Il ciclone ‘Poppea’ inizia a fare danni in Italia, sommandosi ai danni causati dalle alluvioni del maggio scorso. Per questo motivo, nel Consiglio dei ministri di ieri pomeriggio, dopo la relazione del ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, il governo delibera lo stato di emergenza per 12 mesi per gli eventi meteorologici verificatisi tra maggio ed agosto 2023. Alla Regione Lombardia vanno 9,43 milioni di euro, al Veneto 8,3 milioni e al Friuli-Venezia Giulia 7,7 milioni. Stato di emergenza anche per i territori delle province di Teramo, Pescara e Chieti, in Abruzzo (4,1 milioni), di Cuneo, in Piemonte (650mila euro), e per le province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì Cesena, in Emilia Romagna (4,5 milioni). “Abbiamo accolto le istanze avanzate dai presidenti delle Regioni così gravemente colpite – commenta Musumeci -. Le risorse, quantificate dopo i sopralluoghi dei tecnici del dipartimento di Protezione civile nazionale e di quelli regionali, servono – spiega il ministro, ringraziando anche la Protezione civile e il personale tecnico – a far fronte alle esigenze più immediate ed ai fabbisogni più urgenti: dal soccorso e l’assistenza alla popolazione al ripristino dei servizi pubblici“.
L’ondata di maltempo, arrivata in queste ore sul nostro Paese, sta contrastando il caldo di ‘Nerone’, provocando pioggia, vento e grandine in diverse zone del territorio. In alcuni casi provocando frane, smottamenti e interruzioni di strade e infrastrutture per il trasporto. E’ soprattutto il Nord a essere preso di mira dalla furia di vento e pioggia, ma anche al Sud la situazione è sotto monitoraggio continuo, anche se per il rischio incendi, come sta accadendo ancora una volta in Sicilia, anche se il presidente della Regione, Renato Schifani, rassicura sul fatto che i roghi nel Messinese siano sotto controllo, sebbene resti “alta” l’attenzione.
Le prime notizie sul maltempo mettono comunque in allarme anche Roma. “Come governo in queste ore siamo in continuo contatto con i governatori regionali e con gli amministratori locali delle Regioni del centro-nord, le più colpite finora da questa emergenza maltempo che sta portando ad allagamenti, frane e smottamenti, e a interruzioni delle strade o di tratti ferroviari, in particolare in Lombardia e in Piemonte“, spiega in una nota e attraverso i suoi canali sociale il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli. Che “essendo un bergamasco di nascita e ormai un mezzo cuneese di adozione, dunque sia un lombardo che un piemontese acquisito“, spiega, esprime “tutta la mia solidarietà e vicinanza ai miei corregionali, ai tanti cittadini che hanno avuto abitazioni o capannoni scoperchiati o danneggiati dalla pioggia e dal vento e ovviamente a tutto il comparto degli agricoltori e degli allevatori“. L’esponente della Lega ribadisce che l’esecutivo è pronto “a fornire ogni tipo di aiuto necessario: intanto come sempre in questi casi un ringraziamento di cuore va a tutti i soccorritori e volontari impegnati in queste ore ad aiutare le popolazioni colpite“.
Le parole di Calderoli, però, non bastano. Dalle opposizioni è la voce critica di Angelo Bonelli ad alzarsi: “Assistiamo con profonda preoccupazione alla drammatica escalation degli incendi che stanno devastando il nostro territorio e parallelamente è preoccupante il silenzio di Giorgia Meloni di fronte a questa crisi climatica che sta mettendo in ginocchio il nord con gli eventi meteo estremi e il sud con gli incendi“, accusa il co-portavoce di Europa Verde e deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra. Che invita a “proteggere il nostro patrimonio ambientale e culturale da questa minaccia crescente” con “investimenti per fronteggiare la crisi climatica“. Perché “contemporaneamente in molte parti d’Italia si reclama lo stato di calamità a causa degli eventi estremi: trombe d’aria, allagamenti, danni a case e imprese ormai sono all’ordine del giorno“, dunque “è evidente – sottolinea il parlamentare ambientalista – che occorra un intervento immediato e deciso per rafforzare il nostro sistema di difesa dagli incendi e dagli eventi estremi“.
Preoccupazione che sembra condividere anche il Wwf. “Frane, smottamenti, alluvioni, è questa la rappresentazione di una situazione italiana che da straordinaria sta diventando ordinaria“, sottolinea l’associazione in una nota. “Gli eventi atmosferici estremi non sono più un’eccezione, ma quasi la normalità: si susseguono con una frequenza tale che non si fa in tempo a dichiarare uno stato di emergenza che subito arriva la richiesta per dichiararne uno nuovo. Un trend pericoloso e drammatico a cui dovremmo abituarci, trovandosi l’Italia proprio al centro del Mediterraneo, una delle regioni del Pianeta più minacciate dalla crisi climatica. Eppure – ammonisce il Wwf -, il nostro Paese continua a non mettere al primo posto dell’agenda politica i temi del contrasto alla crisi climatica e dell’adattamento ai cambiamenti già in corso“.
L’attenzione resta comunque alta, soprattutto in Centro Italia, che nei mesi scorsi è stata colpita duramente dalle alluvioni. Sorvegliati speciali sono Emilia-Romagna, Toscana e Marche, ma l’allerta è attiva in quasi tutta la penisola e da Roma il monitoraggio della situazione resta costante.