Patto Italia-Usa per l’energia: più Gnl americano e Italia hub Mediterraneo

Il segretario americano Burgum è ricevuto anche da Adolfo Urso, con cui discute di materie prime critiche

L‘impegno dell’Italia ad acquistare più gas naturale liquido dagli Stati Uniti è siglato in una dichiarazione congiunta firmata Gilberto Pichetto Fratin e dal segretario all’Interno e presidente del Consiglio nazionale per il dominio energetico della Casa Bianca, Doug Burgum. Nero su bianco, Roma riconosce il “ruolo vitale” del gnl degli States per “assicurare la sicurezza nel settore energetico, soprattutto alla luce del panorama geopolitico in evoluzione e dell’importanza di una fornitura adeguata all’Italia e all’Europa di una cruciale fonte energetica di transizione come il GNL e il gas naturale“. Ma nel documento viene anche riconosciuto il “ruolo strategico” dell’Italia come hub nel Mediterraneo.

Nel dossier, c’è l’impegno per la competitività, con semplificazioni normative, per costruire un futuro in campo energetico “più prospero, sicuro e a prezzi sostenibili in linea con le rispettive priorità, obiettivi e piani dei nostri due paesi, all’interno e all’estero”. Un accordo stretto nell’ottica di diversificazione delle fonti e delle vie di trasporto dell’energia. “È una priorità che il Governo si è data anche per rispondere alla domanda dei nostri cittadini e delle nostre imprese cui dobbiamo garantire energia sicura e sostenibile grazie a prezzi accessibili che sostengano la competitività delle nostre industrie, che resta l’obiettivo centrale anche per l’Europa”, osserva Pichetto, che illustra al segretario Usa le iniziative legislative del Governo per riaprire al nucleare. Il Gnl americano “contribuisce alla sicurezza degli approvvigionamenti anche grazie alla maggiore affidabilità della rotta che conduce dagli Usa all’Italia e all’Europa rispetto ai rischi geopolitici che si registrano su altre rotte”, ribadisce il ministro.

Centrale nella dichiarazione congiunta anche il ruolo dell’intelligenza artificiale per l’ottimizzazione e la sicurezza delle reti energetiche. Uno strumento in grado di “rivoluzionare” il settore dell’energia.

Il segretario americano è anche ricevuto dall’inquilino del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, con cui discute di cooperazione nel settore minerario, di progetti congiunti lungo l’intera catena del valore delle materie prime critiche e di investimenti reciproci. “Vogliamo rafforzare la nostra autonomia attraverso la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, per raggiungere un ruolo chiave nella duplice transizione, green e digitale”, spiega Urso. Per l’Italia, Washington può diventare un partner strategico per lo sviluppo della value-chain mineraria: si aprono opportunità di cooperazione con aziende statunitensi attive nel campo dell’estrazione, della raffinazione e del riciclo delle materie prime critiche. Roma ha già adottato una legge in materia per analizzare la domanda e i fabbisogni del Paese e rilanciare il settore minerario del Paese, che conta circa la metà delle 34 materie prime considerate critiche dall’Unione Europea. Una delegazione del Mimit parteciperà alla Conference on Critical Minerals and Materials in programma nei prossimi giorni a Chicago.