Price cap gas, l’Ue trova l’accordo: scatterà sopra i 180 euro/MWh

Il Consiglio Energia ha approvato il tetto al prezzo del gas. Ira di Mosca: E' inaccettabile, contrario ai principi di mercato

Accordo. Quasi otto ore dopo l’avvio dei lavori del Consiglio Ue a Bruxelles, i ministri dell’energia hanno raggiunto nel pomeriggio un’intesa politica per fare entrare in vigore da febbraio 2023 un meccanismo di correzione del mercato in caso di picchi di prezzo del gas, il ‘price cap’ tanto richiesto dai governi Ue quanto divisivo e a lungo rimandato.

L’accordo politico sul tetto al prezzo del gas ha permesso ai ministri di sbloccare oggi anche il via libera ufficiale ad altri due regolamenti di emergenza rimasti in ostaggio del Consiglio per il mancato accordo sul tetto al prezzo del gas: il regolamento per l’accelerazione delle autorizzazioni delle energie rinnovabili (proposto il 9 novembre) e il pacchetto anti caro-energia, che include acquisti congiunti di gas, il nuovo benchmark per il Gnl e le misure di solidarietà tra Stati membri (datato 18 ottobre). Dopo molte difficoltà e riunioni infruttuose, i ministri lasciano Bruxelles con un’intesa politica per attivare automaticamente il ‘price cap’ di fronte a due condizioni contemporaneamente: quando il prezzo del gas sul mercato olandese TTF supera i 180 euro per Megawattora per 3 giorni lavorativi e quando il prezzo TTF mensile è superiore di 35 euro rispetto al prezzo di riferimento del GNL sui mercati globali per gli stessi tre giorni lavorativi.

Queste le due condizioni (‘trigger’) per attivare il meccanismo vero e proprio di correzione del mercato (che si attiverà in automatico con solo un “avviso di correzione del mercato” da parte dell’agenzia Acer), che avrà invece una componente dinamica, come richiesto da alcuni Paesi come l’Italia. Una volta soddisfatte le condizioni e attivato il meccanismo, in sostanza non saranno consentite transazioni sul gas al sopra di un cosiddetto “limite di offerta dinamica“, che si definisce come il prezzo di riferimento calcolato sulla base degli indici globali dei prezzi del Gnl, più un massimo di 35 euro/MWh. L’intesa prevede però che se il prezzo di riferimento del GNL è sotto ai 145 euro, il limite di offerta dinamica rimarrà comunque pari alla somma di 145 euro e 35 euro (per arrivare alla soglia di 180). Disattivazione e sospensione: Una volta attivato, il limite dell’offerta dinamico sarà applicato per almeno 20 giorni lavorativi, ma con la possibilità di disattivarlo o sospenderlo in ogni momento attraverso due procedure diverse. Quando il limite di offerta dinamica è inferiore a 180 euro/MWh per tre giorni lavorativi consecutivi, verrà automaticamente disattivato, così come di fronte a un’emergenza regionale o dell’intera Ue dichiarata dalla Commissione europea (ad esempio, in caso di razionamento del gas). Di fronte a rischi per la sicurezza dell’approvvigionamento energetico, la stabilità finanziaria, i flussi di gas all’interno dell’UE o rischi di aumento della domanda di gas, invece alla Commissione europea resta il potere di adottare un decisione di esecuzione e sospendere il meccanismo di correzione del mercato nell’immediato.

L’accordo raggiunto a fatica a Bruxelles è salutato dall’Ue con molta soddisfazione. Per il ministro ceco per il commercio e l’industria, Jozef Síkela, che ha presieduto la riunione in veste di presidente di turno l’accordo è un “bilanciato compromesso tra due fazioni opposte: da un lato, abbiamo concordato su un meccanismo efficace che proteggerà i cittadini e le imprese dagli eccessi che abbiamo visto quest’estate; dall’altro, abbiamo assicurato salvaguardie per far sì che il mercato europeo resti attrattivo per i fornitori di gas“. Per la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, le decisioni adottate oggi consentiranno all’UE “di prepararsi per il prossimo inverno in modo più efficace e accelerare la diffusione delle energie rinnovabili“, ha scritto in un tweet.

Da Mosca, la reazione è stata tutto meno che di soddisfazione. “L’accordo dei ministri Ue sul tetto al prezzo del gas è inaccettabile”, ha riferito il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, spiegando che l’intesa “è contraria ai principi di mercato“. Si tratta di “una violazione del processo di determinazione dei prezzi di mercato, un’invasione del processo di mercato, qualsiasi riferimento al massimale non può essere accettabile“, ha detto Peskov. Ci vorrà del tempo, ha detto, per “soppesare a fondo i pro e i contro” per elaborare una risposta adeguata da parte della Russia. Per il ministro per l’ambiente e la sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, invece si tratta di una vittoria su tutta la linea e le “reazioni della Russia sono la dimostrazione che questo tetto serve ed è efficace”.