteriore semplificazione delle autorizzazioni degli impianti eolici, fotovoltaici e una dotazione finanziaria per sostenere gli extra costi dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nella ricerca di risorse aggiuntive stamani il leader di Azione, Carlo Calenda ha presentato la proposta di aumentare fino al 50 per cento la tassazione degli extra profitti, una dote di circa 16 miliardi di euro in più di quanto già previsto per estendere e rafforzare fino a settembre le misure sul credito d’imposta per le aziende. Un argomento che ha trovato sensibilità anche in Liberi e Uguali che con la blindatura del testo da parte del governo ha inserito il tema in un ordine del giorno. Le critiche più aspre al governo arrivano da Fratelli d’Italia, “un decreto surreale”, denuncia Fabio Rampelli che “non cambia le condizioni della nostra dipendenza energetica”, e non sfrutta sufficientemente le risorse “tutte italiane” come le fonti idroelettriche e limita le attività di esplorazione da idrocarburi. No alla fiducia anche da Europa Verde e Alternativa c’è. Giudizio positivo invece dalle altre forze di maggioranza, “un buon compromesso” per Erica Mazzetti di Forza Italia, “con numerosi interventi migliorativi” ha sottolineato Gianluca Benamati del Pd. “Non ancora abbastanza ma un aiuto concreto” ha detto Tullio Patassini della Lega che rivendica i sostegni all’automotive nella fase di transizione ecologica. Una fiducia che non è a occhi chiusi rivendica Patrizia Terzoni del Movimento 5 Stelle, “la lotta al caro bollette non è finita”.