Presidenti, governo e fiducia: i passaggi della nuova legislatura

Ora che le elezioni politiche sono concluse, il Paese ha delineato una maggioranza cui spetterà il compito di guidare il governo, restano solo dei passaggi tecnico-istituzionali da compiere

Ora che le elezioni politiche sono concluse, il Paese ha delineato una maggioranza cui spetterà il compito di guidare il governo, restano solo dei passaggi tecnico-istituzionali da compiere. Tra insediamento delle nuove Camere, consultazioni e giuramento, se ci fosse già un accordo definito su nomi e ruoli tra i partiti del centrodestra, i tempi potrebbero ridursi – nella migliore delle ipotesi – a circa 30 giorni. Di seguito le tappe che porteranno al nuovo esecutivo.

INSEDIAMENTO CAMERE

Camera e Senato sono convocate per la prima seduta il prossimo 13 ottobre. Qualche giorno prima, i nuovi deputati e senatori dovranno però presentare le famigerate minuzie (impronta, fotografie per i tesserini, recapiti e informazioni per il trattamento economico).

PRIMA SEDUTA

La prima seduta dei due rami del Parlamento sarà presieduta dai membri anziani delle due assemblee. Per il Senato è il membro più anziano, mentre a Montecitorio il compito spetta al vicepresidente più anziano della passata legislatura, qualora eletto. In quel caso si passerebbe al vicepresidente più anziano delle passate legislature o in alternativa al ‘decano’ dei deputati.

ELEZIONE PRESIDENTI

Il primo punto all’ordine del giorno della prima seduta delle camere è l’elezione del presidente. Alla Camera la votazione avviene a scrutinio segreto a maggioranza dei due terzi dei componenti. Dal secondo scrutinio è richiesta la maggioranza dei due terzi dei voti, computando tra i voti anche le schede bianche e dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti. A Palazzo Madama è eletto chi ottiene la maggioranza assoluta dei voti dei componenti dell’assemblea. Se non viene raggiunta nei primi due scrutini, si procede, il giorno successivo, ad una terza votazione, nella quale è sufficiente la maggioranza assoluta dei presenti, computando tra i voti anche le schede bianche. Se anche in questo caso nessuno risulta eletto, si procede lo stesso giorno al ballottaggio tra i candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti nel terzo scrutinio. A parità di voti è eletto o entra in ballottaggio il più anziano di età.

CONSULTAZIONI

Una volta che le due assemblee avranno eletto il proprio presidente, Sergio Mattarella potrà dare il via alle consultazioni. Convocherà nella Sala della Vetrata al Quirinale sentirà la seconda e la terza carica dello Stato, dopodiché gli ex presidenti della Repubblica in vita. Poi, stilerà un calendario con i partiti politici che hanno siedono in Parlamento: di solito si parte da quelli con minore rappresentanza e si conclude con quelli che ne hanno più di tutti.

PREMIER INCARICATO

Quando avrà terminato il giro di consultazioni, qualora ci siano le condizioni per formare una maggioranza, il presidente della Repubblica affida l’incarico al presidente del Consiglio di formare un nuovo governo, suggerendo i nomi dei ministri da nominare. Il premier incaricato accetta e si prende, solitamente, 48 ore per sciogliere la riserva. In uno scenario ben delineato, i tempi potrebbero essere anche più brevi.

NUOVO GOVERNO

Il presidente del Consiglio verifica che esiste una maggioranza e scioglie la riserva. A quel punto il presidente della Repubblica nomina il presidente del Consiglio e, su sua proposta, i nuovi ministri.

GIURAMENTO

Una volta formata la squadra, il presidente del Consiglio e il nuovo esecutivo giurano nelle mani del capo dello Stato. Recitando la formula al Quirinale: “Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione”.

PASSAGGIO CAMPANELLA

Dopo il giuramento, il nuovo premier riceve la campanella da quello uscente. La campanella serve ad aprire le sedute del Consiglio dei ministri.

FIDUCIA

Prima di entrare nella pienezza delle funzioni, il governo deve ottenere la fiducia dei due rami del Parlamento. Una volta che anche questo passaggio è espletato, ha pieno titolo di operare.