Unione. È quella che serve per dare sicurezza al popolo italiano, ma anche quella che è venuta meno lo scorso 14 luglio, con il voto contrario alla fiducia che ha portato il presidente del Consiglio Mario Draghi a rassegnare le dimissioni – subito respinte – nelle mani del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “È stato un gesto politico chiaro che, se ignorato, equivarrebbe a ignorare il Parlamento”, ha dichiarato il premier, nel corso delle comunicazioni al Senato. “Oggi posso spiegare a voi e a tutti gli italiani le ragioni di una scelta tanto sofferta, quanto dovuta“, ha aggiunto. Lasciando però uno spiraglio, e anche qualcosa di più, aperto. Perché ora, “l’unica strada, se vogliamo ancora restare insieme, è ricostruire da capo questo patto, con coraggio, altruismo, credibilità. A chiederlo sono soprattutto gli italiani“, ha insistito il premier, ponendo l’inevitabile domanda: “Serve un nuovo patto di fiducia, sincero e concreto, come quello che ci ha permesso finora di cambiare in meglio il Paese. I partiti e voi parlamentari – siete pronti a ricostruire questo patto? Siete pronti a confermare quello sforzo che avete compiuto nei primi mesi, e che poi si è affievolito?“. Un patto indispensabile per non mandare in fumo tutti i progressi realizzati finora. Dalle riforme che, insieme agli investimenti, “costituiscono il cuore del Pnrr” alle misure per sfuggire alla crisi energetica e alimentare.
Sono tre le emergenze che abbiamo dovuto affrontare in questi mesi e che tutt’ora mettono a rischio il Paese: pandemica, economica e sociale. Draghi le elenca, spiegando che, anche se non con poche difficoltà, ad oggi, siamo riusciti a rimanere a galla affrontandole con qualsiasi strumento a nostra disposizione. Oltre a esserci affermati con un ruolo guida all’interno dell’Ue e del G7, spiega il premier, “ci siamo mossi con grande celerità per superare l’inaccettabile dipendenza energetica dalla Russia. In pochi mesi, abbiamo ridotto le nostre importazioni di gas russo dal 40% a meno del 25% del totale e intendiamo azzerarle entro un anno e mezzo“. Un risultato che sembrava impensabile, che dà tranquillità per il futuro all’industria e alle famiglie, che rafforza la nostra sicurezza nazionale. “Abbiamo accelerato, con semplificazioni profonde e massicci investimenti, sul fronte delle energie rinnovabili, per difendere l’ambiente, aumentare la nostra indipendenza energetica“, la sottolineatura. Tutto questo è stato possibile grazie all’unione che vigeva tra le forze politiche e al “miracolo civile che il popolo italiano ha sostenuto” attivandosi in una mobilitazione senza precedenti: “Dal rispetto delle restrizioni per la pandemia, alla straordinaria partecipazione alla campagna di vaccinazione e, ancora, all’aiuto ai popoli ucraini”, ha chiarito Draghi, esteriorizzando poi un sentimento inconfondibile: “Sono stato orgoglioso di essere italiano”.
Sul fronte energetico, appunto, gli interventi previsti nei prossimi mesi richiedono un forte sostegno da parte di un Governo più unito che mai. Draghi ripercorre la road map dei progetti in agenda: “Bisogna adottare entro i primi giorni di agosto un provvedimento corposo per attenuare l’impatto su cittadini e imprese dell’aumento dei costi dell’energia, e poi per rafforzare il potere d’acquisto, soprattutto delle fasce più deboli della popolazione“. Inoltre, occorre “ridurre il carico fiscale sui lavoratori, a partire dai salari più bassi, è un obiettivo di medio termine. Questo è un punto su cui concordano sindacati e imprenditori“.
Non manca la riflessione sul tema della siccità, ultima grave emergenza che sta mettendo in ginocchio l’Italia e l’Europa: “La siccità e le ondate di calore anomalo che hanno investito l’Europa nelle ultime settimane ci ricordano l’urgenza di affrontare con serietà la crisi climatica nel suo complesso“.
Le responsabilità del Governo italiano sembra non siano mai state così impegnative e in un momento come questo non può mancare l’altruismo all’origine di un’intesa idonea a ricreare le condizioni adatte per superare gli ostacoli che intralciano la vita del Paese.