Fratoianni: “Caro-bollette sarà ecatombe. Investire su rinnovabili”
Nell'intervista il leader di Sinistra Italiana afferma: “Ci sono decine, forse centinaia di migliaia, di imprese che rischiano di chiudere, di mettere lavoratori e lavoratrici in cassa integrazione perché l'impennata dei prezzi dell'energia erode ogni margine di guadagno”
“Il caro bollette si traduce qui ed ora in una ecatombe per il sistema Paese”. Lo dice così, brutalmente, Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, alleato dei Verdi di Angelo Bonelli alle prossime elezioni. “Ci sono decine, forse centinaia di migliaia, di imprese che rischiano di chiudere, di mettere lavoratori e lavoratrici in cassa integrazione perché l’impennata dei prezzi dell’energia erode ogni margine di guadagno”, aggiunge di fronte alla domanda su cosa bisogna fare per mettere in sicurezza il Paese tenendo insieme le direttrici ambientali della decarbonizzazione. “Esiste una serie di misure necessarie. Che hanno a che fare con la transizione, la revisione dei modelli che trascinano il costo dell’elettricità dietro il costo del gas anche quando non è prodotta attraverso il gas”, la puntualizzazione. Poi qualche goccia di veleno rivolta agli altri partiti: “Ho l’impressione che gli altri non risolvano nessuno di questi problemi. Parlano delle bollette ma balbettano quando si tratta di decidere dove prendere le risorse, quando si tratta di mettere in fila qualche soluzione che tenga insieme giustizia, equità e contrasto alla crisi energetica e ambientale”.
Fratoianni non nega che sia difficile procedere lungo la dorsale dell’ambiente e, nello stesso tempo, affrontare la crisi energetica. “La Germania sta facendo massiccio ricorso al fossile in questo momento. Però la Germania contemporaneamente ha avviato qui e ora uno straordinario programma di investimento sull’energia rinnovabile, sui cui è molto avanti rispetto alla condizione del nostro Paese”, il primo atto di accusa. “Qui discutiamo di fossile e di rigassificatori come se questo risolvesse il problema, e lo dico senza alcun approccio ideologico, discutiamo addirittura di nucleare, con programmi mastodontici e francamente poco credibili. Ma quello che non è chiaro è dove e quando comincia l’investimento sulle rinnovabili”, il secondo atto di accusa.
Le rinnovabili, certo, sposate a una serie di no. No alle trivellazioni, ad esempio, nell’Alto Adriatico, perché “pensiamo che quella delle trivellazioni sia una strada ad altissimo impatto sull’ambiente“; no al nucleare perché “quello pulito di quarta generazione nessuno sa cosa sia, al di là della propaganda e della ideologia spacciata a pieni mani in particolare dalla destra, ma non solo, anche dal Terzo polo di Calenda e Renzi”. Tra l’altro, sottolinea Fratoianni, “ci sono cose che sappiamo molto bene: i costi sono giganteschi, stime autorevoli ci dicono che il programma nucleare annunciato più volte da Calenda costerebbe al nostro Paese tra i 300 e i 400 miliardi di euro, e non sappiamo dove li andremmo a prendere. Sappiamo che il nucleare consuma un’enorme quantità di risorsa idrica, sappiamo che i tempi di realizzazione degli impianti sono lunghissimi”.
Ma non bastano i no per conquistare la fiducia dei giovani, anche quelli ‘amici’ di Fridays for Future. Fratoianni non nega che il momento sia delicato: “Sento una grande vicinanza e partecipazione delle generazioni più giovane. Credo sia frutto di un programma coraggioso, completo, autorevole ma anche innovativo, Hanno il futuro di fronte e non vogliono farselo rubare, i giovani. Io credo che da loro avremo molte soddisfazioni. Lo percepisco in campagna elettorale. Per intercettare il voto giovanile occorre fare un’operazione di coraggio e coerenza e non trattarli con tono paternalistico”.