Energia, l’esperienza norvegese: gas, petrolio e stoccaggio di Co2
Leader nell’estrazione di gas e petrolio, ma anche capofila nella Ccs, la Carbon Capture and Storage (cattura, trasporto e stoccaggio di anidride carbonica).
Sono decenni che la Norvegia corre più veloce degli altri per coniugare sviluppo ed ecologia. Così, dalla sua residenza romana, l’ambasciatore Johan Vibe riunisce il gotha della ricerca e rivendica l’esperienza e la creatività di Oslo “quando si tratta di trasformare la transizione energetica in realtà“. Il paese è “importante partner energetico per l’Europa“, osserva il diplomatico: “Si parla dell’Italia come futuro hub energetico d’Europa, noi lo siamo già nel mare del Nord“.
La Norvegia aderisce agli stessi obiettivi climatici dell’Unione Europea e ha già compiuto passi fondamentali verso un futuro a basse emissioni. Nella corsa verso la transizione, ha attivato strumenti diversi e diverse tecnologie. Per anni, ad esempio, è stata uno dei principali partner nei progetti forestali per salvaguardare i pozzi di carbonio naturali. Però il Paese individua anche un grande bisogno di “pozzi tecnici di carbonio“, quelli dedicati alla cattura e stoccaggio, appunto. Soprattutto nei settori “difficili da abbattere” dell’industria, che contribuiscono a circa il 30% delle emissioni globali.
Oltre 20 anni di esperienza nella Ccs e un grande potenziale per lo stoccaggio offshore. Nella residenza di Porta Pinciana, l’ambasciatore apre le porte ad Anne-Mette Cheese, senior advisor di Gassnova, l’azienda di Stato controllata dal ministero dell’Energia norvegese, che lavora ad assicurare che cattura, trasporto e stoccaggio della Co2 possano diventare una soluzione rilevante nella mitigazione dei cambiamenti climatici; Jan Theulen, direttore tecnologie di Heidelberg Materials, azienda che prevede di catturare 400mila tonnellate di Co2 all’anno per lo stoccaggio permanente e realizzerà il primo progetto al mondo di Ccs su scala industriale in un impianto di produzione del cemento a Brevik; Olav Oye, senior advisor di Bellona Foundation, una no profit indipendente fondata nel 1986, che punta a combattere i cambiamenti climatici implementando soluzioni soluzioni sostenibili; Renata Menguolo, principal geologist di Northern Lights, primo progetto commerciale al mondo per la ‘fase 2’, che fornisce servizio aperto a clienti di trasporto e stoccaggio di Co2.
Sono tutti coinvolti nella costruzione della catena del valore necessaria per trasformare questa tecnologia in “un vero punto di svolta“, scandisce Vibe: “Proteggerà e creerà posti di lavoro, aiutandoci a garantire una giusta transizione verso Net Zero”. L’obiettivo è informare e condividere le esperienze sulla Ccs in Europa. La cooperazione con i vicini nel Mare del Nord è già partita, con il trasporto del carbonio per lo stoccaggio nella piattaforma norvegese e l’invio di idrogeno in cambio. Sull’esperienza è già partito un tavolo di stakeholder tra Oslo e Roma per discutere di come si possa esportare nel Mediterraneo.