Campi Flegrei, modello IA rivela nuovi sciami sismici e faglie nascoste

Per comprendere l’escalation di instabilità nei Campi Flegrei entra in campo l’intelligenza artificiale. Come quando si regola l’obiettivo di una fotocamera per rendere nitida un’immagine sfocata, il nuovo approccio consente ai ricercatori di identificare terremoti che gli strumenti precedenti non erano in grado di individuare da enormi insiemi di dati di monitoraggio sismico. La ricerca, frutto della collaborazione tra la Stanford University, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) – Osservatorio Vesuviano e l’Università degli Studi di Napoli Federico II, rivela un numero di terremoti quattro volte superiore a quello rilevato dagli strumenti precedenti e individua faglie precedentemente sconosciute.

Conoscere la posizione e la lunghezza di una faglia – lo spazio tra due blocchi di roccia che si muovono e causano terremoti – può aiutare i ricercatori a determinare la magnitudo dei terremoti futuri. Queste informazioni sono fondamentali per informare i residenti e gli urbanisti sui potenziali rischi e sulle opzioni di mitigazione.

Lo studio, pubblicato su Science, utilizza un modello di intelligenza artificiale creato a Stanford per fornire informazioni precise sulla posizione e la magnitudo dei terremoti in tempo quasi reale. Secondo i ricercatori, i risultati promettenti ottenuti nei Campi Flegrei suggeriscono che il sistema potrebbe essere adattato per migliorare la comprensione di altre aree dotate di sistemi di monitoraggio sismico, come Santorini, in Grecia, che all’inizio dell’anno ha subito una prolungata serie di terremoti. Individuare rapidamente l’origine di un terremoto durante un’attività sismica improvvisa e intensa è fondamentale per una risposta efficace alle emergenze.

Da gennaio ad agosto 2025 nei Campi Flegrei si sono verificati cinque terremoti con magnitudo superiore a 4. La nuova ricerca amplia la sismicità registrata dalle stazioni di monitoraggio dal 2022 al 2025 da circa 12.000 a oltre 54.000 terremoti. I dati hanno rivelato due faglie convergenti sotto la città di Pozzuoli, monitorata continuamente dall’inizio degli anni ’80, quando l’instabilità ha causato un innalzamento del terreno di oltre 1,8 metri e più di 16.000 terremoti hanno provocato l’evacuazione di 40.000 residenti.

“Queste lunghe faglie suggeriscono che un terremoto di magnitudo 5 non è da escludere”, ha affermato il coautore dello studio Bill Ellsworth, che co-dirige lo Stanford Center for Induced and Triggered Seismicity. “Sappiamo da tempo che questo è un luogo a rischio, fin dagli anni ’80, quando parte della città è stata evacuata, e ora stiamo vedendo per la prima volta le strutture geologiche che ne sono responsabili”.

La posta in gioco è alta per comprendere il complesso sistema naturale dei Campi Flegrei, che negli ultimi 40.000 anni ha prodotto due delle più grandi eruzioni in Europa. Tuttavia, a causa del potenziale pericolo per le persone e dei danni agli edifici e alle infrastrutture, “una delle maggiori preoccupazioni a breve termine nei Campi Flegrei non è un’eruzione, ma un terremoto moderato a bassa profondità”, ha affermato Beroza.

I Campi Flegrei sono una caldera larga 13 km, un’enorme depressione formata da grandi eruzioni vulcaniche circa 39.000 e 15.000 anni fa. Oltre alle eruzioni, subisce sollevamenti e cedimenti del terreno, chiamati bradisismo. “In precedenza, la struttura della sismicità nella caldera era indistinta, mentre ora abbiamo osservato una faglia ad anello molto sottile e ben marcata, coerente con le caratteristiche della superficie, in particolare al largo, e anche con l’area che sta subendo un sollevamento”, ha affermato Beroza.

“I nostri colleghi italiani sono rimasti sorpresi nel vedere l’anello così chiaramente”, ha aggiunto l’autore principale dello studio Xing Tan, dottorando in geofisica nel laboratorio di Beroza. “Si aspettavano di vedere qualcosa a sud, dove i dati precedenti avevano rivelato una sismicità sparsa, ma a nord non l’avevano mai vista così chiaramente”.

La ricerca suggerisce che l’inflazione complessiva della caldera sta guidando l’attività sismica attraverso la pressione. Gli autori dello studio non hanno osservato alcuna prova della migrazione verso l’alto del magma, il che riduce la preoccupazione a breve termine che l’area possa subire un’eruzione magmatica, secondo lo studio.

Scoperta cavità sotto i Campi Flegrei: nuova luce sulla gestione dei rischi

Risuona nello stesso modo dal 2018 ed è così che un team internazionale guidato dall’Università di Pisa ha scoperto una cavità nascosta sotto i Campi Flegrei a 3,6 km di profondità, relativamente vicina alla superficie. La ricerca, pubblicata su Nature Communications Earth and Environment e frutto di una collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e il GFZ Helmholtz Centre for Geosciences di Potsdam, apre nuove prospettive per comprendere l’evoluzione del sistema vulcanico e valutare meglio i rischi associati.

La cavità individuata per la prima volta mette in comunicazione il serbatoio profondo responsabile del sollevamento del suolo con le fumarole superficiali di Solfatara e Pisciarelli. E’ lunga circa un chilometro, larga circa 650 metri con uno spessore medio di 35 centimetri e un volume complessivo intorno ai 220.000 metri cubi. Le analisi non ha rivelato con certezza il contenuto forse gas ad alta pressione o fluidi magmatici.

“Abbiamo individuato la cavità grazie all’analisi di segnali sismici di lunghissimo periodo (VLP) – spiega Giacomo Rapagnani, dottorando dell’Università di Pisa e e primo autore dello studio – Questa struttura risuona sempre alla stessa frequenza (0,114 Hz) da almeno sette anni, segno che le sue dimensioni e la sua composizione sono rimaste stabili nel tempo, si tratta di un indizio prezioso per comprendere come si evolvono i flussi di fluidi nel sottosuolo e individuare eventuali segnali di variazione strutturale che potrebbero indicare un aumento del rischio vulcanico”.

I Campi Flegrei, situati nel Golfo di Napoli, sono tra i complessi vulcanici più monitorati al mondo. Dal 2005 l’area è interessata da una nuova fase di sollevamento del suolo, nota come bradisisma, accompagnata da terremoti di intensità crescente. L’evento sismico più forte, di magnitudo Md 4.6, è avvenuto il 30 giugno 2025.

“Abbiamo analizzato oltre cento terremoti avvenuti dal 2018 a oggi – continua Rapagnani è così emerso che in coincidenza con i terremoti più intensi si attiva una “risonanza” a bassa frequenza che ha rilevato appunto l’esistenza della frattura. È un comportamento simile a quello osservato in altri vulcani attivi, ma mai documentato prima nei Campi Flegrei”. “Questo studio evidenzia come lo sviluppo e l’applicazione di tecniche sofisticate per l’analisi dei dati sismologici siano fondamentali per comprendere a fondo processi geofisici complessi, come i terremoti e le eruzioni vulcaniche – aggiunge Francesco Grigoli coautore dell’articolo e professore di Geofisica dell’Università di Pisa – Solo spingendo al limite le nostre capacità di analizzare grandi quantità di dati eterogenei possiamo migliorare la comprensione di questi fenomeni e mitigare con maggiore efficacia i rischi a essi associati”.

Lo studio è frutto della collaborazione tra l’Università di Pisa, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e il GFZ Helmholtz Centre for Geosciences di Potsdam (Germania). Gli autori sono Giacomo Rapagnani, Simone Cesca, Gilberto Saccorotti, Gesa Petersen, Torsten Dahm, Francesca Bianco e Francesco Grigoli.

Campi Flegrei, torna la paura: firmato stato mobilitazione. Mattarella sente Manfredi

Torna la paura nei Campi Flegrei. Una scossa di magnitudo 4.4 getta in strada e nel panico la comunità, estenuata da due anni di sciame sismico praticamente ininterrotto. Si tratta della più forte scossa registrata in epoca strumentale nella zona, insieme a quella del 20 maggio 2024.

Undici le persone rimaste ferite, un uomo è stato sepolto dal crollo del controsoffitto a Pozzuoli, contuso ed escoriato ma salvato dai vigili del fuoco. Altre tre persone sono state ferite da schegge di vetro e per sette i ricoveri sono stati dovuti a crisi di panico. In tutto il territorio ci sono crolli non strutturali, tra cui parte del campanile della chiesa di Sant’Anna a Bagnoli. Anche una scuola, la Viviani di Pozzuoli, è interessata da ‘distaccamenti’ non strutturali, in forma precauzionale e per consentire le verifiche, tutte gli istituti della zona vengono chiusi. “Abbiamo seguito le vicende attentamente, la situazione complessiva ci lascia moderatamente tranquilli”, spiega il prefetto di Napoli, Michele Di Bari.

E’ stato uno stress test importante per il patrimonio edilizio e non ci sono stati danni strutturali. La convivenza col grande sisma è l’unica risposta“, ammette il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che nel primo pomeriggio viene contattato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il capo dello Stato si informa sulla situazione che vive il territorio ed esprime vicinanza ai cittadini.

La premier, Giorgia Meloni, fa sapere dal mattino di monitorare costantemente l’evolversi della situazione. Si tiene in contatto con il sottosegretario Alfredo Mantovano, con il ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, e con il capo del dipartimento della Protezione Civile, Fabio Ciciliano.

Il ministro per la protezione Civile ha firmato lo stato di mobilitazione nazionale chiesto dal presidente della Regione, Vincenzo De Luca. “E’ una delle zone più complesse al mondo, ve lo dico senza ipocrisia, chiedetela agli altri l’ipocrisia”, tuona Musumeci, denunciando una mancanza di attenzione delle istituzioni precedenti per una zona su cui insiste sia il rischio vulcanico che quello bradisismico. Una delle soluzioni, per il ministro, passa dalla prevenzione non strutturale, che prevede anche di istruire i ragazzi del territorio dei rischi e su come comportarsi in caso di evento. La mobilitazione nazionale permette al Dipartimento di Protezione Civile di coordinare gli interventi e le strutture operative, a supporto delle autorità regionali, garantendo assistenza alle popolazioni e interagendo direttamente con forze dell’ordine, vigili del fuoco, ambulanze.

Al momento, l’ipotesi di evacuazione dei “non è da scartare”, spiega il ministro, ma avverrà solo ascoltati i vulcanologi e sarà oggetto di esame tra i tecnici “solo qualora dovessero dirci di essere in prossimità di evoluzione accentuata”. Il piano che prevede l’evacuazione e il gemellaggio con le altre Regioni, però, è solo sulla pianificazione del rischio vulcanico. Il piano di emergenza per rischio bradisismico prevede lo spostamento persone che voglio lasciare la propria casa in aree di accoglienza.

Sappiamo che siamo nel mezzo di un complesso sciame sismiche che dura da un paio di anni, con migliaia di scosse. Per questo, lo dico alle amministrazioni, le tendopoli devono essere allestite costantemente, non dopo la scossa“, avverte Musumeci. Le aree di accoglienza sono comunque state allestite “in modo molto tempestivo”, assicura Ciciliano.
Il ministro rivendica di aver “aperto una breccia” nel “muro della rassegnazione” con le esercitazioni previste dal piano. Andrebbero fatte ogni 3-4 mesi e lo scorso anno con questo governo se ne sono organizzate tre: “Alla prima hanno partecipato 140 persone, alla seconda 200, la terza ha visto la partecipazione di 1.500 persone”, chiosa il ministro. E alle opposizioni che chiedono di riferire in Parlamento risponde di “non avere nessuna nessuna difficoltà”, ma “non abbiamo novità”: “Lo sciame sismico c’è e lo sappiamo tutti, lo riferirò con piacere”, scandisce.

Per poter convivere con il bradisismo, è indispensabile mettere in sicurezza gli edifici.Abbiamo un patrimonio edilizio discreto che può essere migliorato. Dobbiamo agire sull’edilizia pubblica, ma sono importanti anche gli interventi sull’edilizia privata”, fa appello Manfredi, ricordando che chi ha un edificio ha l’occasione di migliorarne la sicurezza sismica. “Certo che oggi il patrimonio edilizio non è quello degli anni 80, ma si può sempre migliorare”, osserva e a chi gli fa notare che ci sono ancora edifici fatiscenti risponde: “La responsabilità dell’edilizia privata è del proprietario, il proprietario se ha una catapecchia si dia da fare, ovviamente anche con l’aiuto pubblico”.

Piano sicurezza Campi Flegrei. Musumeci: “Prima prevenzione strutturale in Italia”

Nello Musumeci presenta a Pozzuoli la “prima massiccia operazione di prevenzione strutturale mai compiuta in Italia”. Si tratta del Piano di messa in sicurezza dei Campi Flegrei elaborato dal commissario straordinario Fulvio Soccodato, che, spiega il ministro della Protezione Civile, il governo ha scelto per “la sua nota competenza e il suo noto pragmatismo”.

Il programma è articolato, impegna quasi mezzo miliardo di euro messo a disposizione del governo e punta a mettere in sicurezza le infrastrutture pubbliche, non solo quelle viarie, ma anche le caserme, gli edifici scolastici, le infrastrutture portuali. Tra le scelte strategiche, c’è anche un capitolo sulla sostenibilità, per programmare interventi socialmente, ambientalmente ed economicamente sostenibili, di miglioramento dell’esistente, curando la cantierizzazione e contenendo il disturbo alla popolazione.

Il piano è stato illustrato nel Centro operativo comunale della Protezione civile di Pozzuoli da Soccodato, Musumeci, alla presenza del capo dipartimento della Protezione civile, Fabio Ciciliano, del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e dei sindaci dei Comuni della zona interessata dal fenomeno del bradisismo.

Per la prima fase sono stati stanziati 260 milioni sui 630 complessivi, per la realizzazione di 56 interventi da concludere entro 36 mesi. “Mi auguro che questo possa costituire un primo esempio, un laboratorio, per guardare anche ad altri territori, altrettanto fragili”, scandisce il ministro. Il clima tra istituzioni e territori, assicura, è di “assoluta collaborazione e reciproco rispetto”.

Si tratta di continuare a lavorare sugli obiettivi strutturati con la Regione e con i Comuni di Napoli, Pozzuoli e Bacoli. “Abbiamo coinvolto anche l’aeronautica militare, la giustizia, per le infrastrutture di loro pertinenza”, riferisce Musumeci, che si dice “ottimista”, e propone di riproporre l’incontro ogni sei mesi perché “il territorio possa essere costantemente informato dei progressi che si realizzano giorno per giorno con l’apertura dei cantieri, dove la gente deve recuperare il diritto a una convivenza vigile“.

Nel frattempo, le istituzioni presenti continueranno a lavorare per la prevenzione non strutturale che, chiede il ministro, “deve coinvolgere anche le scuole e deve andare avanti“. Per il prossimo anno sono in programma altre esercitazioni soprattutto nelle scuole, a partire dai bambini delle prime classi, perché, chiosa Musumeci, “serve una nuova consapevolezza della fragilità del territorio e quindi un approccio più consapevole, più responsabile alla cultura del rischio. Andiamo avanti animati da grande buona volontà“.

Campi Flegrei, nuovo Dl in cdm. Musumeci: “Gravissime responsabilità sindaci e Regione”

Quasi mezzo miliardo, 442 milioni di euro per la precisione, è il nuovo stanziamento del governo per gli interventi pubblici sui Campi Flegrei. Arriverà anche un commissario straordinario e scatterà da subito il divieto di nuove costruzioni a uso abitativo civile nel perimetro soggetto a rischio bradisismico.
Lo stabilisce il nuovo decreto legge licenziato in consiglio dei ministri. Urgente, ancora di più perché, con l’inizio della stagione turistica, sembra che le amministrazioni locali stiano rallentando le esercitazioni. La denuncia del ministro per la protezione civile, Nello Musumeci, dopo il cdm è pesante.
Più il lavoro propedeutico e istruttorio va avanti, più emergono “gravissime responsabilità”, remote e meno remote, affonda. Parla di responsabilità “omissive e commissive”, che coinvolgono la Regione Campania e i comuni interessati dal bradisismo, quindi una parte del comune di Napoli, Pozzuoli e Bacoli. Lo sviluppo urbanistico che è stato autorizzato negli anni, appare secondo l’ex governatore della Sicilia “sempre più irragionevole, caotico e disordinato”. In altre parole, dei pericoli incombenti su quell’area non si è mai tenuto conto. L’abusivismo edilizio è “diffuso”, chi doveva vigilare “non lo ha fatto e si è voltato dall’altra parte” e persistono “gravi carenze nei piani comunali di prevenzione di protezione civile”.
La situazione, insomma, non è buona. Ma il governo, rivendica Musumeci, “sta dando più di quanto non abbia il dovere di dare”, anche perché sui Campi Flegrei, precisa, “non esiste una norma, neppure in Costituzione, che preveda che lo Stato debba intervenire nel patrimonio privato”. I soldi pubblici “non ci sono per tutti e per sempre”, insiste, soprattutto quando gli eventi calamitosi diventano sempre più frequenti e devastanti.
Su un punto il ministro è fermissimo: “Il governo non intende tirare fuori un quattrino per le case abusive o per le seconde case. Questo per essere assolutamente chiari ed evitare di alimentare facili attese”.
In questa situazione, le esercitazioni rallentate per la presenza dei turisti non agevolano il lavoro: “E’ una grave scelta, perché le due cose debbono essere rese compatibili”, spiega Musumeci, chiedendo che la stagione non prescinda da iniziative di prevenzione richiamate espressamente dalla Commissione Grandi Rischi.
Per ora, dunque, lo stanziamento per fare fronte all’intervento sulle strutture pubbliche è di 442 milioni di euro. Una parte viene dalla quota afferente alle amministrazioni centrali del Fondo di sviluppo e coesione, l’altra parte, più o meno il 50%, per la quota afferente alla regione Campania che sempre sull’Fondo Sviluppo e Coesione aveva previsto un apposito intervento per i Campi Flegrei.
Per l’edilizia privata che è stata compromessa dal sisma del 20 maggio scorso, e che ha determinato l’inagibilità di circa 350-400 edifici, portando un migliaio di persone fuori dalla propria casa, l’intervento previsto si aggira intorno ai 20 milioni di euro.

Campi Flegrei, vertice a P.Chigi: più risorse a edilizia pubblica, apertura a quella privata

Photo credit: ufficio stampa Comune di Napoli

 

Un nuovo piano di interventi per i Campi Flegrei. Lo ha presentato il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, ai sindaci di Napoli, Gaetano Manfredi, di Pozzuoli, Luigi Manzoni, e di Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione, in una riunione convocata a Palazzo Chigi alla presenza anche del vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, e dei capi dipartimento di Protezione civile e Casa Italia. “Più celeri e approfondite verifiche dei livelli di vulnerabilità del patrimonio immobiliare pubblico e privato ricadente nell’area ristretta del bradisismo, interventi di rafforzamento antisismico delle infrastrutture strategiche pubbliche, a cominciare dalle scuole e contributi per l’adeguamento antisismico delle abitazioni private ricadenti nelle zone di elevato rischio, esclusi gli edifici abusivi e le seconde case“, spiega Musumeci sintetizzando i punti chiave del piano. Che vedrà anche “l’intensificazione della prevenzione non strutturale, con informazioni ed esercitazioni che coinvolgano quanti più abitanti” e “possibili incentivi finanziari per le famiglie che intendano delocalizzare da aree ad elevato rischio in aree esterne al perimetro del rischio bradisismico e vulcanico“.

Il ministro anticipa che ci sarà “il divieto di costruzione di nuove unità abitative, fino a quando la Regione Campania non avrà legiferato sulla materia“. Assicurando che “nei prossimi giorni, verificata la risorsa finanziaria necessaria complessiva e per i primi interventi, porterò le proposte all’esame del Consiglio dei ministri“. E’ positiva la reazione degli amministratori locali, che chiedevano di proseguire sulla rotta tracciata dal dl Campi Flegrei. “C’è stata disponibilità e apertura da parte del governo per ulteriori risorse per gli interventi sull’edilizia pubblica, con priorità sulle scuole e sulle carceri, per fare interventi soprattutto nella zona di maggiore interesse e attenzione bradisismica“, spiega Manfredi al termine della riunione. La stima attuale del fabbisogno si aggira “dai 500 ai 700 milioni di euro e riguarda strade, servizi, reti di fognature, la parte idrica e anche quegli interventi previsti in passato ma che non sono mai stati realizzati“. Inoltre, “c’è stata anche una lunga discussione, positiva, sullo studio di opportunità di finanziamento e sostegno per interventi anche sull’edilizia privata, partendo da quegli edifici che saranno caratterizzati da maggiore vulnerabilità”, aggiunge il sindaco di Napoli. Spiegando che prima andranno completate “le prime analisi di vulnerabilità sul comparto, che arriveranno per la fine del mese di giugno” e solo dopo si potrà fare una quantificazione degli interventi.

Sull’ipotesi che, tra le misure per fronteggiare l’emergenza, ci sia anche quella di sostenere economicamente chi vuole abbandonare i territori dei Campi Flegrei intervengono anche i primi cittadini dell’area flegrea. “L’ipotesi di abbandonare i territori non c’era“, dice Manzoni lasciando Palazzo Chigi. Ancora più diretto il collega sindaco di Bacoli: “Quando, purtroppo, ci sono state disgrazie in altre parti d’Italia non ho mai sentito parlare di spostare la popolazione. Ma poi, che facciamo, spostiamo i Campi Flegrei, le aree vesuviane, Napoli? Spostiamo tre milioni di persone? Possiamo convivere in questa parte di mondo, ci vuole solo grande responsabilità da parte dello Stato, che agisca come un buon padre di famiglia“.

Intanto, sul piano pratico, l’Istituto nazionale di Vulcanologia fa sapere che alla rete di monitoraggio geofisico multiparametrico ‘Medusa‘, che tiene sotto controllo la caldera dei Campi Flegrei (che si estende anche nell’area marina nel Golfo di Pozzuoli), nel settore sommerso, è stato installato un nuovo osservatorio multiparametrico per lo studio del processo di degassamento idrotermale sottomarino. Un intervento che si è reso necessario, precisa l’Ingv, per potenziare l’infrastruttura di ricerca e monitoraggio geochimico.

Tremano ancora i Campi Flegrei e cresce la paura. L’esperto: “Serve prevenzione”

Photo credit: INGV

Non si ferma lo sciame sismico dei Campi Flegrei. Alle 20.10 di lunedì 20 maggio, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha registrato una scossa di magnitudo 4.4 con epicentro all’interno della Solfatara ad una profondità di 2.6 km, preceduta e seguita complessivamente da oltre 150 scosse. Dopo quello dello scorso ottobre si tratta del sisma più forte mai registrato nella zona negli ultimi 40 anni. Al momento, assicura l’Ingv, non si registra un aumento della velocità di sollevamento che è di 2 centimetri al mese nemmeno variazioni di andamento nelle deformazioni orizzontali o deformazioni locali del suolo diverse rispetto all’andamento precedente.

Lo sciame ha scatenato il panico tra la popolazione: centinaia di persone sono scese in strada e molte hanno trascorso la notte in auto. Sono alcune decine gli interventi svolti dai vigili del fuoco per le verifiche di stabilità sugli edifici, rimozione e messa in sicurezza di cornicioni pericolanti, la maggior parte di queste tra i comuni di Bacoli e Pozzuoli. Inviati a Napoli, in rinforzo dai comandi della Campania, team di tecnici esperti nella valutazione di dissesti statici.

La protezione civile ha attivato l’unità di crisi in collegamento con i comuni di Napoli, Pozzuoli e Bacoli, la prefettura di Napoli, la Regione Campania, il Centro operativo nazionale e il comando regionale dei vigili del fuoco. Nella notte sono state allestite cinque aree di attesa a Pozzuoli e un’area di accoglienza al Palatrincone di Monterusciello, dove hanno dormito 80 persone. I sopralluoghi hanno portato allo sgombero di 18 edifici e all’evacuazione di 39 famiglie. E’ stato evacuato per precauzione anche il carcere femminile di Pozzuoli e sono state chiuse le scuole.

Come conferma il sindaco, Gaetano Manfredi, a Napoli non si sono registrati danni alle infrastrutture e “bisogna evitare che la normale paura e la preoccupazione reale si trasformino in panico. Per farlo dobbiamo informare i cittadini, fare una comunicazione corretta e non allarmistica e fare in modo che si riesca a rafforzare la convivenza con il bradisismo”. Un aspetto, questo, condiviso anche dal primo cittadino di Pozzuoli, Luigi Manzoni, secondo il quale è necessario “prevenire e mitigare i rischi”.

Per Antonello Fiore, presidente di Sigea (Società italiana geologia ambientale), è proprio sulla prevenzione che bisogna puntare. “Purtroppo – dice – per quanto riguarda i terremoti sappiamo dove si verificheranno, ma non sappiamo quando e con quale energia. Non è scientificamente prevedibile. Per questo è necessario fare in modo che le infrastrutture siano tutte adeguate, perché quando arriverà il sisma gli edifici devono essere in grado di resistere. Ci vogliono interventi strutturali che necessitano di una programmazione lunga”.

Campi Flegrei, sciame sismico nella notte: scossa di magnitudo 3.9 in mattinata

Photo credit: Ingv

 

Uno sciame sismico intenso accende la paura nella notte tra venerdì 26 e sabato 27 aprile ai Campi Flegrei, nel Napoletano.

Dalle ore 3.38 è in corso uno sciame sismico nell’area dei Campi Flegrei. Sono i dati diffusi dall’Ingv, spiegando che “all’orario di emissione del comunicato sono stati rilevati in via preliminare 47 terremoti con magnitudo durata uguale o superiore a 0.0 (47 localizzati) e una magnitudo massima di 3.9“. L’evento maggiore è avvenuto alle ore 5.44. “La scossa di questa mattina è stata forte, 3.9 la magnitudo registrata dai sismografi dell’Osservatorio Vesuviano“, scrive sui suoi canali social il sindaco di Pozzuoli, Luigi Mazoni. Che prosegue: “Come accade in queste occasioni ci siamo attivati subito con i volontari della Protezione Civile e la Polizia Municipale. Al momento non si segnalano danni“. La conferma arriva anche dalla Protezione civile, che su Facebook avverte: “Dalle verifiche non risultano danni“.

C’è pure il commento del sindaco di Bacoli, altro comune dell’area. “È stata molto forte. L’abbiamo sentita tutti. Ed in tanti hanno avuto paura“, scrive suoi canali social Josi Gerardo Della Ragione. “Magnitudo 3.9. Ore 5.44. Con epicentro in mare, nel nostro golfo, davanti la costa di Bacoli. Voglio rassicurarvi, subito – avverte -. Non registriamo danni a cose e persone. Abbiamo ben percepito una nuova scossa legata al bradisismo dei Campi flegrei. Tra le più forti da quando stiamo rivivendo la recrudescenza del fenomeno sismico. Sono in contatto con l‘Osservatorio Vesuviano e la Protezione Civile Nazionale. Ho convocato il Centro Operativo Comunale e stiamo operando in sinergia con la Prefettura di Napoli. La situazione è sotto monitoraggio costante. Mi rendo conto delle preoccupazioni. Ma vi invito a mantenere la calma“.

Paura nella notte anche in Toscana. “Una nuova scossa di terremoto di magnitudo 3.0 è stata avvertita dalla popolazione tra Barberino di Mugello e la Val di Bisenzio“, scrive sui social il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. “Sono circa 50 le scosse registrate nello sciame sismico, al momento non sono segnalate criticità“.

Campi Flegrei, l’allerta resta gialla. Musumeci: Emergenza rientrata

Il pericolo c’è, ma non è imminente e la zona rossa del bradisismo nei Campi Flegrei resta gialla. Il ministro della protezione civile, Nello Musumeci, alza e abbassa l’allerta su una possibile eruzione del Vesuvio in due ore. “L’emergenza è rientrata“, garantisce. Il magma, intanto, lavora nel sottosuolo.

In un primo momento, in audizione davanti alla commissione Ambiente della Camera Musumeci riporta l’ultimo verbale di riunione degli esperti, tenuta a fine ottobre, riferendo che la commissione Grandi rischi “chiede di prepararsi alla necessità di passare dall’allerta gialla verso un livello di allerta superiore“.

Passare allo scenario arancione significherebbe, tra le altre cose, evacuare i pazienti di quattro ospedali, di cinque Rsa e sei case di cura private, i detenuti delle carceri di Nisida e Pozzuoli.

Nel pomeriggio, dopo un incontro con i sette sindaci dei Comuni coinvolti, con l’Ingv, il capo della protezione civile Fabrizio Curcio e la Commissione Grandi Rischi, Musumeci torna sui suoi passi. La Commissione, comunica, ha stabilito di mantenere l’alleata gialla intensificando le esercitazioni, perché al momento “non si evincono nuovi sollevamenti di suolo”. Il sollevamento medio di un centimetro e mezzo al mese, legato alla sismicità, “nell’ultima settimana ha avuto un rallentamento, anche se è difficile pensare che non riprenda a sollevarsi nei prossimi mesi”, precisa Carlo Doglioni, presidente dell’Ingv.

Il sisma si sta evolvendo, “l’unico al mondo così popolato“, e il mondo scientifico “non ha una conoscenza perfetta, nessuno ha certezza assoluta di fronte agli eventi della natura“, motiva il ministro. Dal 2019 il ritmo del sollevamento del suolo si è più che raddoppiato, ma “questo non comporta una condizione di allarme, va detto in maniera chiara“, scandisce. Insieme allo sciame sismico, però, ogni giorno vengono emesse migliaia di tonnellate di gas Co2. L’Arpa dovrà quindi intensificare il monitoraggio.

La zona rossa legata al rischio bradisismo è stata definita tenuto conto di una media di 10 centimetri di sollevamento del suolo registrata negli ultimi 8 anni: si tratta di 85mila persone e 15mila edifici. I comuni coinvolti sono parte di Pozzuoli, di Bacoli e della città metropolitana di Napoli. Il piano di emergenza del rischio bradisismico (diverso dal piano d’emergenza sismico) non è mai esistito e sarà realizzato dopo il decreto approvato in consiglio dei ministri.

Alla Campania il decreto legge ha affidato il compito di redigere il piano di comunicazione destinato a chi vive su quei territori, che sarà pronto il 27 di novembre. La comunicazione deve coinvolgere essenzialmente la popolazione scolastica, con 125 istituti presenti sulla zona.

Il bradisismo è ricorrente tra Pozzuoli, Bacoli e Napoli dal 1950 e alterna fasi di innalzamento a fasi di subsidenza. Due le più importanti, negli anni: quella del 1970-72, che portò a un sollevamento complessivo del suolo di oltre 170 centimetri, accompagnato da sciami sismici, e quella del periodo 1983-84, che portò centinaia di terremoti al giorno, con un sollevamento complessivo del suolo di oltre 180 centimetri. Il 24 agosto 1983 scattò il piano di emergenza sismico e gli abitanti del rione Terra di Pozzuoli vennero evacuati. “Anche all’epoca la comunità scientifica dibatté a lungo sulla possibilità che il bradisismo evolvesse verso una eruzione. Ciò premesso, l’incertezza su eventi estremi rende particolarmente complicata l’attuazione di misure di prevenzione e mitigazione nel breve periodo“, spiega Musumeci. Quanto al futuro, “quando programmiamo lo sviluppo dei territori investiamo risorse in opere, infrastrutture, case, aziende, cerchiamo sempre di non dimenticarci del rischio, cerchiamo anzi di partire dal rischio per orientare le nostre scelte verso aree e territori adatti“, è l’auspicio del ministro. “Non possiamo proseguire in un modello di sviluppo che si illuda di chiedere alla natura di adattarsi alle scelte degli uomini“.

Arriva il decreto sui Campi Flegrei, il governo stanzia 52,2 milioni. Musumeci: “Agiamo su prevenzione”

Poco più di 52 milioni di euro – 52,2 per la precisione – messi sul piatto dal governo per affrontare la situazione dei Campi Flegrei. Risorse finanziarie tutte a carico dello Stato perché, nonostante le richieste dell’esecutivo “la Regione Campania ha deciso di non partecipare, ma speriamo cambi idea”. Il decreto ad hoc annunciato dal ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, è stato approvato dal Consiglio dei ministri, dopo un confronto durato settimane sia con la Regione, sia con i sindaci di tutta l’area soggetta a bradisismo. L’obiettivo ha ricordato Musumeci, è quello di lavorare sì per le emergenze, ma di “passare anche a una seria prevenzione”, visto che, come aveva ricordato due giorni fa, per anni “ci sono state incuria e disattenzione”.

Il decreto legge introduce misure urgenti di prevenzione del rischio sismico nell’area dei Campi Flegrei e introduce la possibilità di adottare un piano straordinario di analisi della vulnerabilità delle zone edificate direttamente interessate dal fenomeno bradisismico, che dovrà essere approvato con decreto del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, di concerto con il ministro dell’Economia, de in accordo con gli enti locali, a partire dalla Regione. Un piano che prevede, sostanzialmente, quattro attività: uno studio di microzonazione sismica, l’analisi della vulnerabilità sismica dell’edilizia privata e di quella pubblica, azioni per la mitigazione del rischio e un un programma d’implementazione del monitoraggio sismico e delle strutture.

Ora il Dipartimento della protezione civile provvederà a una prima delimitazione urgente della zona di intervento e, per “la celere attuazione del piano”, sarà coadiuvato di una struttura di supporto.

E proprio come avevano chiesto i sindaci, il decreto definisce il piano di comunicazione alla popolazione, approvato dalla Regione Campania, che prevede il potenziamento d’iniziative già avviate e lo sviluppo di nuove iniziative finalizzate alla diffusione della conoscenza dei rischi, con specifico riguardo alle persone con disabilità.

Si prevede, poi, entro 60 giorni, la definizione del piano di emergenza per il territorio interessato, che sarà basato, spiega Palazzo Chigi, “sulle conoscenze di pericolosità elaborate dai Centri di competenza” e che contiene le procedure da adottare in caso di aggravamento del fenomeno del bradisismo,

Vengono anche introdotte misure urgenti per la verifica della funzionalità delle infrastrutture di trasporti e di altri servizi essenziali, coordinata dalla Regione Campania.

Infine, il decreto legge prevede il potenziamento della risposta operativa territoriale di protezione civile. In particolare, la Città Metropolitana di Napoli coordinerà la ricognizione dei fabbisogni urgenti relativamente al reclutamento di personale a tempo determinato, da impiegare per dodici mesi per il potenziamento della struttura comunale di protezione civile. Inoltre, gestirà l’acquisizione di materiali necessari per garantire un’efficace gestione delle attività di protezione civile e l’allestimento di aree e strutture temporanee per l’accoglienza della popolazione.

Oggi, come ha ricordato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, al termine del Consiglio dei ministri “al Collegio Romano si terrà una riunione per una valutazione delle conseguenze sul patrimonio artistico-culturale in una area densa di siti archeologici”. Il decreto, ha assicurato, “è un ottimo lavoro”.