“Lo dico ai sindaci e a chi ha immaginato scenari catastrofici: gli interventi previsti all’interno del Piano vanno avanti avanti, non c’è nessuna interruzione rispetto a tutto ciò che è previsto, non saranno oggetto di definanziamento”. Il ministro agli Affari Europei, Coesione, Sud e Pnrr, Raffaele Fitto, tuona in Aula alla Camera durante le comunicazioni sul Pnrr. Il riferimento è alle nove misure che l’esecutivo ha deciso di cancellare dal Pnrr, come è riportato a pagina 150 del documento approvato dalla cabina di regia. Sono progetti che valgono in tutto 16 miliardi, da quelli per la lotta al dissesto idrogeologico alla decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto. E Fitto ribadisce: “Noi non stiamo dicendo quello che spesso ascolto, cioè che noi revochiamo il finanziamento di 9 interventi che, in molti casi, hanno delle obbligazioni giuridicamente vincolanti. Non solo saremo degli irresponsabili a farlo, ma non avremmo capito nulla di quello di cui stiamo parlando. Quindi, è bene che su questo si dicano le cose con chiarezza“.
Intanto, sulla questione relativa al dissesto idrogeologico,1,2 miliardi di interventi, “vogliamo spiegare quali sono i progetti previsti? Se un progetto del 2010, del 2014 o del 2016, che non ha visto ancora l’avanzamento, viene inserito nel Pnrr, con criteri totalmente differenti e che oggi non è ancora partito, siamo tranquilli e convinti che venga realizzato a giugno del 2026 o dobbiamo porci qualche problema per evitare che in quella data venga revocato e noi dovremo restituire le risorse?“. Per Fitto “basta fare una verifica specifica per trovare l’elenco delle questioni relative alle risorse del dissesto idrogeologico “, aggiunge riferendosi, in particolare, all’Accordo di programma fra il ministero dell’Ambiente e le Regioni, ai Patti per il Sud della Libera Cipe del 10 agosto 2016, alla delibera del 26 agosto del 2016, al Piano aree metropolitane, al Piano operativo per il dissesto di idrogeologico del 2019, al Piano stralcio 2019, al Piano stralcio del 2020. “Parliamo di questi interventi, ma di progetti in essere” cioè “precedentemente finanziati con norme nazionali e che sono stati inseriti all’interno del Pnrr: 65 miliardi di euro, più 15 miliardi di Fondo di sviluppo e coesione inseriti dal governo Conte, per un totale di 80 miliardi di euro, e che sono stati ridotti a 67 complessivamente (52 miliardi di progetti in essere, più 15 miliardi di Fondo coesione e sviluppo dal governo Draghi). Dobbiamo sottolineare che nell’ambito dei 291 miliardi di euro relativi alle risorse del Pnrr, 67 miliardi sono di progetti precedenti, che erano stati già finanziati e che sono stati spostati dentro il Piano, con tutte le difficoltà che comporta“.
E poi, la misura relativa agli interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni, da 6 miliardi di euro, “deve puntare principalmente ad affrontare i rischi idrogeologici nelle aree urbane e metropolitane, cioè quelle riguardanti inondazioni, erosioni o instabilità degli edifici che causano un grave deterioramento, tra l’altro, del parco immobiliare, delle reti dei servizi sotterranei e della rete stradale“, sottolinea il ministro. “La visura, sempre in ambito della macroarea rischio idrogeologico, prevede un insieme variegato di interventi finalizzati a prevenzione e mitigazione dei danni connessi al rischio idrogeologico, messa in sicurezza dei centri abitati, degli edifici, di strade, ponti e viadotti, efficienza energetica degli edifici e degli impianti di illuminazione pubblica e i soggetti attuatori beneficiari degli investimenti sono i comuni“.
Il governo non sta immaginando di “definanziare i Piano urbano integrati di questo o quel Comune”. E “non c’è nessuno che immagina di definanziare il tema relativo alla rigenerazione urbana – aggiunge -. Anche qui, progetti in essere progetti del 2020, siamo convinti che la fase di avanzamento sia compatibile con le date di scadenza previste dal Pnrr? Io devo dire di no, ma saremo molto soddisfatti se, nel confronto dei prossimi giorni con la Commissione europea, questo venisse messo per iscritto, in modo che tutti saremo tranquilli rispetto a quello che accadrà dopo”.