Non c’è tempo per aspettare le elezioni. Il caro bollette morde la carne viva degli italiani e il governo Draghi, anche se dimissionario, quindi con poteri ‘limitati’, si prepara a varare il nuovo decreto con gli aiuti a famiglie e imprese. Avrà un peso consistente, circa 12-13 miliardi, ma solo per la proroga delle misure adottate negli ultimi 4 mesi. La novità su cui gli uffici del Mef stanno lavorando in queste ore è un allungamento dei tempi per confermare il taglio di 30 centesimi delle accise sui carburanti almeno fino al 31 dicembre 2022. Oggi, infatti, la deadline dell’ultimo rinnovo firmato da Daniele Franco e Roberto Cingolani è il 21 agosto: oltre quella data i prezzi finali rischiano di rischizzare inesorabilmente verso l’alto, aggravando gli effetti dell’inflazione.
Il premier ne parlerà con le parti sociali. Domani, infatti, riprendono gli incontri nonostante la crisi politica. Alle ore 10 a Palazzo Chigi sono attesi i vertici di Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Cna, Confimi, Casartigiani e Confapi. Mercoledì, sempre alle 10.00, ci sarà il nuovo confronto con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, mentre nel pomeriggio, alle 15.30, Draghi vedrà i rappresentanti di Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Alleanza cooperative, Federterziario, Confservizi, Confetra. E sono in programma incontri anche con Ania e Abi.
I tempi stringono e i rincari toccano fortemente anche – soprattutto – i generi di prima necessità. La tempesta che si è abbattuta sull’esecutivo ha rallentato quel percorso immaginato dal premier per il nuovo provvedimento, ma al momento non sembra averne frenato le intenzioni. L’idea è quella di “azzerare l’Iva su pane e pasta“, ma la misura “deve essere estesa a tutti i prodotti alimentari“, rivela la vice ministra dell’Economia, Laura Castelli. Sottolineando che “l’elenco dei maxi-rincari che nell’ultimo periodo hanno interessato il comparto dell’alimentazione è lunghissimo e rende necessario in intervento che abbracci tutti i beni“. Ecco perché tra le ipotesi c’è una riduzione al 5% dell’imposta sul valore aggiunto di carne e pesce. “E’ un piano concreto e eventualmente alternativo o aggiuntivo al bonus dei 200 euro“, spiega ancora Castelli. Che anticipa: “Si stanno valutando i costi delle misure e quali sono più impattanti sulla vita degli italiani. Interverremo in questo senso nel decreto di luglio“. Già domani a Palazzo Chigi è prevista una riunione preparatoria del Cdm, in cui verranno tirate le prime somme da destinare al provvedimento.
Resta l’incognita sulle misure da adottare per mitigare l’effetto dei danni che sta provocando la siccità all’agricoltura. Prima della crisi il governo aveva dato il via libera allo stato di emergenza chiesto da Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto, mentre restano in stand by le nuove richieste che sono in arrivo da Lazio, Umbria, Liguria e Toscana. Nel perimetro del disbrigo degli affari correnti non è escluso che possa entrarci anche questo dossier, ma servirà l’appoggio del Parlamento. Per la quantificazione effettiva delle perdite, invece, il discorso sembra ormai rinviato al prossimo esecutivo, dopo le elezioni del 25 settembre. Fino al passaggio della ormai famigerata ‘campanella’, però, resta da mettere in sicurezza i passaggi del cronoprogramma per non disattendere gli impegni del Pnrr: passaggio fondamentale per accedere alle nuove tranche dei finanziamenti europei.
Senza contare che la battaglia europea per il price cap sul gas non si ferma. Anche se il percorso diventa inevitabilmente più accidentato. Come conferma il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: “Sicuramente ci metteremo il massimo impegno per arrivare a questo risultato – assicura -. Però, avendo fatto cadere il governo è molto più difficile stare ai tavoli internazionali“.