Allarme Bonaccini: “Nomina commissario diventa tardiva”
Ieri il Consiglio dei ministri avrebbe dovuto analizzare il disegno di legge quadro che introdurrà la delibera di 'Stato di ricostruzione di rilievo nazionale', ma la riunione è slittata a martedì prossimo per impegni della presidente del Consiglio
La ricostruzione dell’Emilia-Romagna dopo l’alluvione resta uno dei temi più aspri del dibattito politico. Da un lato ci sono le opere da mettere in campo per ristabilire una nuova normalità sui territori colpiti, ma il rovescio della medaglia è la discussione che si è innescata sull’entità delle risorse da stanziare (e recuperare) e, soprattutto, chi dovrà gestirle e stilare il programma dei lavori.
Ieri il Consiglio dei ministri avrebbe dovuto analizzare il disegno di legge quadro predisposto dal ministro della Protezione civile e delle politiche del Mare, Nello Musumeci, che introdurrà la delibera di “Stato di ricostruzione di rilievo nazionale“, ma la riunione è slittata a martedì prossimo per impegni della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Dopodiché, come conferma anche il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, con un decreto verrà nominato il commissario straordinario.
Sui tempi ancora non c’è certezza, intanto “è passato più di un mese” fa notare il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. Che pur non trovandoci “nulla di drammatico” avvisa: “Sta cominciando a diventare un po’ troppo tardiva la nomina”. Anche perché “abbiamo consegnato una stima dei danni di 8,8 miliardi esclusi quelli indiretti, ma ne servono subito 1,8 miliardi per fare interventi per arginare le frane, rimettere a posto gli argini dei fiumi, recuperare e riaprire una parte di strade entro l’autunno per evitare che un evento ordinario diventi straordinario“, ricorda il governatore. Che molto probabilmente non verrà scelto per gestire la fase post-emergenziale, sebbene garantisca comunque al governo che “ogni euro dato all’Emilia-Romagna vi tornerà indietro con gli interessi“, perché “a noi la voglia di lavorare non la insegna nessuno“.
I numeri sono comunque impietosi. In agricoltura, ad esempio, secondo quanto emerge dall’elaborazione dell’Associazione Italiana Coltivatori sui dati della Protezione Civile, presentata nel corso del decimo congresso, “due aziende agricole su cinque sono state colpite direttamente dall’alluvione dell’Emilia-Romagna, con danni che si aggirano in media su oltre 70mila euro di danno per singola azienda”. Inoltre, sono stati compromessi più di 27mila ettari coltivati a vite mentre le coltivazioni di pesche e albicocche contano circa 220 milioni di danni e 237 milioni di mancati introiti nei prossimi tre anni, tempo che servirà per riportare i campi allo stato di normalità. “L’agricoltura è il settore più drammaticamente colpito dall’alluvione e c’è il rischio di pagare un conto salatissimo, se non si interviene subito – dice ancora Bonaccini -. Per questo al Governo chiediamo risorse e una tregua fiscale per dare sollievo a famiglie e imprese“.
La Regione, intanto, fa sapere che, tramite un’ordinanza del commissario straordinario per la gestione dell’emergenza, cittadini e professionisti potranno procedere da subito alla presentazione della richiesta del contributo di 5mila euro, quale primo rimborso per i danni subiti dalle abitazioni. Così come da subito e senza ulteriori adempimenti potranno attivare l’eventuale perizia per l’accertamento dei danni ulteriori. Ma il punto cruciale resta sempre la nomina del commissario, che per gli artigiani della Cna è “urgente“, visto che “a oltre un mese dalla catastrofe che ha travolto un’area con una estensione pari a sei volte quella di Roma, dove operano 130mila imprese con 443mila lavoratori, moltissime famiglie ancora non possono fare rientro nelle proprie abitazioni e migliaia di imprese non sono in grado di riprendere l’attività“.
In questo scenario, non si placa la polemica politica. Sono le parole del sottosegretario al Mit, Galeazzo Bignami, a scatenare la reazione delle opposizioni. L’esponente di FdI, ai microfoni di Radio24, dice: “Non ho grandi imputazioni da fare alle giunte locali romagnole, se non quelle cose che, parlando con i contadini, i coltivatori, chi manutiene i boschi mi hanno rappresentato, confermandomi un quadro: se non mantieni i boschi, gli alvei, i fiumi, non pulisci gli argini, non tieni i corpi idrici esenti da perforazioni e fessurazioni dovute agli animali, non manutiene i ponti e non sgombra i rami, inevitabilmente certe cose avvengano. Credo che lo sappiano tutti, poi è ovvio che se uno pensa che il vicepresidente della Regione Emilia-Romagna con delega a impatto e clima era Elly Schlein, lo credo che la sinistra debba fare una difesa di ufficio e reagisca malamente“. La replica non si fa attendere, con la capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Braga, che ha guidato una delegazione di deputati dem sui territori romagnoli colpiti dall’alluvione: “Bignami dove sei? Perché oggi siamo qui a raccogliere l’allarme per quello che ancora non si è fatto: mancano i fondi e manca un commissario. Comuni con bilanci in pericolo e cittadini e imprese ancora in attesa di aiuti. Il problema non sono gli amministratori, ma un governo assente e indifferente“. Tutti segnali che la partita è aperta, lunga e tutta da giocare.