Una cabina di regia, un commissario straordinario, un osservatorio permanente in ogni autorità di bacino. E ancora: un fondo per gli invasi e multe molto più salate per le estrazioni illecite di acqua.
Il consiglio dei ministri dà il via libera al decreto Siccità, che servirà per affrontare l’estate, prima, per evitare di ripiombare nell’emergenza poi.
“C’è tanto verde, ma questo verde ha sete, come hanno sete i nostri agricoltori, i nostri figli, le nostre industrie, stiamo cercando di racimolare il racimolabile”, spiega il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini.
Il Commissario potrà adottare interventi urgenti e resterà in carica fino al 31 dicembre 2023, ma potrà essere prorogato fino alla fine del 2024. Eserciterà le sue funzioni sull’intero territorio nazionale, sulla base dei dati degli osservatori distrettuali permanenti. In via d’urgenza, sarà sua la realizzazione degli interventi di cui sarà incaricato dalla Cabina di regia. Per farlo, opererà in deroga a ogni disposizione di legge diversa da quella penale (nel rispetto della Costituzione, dei principi generali dell’ordinamento giuridico e delle disposizioni del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, dei vincoli inderogabili derivanti dall’appartenenza all’Unione europea).
La cabina di regia sarà un organo collegiale presieduto dalla premier Giorgia Meloni o, su sua delega, dal vicepremier Salvini e composto da lui, da Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente), Raffaele Fitto (Affari europei), Francesco Lollobrigida (Agricoltura), Nello Musumeci (Protezione civile e politiche del mare), Roberto Calderoli (Affari regionali) e Giancarlo Giorgetti (Economia). Alessandro Morelli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al coordinamento della politica economica e programmazione degli investimenti pubblici, partecipa alle riunioni come segretario. La prima riunione della cabina sarà entro un mese. L’organo avrà funzioni di indirizzo, coordinamento e monitoraggio per il contrasto della crisi idrica ed entro un mese dall’entrata in vigore del decreto effettua una ricognizione delle opere e degli interventi urgenti, finanziati anche con risorse oggetto di autorizzazioni di spesa non ancora impegnate o comunque altrimenti disponibili. Cambia la disciplina degli impianti di desalinizzazione. Quelli di capacità pari o superiore a 200 litri al secondo saranno sottoposti a verifica di assoggettabilità a Via, la valutazione di impatto ambientale.
Per gli invasi, la sicurezza e la gestione, ci sarà un fondo ad hoc nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, destinato alla realizzazione delle operazioni di sghiaiamento e sfangamento delle dighe. Il commissario, d’intesa con la regione territorialmente competente, provvede alla regolazione dei volumi e delle portate derivati dagli invasi, nei limiti delle quote autorizzate dalle concessioni di derivazione e dagli atti adottati dalle autorità di vigilanza, in funzione dell’uso della risorsa.
A scopo di irrigazione, le Regioni potranno dare l’ok anche all’uso di acque reflue depurate prodotte dagli impianti di depurazione già in esercizio, fino al 31 dicembre 2023.
Presso ciascuna Autorità di bacino distrettuale è istituito un osservatorio distrettuale permanente sugli utilizzi idrici, che supporterà per il governo integrato delle risorse idriche e cura la raccolta, l’aggiornamento e la diffusione dei dati relativi alla disponibilità e all’uso della risorsa nel distretto idrografico di riferimento, compresi il riuso delle acque reflue, i trasferimenti di risorsa e i volumi eventualmente derivanti dalla desalinizzazione, i fabbisogni dei vari settori d’impiego, con riferimento alle risorse superficiali e sotterranee.
Mutui e finanziamenti sospesi per i concessionari di piccole derivazioni a scopo idroelettrico fra l’1 maggio 2023 e il 31 ottobre 2023 e senza oneri aggiuntivi. La sospensione può essere richiesta anche in relazione ai pagamenti dei canoni per contratti di locazione finanziaria su beni mobili o immobili strumentali allo svolgimento delle attività di concessionario di piccole derivazioni a scopo idroelettrico. Multe molto più salate in caso di estrazione illecita di acqua: salgono da una forbice di 4.000-40.000 euro a una di 8.000-50.000 euro. Per gli inadempimenti nell’ambito delle attività di esercizio e manutenzione delle dighe, passano da 400-2.000 euro a 2.000-10.000 euro. Entro trenta giorni dall’entrata in vigore del decreto, verrà approvato un piano di comunicazione per sensibilizzare i cittadini sulla situazione di crisi idrica e le gravi conseguenze che potrebbe portare sul tessuto economico e sociale e informare sul corretto utilizzo della risorsa idrica.