Bene la transizione ecologica, ma non sia imposta dall’Ue. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, è tornato ad ‘attaccare” la linea europea verso le norme e delle direttive che puntano, in particolare, alle case e auto green. Parlando a Radio24, il vicepremier ha detto che “non c’è il partito di quelli che amano l’ambiente e il partito di quelli che amano l’inquinamento. Io vivo in una delle zone più inquinate del mondo che è la Pianura Padana e vorrei che i miei figli crescessero con i polmoni sani, però vorrei che gli italiani continuassero a lavorare”. “Ci sono tecnologie – ha aggiunto – che emettono ormai quasi zero, dire solo elettrico o niente è un’impuntatura ideologica dietro la quale non vorrei ci fossero anche spinte o finanziamenti cinesi, perché altrimenti una scelta così sciocca non si spiega”.
Ieri Salvini ha incontrato a Strasburgo i suoi omologhi di una dozzina di Paesi per fare il punto sull’Euro7 e sullo stop alle auto con motori a combustione dal 2035. “E’ stata una giornata positiva. Con i ministri tedesco, polacco, portoghese, slovacco, rumeno e tanti altri – circa una dozzina – contiamo di essere in maggioranza per dire che la transizione ecologica è fondamentale” così come lo è “portare il parco bus e auto a emettere di meno, ma non può essere fatto con imposizioni, obblighi e divieti”. Anche perché, ha ricordato Salvini, “l’elettrico in questo momento costa di più e nel suo ciclo di vita completo forse inquina anche di più”. Insomma, “costringere tutto il continente a passare nel giro di poco tempo solo all’elettrico – senza altre soluzioni ugualmente meno inquinanti – significa consegnarsi mani e piedi alla Cina”. “Stiamo lavorando come matti per cercare il gas nel mondo ed essere indipendenti dalle forniture russe”, ha spiegato Salvini, quindi “non possiamo passare dal gas russo all’elettrico cinese tout court”.
E’ necessario, ha ribadito, che la transizione ecologica non diventi “una strage economica”. E il rischio, ha ricordato, c’è. Ad, esempio, sulle case green. “Ci sono 8 milioni di abitazioni in classe F e G – ha detto – e se uno ce l’ha così è evidente che non ha i quattrini per metterla a norma. Quindi imporre” la direttiva sulle case green “con così poco tempo, rischia di imballare il settore dell’edilizia e mettere in difficoltà milioni di famiglie”. “Chiediamo più tempo – ha aggiunto – più buon senso, incentivi, non multe. Il problema sia sull’auto sia sulla casa ci sono imposizioni, divieti, multe o tasse: la transizione ecologica va accompagnata, spiegata e cofinanziata”.
Più volte il ministro ha ribadito che si sta “correndo come matti”. “Quanti italiani hanno preso un’auto elettrica e l’hanno ridata indietro perché mancano le stazioni di ricarica? Al ministero ho in mano questo dossier. Stiamo cercando di mettere colonnine di ricarica ovunque – ha detto – ma pensate alle grandi città o ai Paesi” di montagna…”è complicato e non lo puoi fare per imposizione di Bruxelles, in poco tempo e spendendo miliardi che non ci sono”.