Energia, price cap, emergenza, rinnovabili. La sottosegretaria al ministero della Transizione ecologica e capo dipartimento Ambiente della Lega, Vannia Gava, ha raccontato a GEA cosa sta succedendo sul fronte più caldo di questi mesi, annunciando per le prime settimane di settembre la presentazione del Piano nazionale dell’Energia, su cui si sta ancora lavorando insieme a Confindustria.
Onorevole Gava, tetto al prezzo del gas. Il Pd lo propone all’italiana, il centrodestra segue invece l’idea di Draghi per fissarlo a livello europeo, Scaroni sostiene invece che non è risolutivo. A che punto stiamo a livello europeo? Se ne tornerà a discuterne?
“L’Unione europea si è impegnata dietro nostro input ad introdurre il price cap per l’inizio dell’autunno. I tecnici del ministero della Transizione ecologica stanno lavorando da tre mesi. Il gruppo di lavoro del Mite, insieme a quello dell’Ue, presenterà tra poche settimane la proposta per il tetto europeo al prezzo del gas”.
Le imprese, piccole e grandi, si lamentano già delle bollette. C’è il rischio di un lockdown energetico?
Gli aumenti delle bollette “hanno conseguenze drammatiche sulle aziende, come sulle famiglie” e questo “è un problema che ci siamo posti per tempo, già quasi un anno fa. Noi siamo partiti molto prima degli altri a fare una diversificazione delle fonti di approvvigionamento e ad oggi siamo in una situazione migliore rispetto agli altri Paesi. Abbiamo gli stoccaggi quasi all’80%, vogliamo scongiurare qualsiasi lockdown energetico. Per quanto riguarda le bollette siamo partiti da subito stanziando risorse per famiglie e imprese attraverso i vari decreti e continueremo a farlo con ulteriori contributi per abbassare i costi dell’energia. Dobbiamo dare una mano alle aziende a superare questo momento”.
Il sottosegretario Garofoli ha detto che il governo sta monitorando la crisi energetica. Con questi prezzi bisognerà intervenire pochi giorni dopo le elezioni per sterilizzare gli aumenti. Al ministero avete delle stime su quanto costerà?
“Queste sono politiche fiscali che sta attuando il MEF. Una misura che continueremo a proporre e mettere in campo come Lega sarà quella di sterilizzare l’IVA”.
Si parla di un piano di razionamento del gas. C’è un piano?
“Il Governo ha già dato le linee generali (un grado in meno, meno giorni…) che dovrebbe essere una regola di buon comportamento in generale anche al di là del periodo emergenziale. Stiamo lavorando e a inizio settembre presenteremo un Piano nazionale al quale stiamo lavorando insieme con Confindustria con dei livelli di intervento che cresceranno all’aumentare dell’emergenza”.
Invece di pensare a razionamenti non era il caso di spingere di più sulla produzione nazionale? Anche a giugno è calata rispetto allo scorso anno, nonostante decreti e moral suasion del ministro Cingolani.
“È necessario farlo: dobbiamo valorizzare e incrementare le estrazioni dai giacimenti nel nostro Paese. Il gas nazionale va potenziato perché è a km0. PD e M5S purtroppo anche nell’ultimo decreto non hanno voluto seguire questa direzione… Loro sempre contrari, noi vogliamo valorizzare ciò che abbiamo per essere sempre meno dipendenti dall’estero. La politica dei no e l’ambientalismo ideologico sono la causa dell’eccessiva dipendenza italiana fonti straniere, sono la ragione per cui oggi ci troviamo in una condizione drammatica”.
Confindustria chiede la sospensione dei certificati Ets, cioè l’acquisto dei certificati verdi, perché in questo momento di prezzi alle stelle è necessario sostenere le aziende. Si può fare?
“Ascolteremo, come abbiamo sempre fatto sin dallo scorso settembre solo noi della Lega, il grido di allarme di Confindustria e del mondo dell’imprenditoria che chiede la sospensione dei certificati Ets, cioè l’acquisto dei certificati verdi, perché in questo momento di prezzi alle stelle è necessario sostenere le aziende. Bisogna evitare che finiscano bruciati migliaia di posti di lavoro.
Bisogna fare di più e accelerare sulle fonti alternative e continuare a rilanciare, come stiamo facendo, la diffusione degli impianti di energia rinnovabile, semplificando e tagliando la burocrazia ideologizzata che da troppi anni tiene ostaggio lo sviluppo del settore”.