Nasce l’intergruppo parlamentare sull’energia nucleare. Da anni il dibattito politico è animato e diviso dall’utilizzo di questa fonte di approvvigionamento, ma negli ultimi mesi, complice anche la crisi energetica, acuita dall’aggressione russa in Ucraina che ha accelerato la diversificazione del mix, la discussione è diventata più serrata. E forse urgente. L’attuale maggioranza, infatti, è favorevole a riattivare la ricerca sul nucleare nel nostro Paese, al punto che il tema più volte è stato sollevato nella campagna elettorale della scorsa estate e durante questi primi mesi del governo di Giorgia Meloni. Ma non è solo il centrodestra a ritenere necessario riattivare questa leva, perché al centro, ad esempio, la convinzione sembra ormai consolidata, almeno in Azione e Italia viva, con Carlo Calenda e Matteo Renzi che sul punto specifico non sembrano avere opinioni contrastanti. In questo scenario politico, e considerando il fatto che l’Italia partecipa alla ricerca sulla fusione, il Parlamento ha pensato che fosse giunto il momento di creare un organismo appositamente dedicato.
A promuovere l’intergruppo è la senatrice di Iv, Silvia Fregolent. “Per rompere un tabù ed eliminare i pregiudizi che continuano a far scontare al nostro Paese ritardi inspiegabili“, spiega. Rincarando la dose: “Una follia che l’Italia ha pagato caro con la crisi energetica“. L’esponente del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe, parte dall’assunto che “sappiamo che ci sono stati due referendum“, ma “da quel momento – sottolinea – le tecnologie sono andate avanti e i nostri migliori tecnici stanno lavorando all’estero proprio per creare il nucleare pulito“. Nelle intenzione dei promotori “l’intergruppo potrà garantire il dialogo tra il mondo istituzionale e i player del settore nucleare in modo da permettere la condivisione di elementi tecnici che possano determinare una decisione da parte delle istituzioni in modo consapevole e senza pregiudizi“, chiarisce ancora Fregolent. Nei prossimi giorni dovrebbe esserci anche la presentazione dell’organismo, al quale stanno ancora arrivando adesioni in queste ore.
Sarà una buona notizia per chi continua il lavoro scientifico sulla tecnologia nucleare. Come l’ENEA, il cui presidente, Gilberto Dialuce, intervenendo all’evento ‘L’energia per l’Italia e l’Ue: le fonti e le regole del mercato energetico’, organizzato martedì scorso a Roma da Withub, con la direzione editoriale di Gea ed Eunews, ha ribadito che nel processo di decarbonizzazione “c’è anche il nucleare da considerare“. Spiegando che a medio termine potrebbe esserci la possibilità di utilizzare i piccoli reattori modulari, definendoli “una svolta tecnologica“. Dialuce ha spiegato che “in Romania ci sono prototipi che stanno venendo costruiti con progetto di Enea” e “anche al centro del Brasimone presto ci sarà il primo prototipo in Italia, non alimentato a energia Nucleare ma per testare la tecnologia“. Un dossier ‘candidabile’ per il nuovo intergruppo parlamentare.