In Inghilterra la ‘fabbrica’ del clima: sole o pioggia per testare efficienza energetica
Il termometro segna -16°C e una bufera di neve cade su due case di nuova costruzione. Queste condizioni, estreme per il nord dell’Inghilterra, sono artificiali, ricreate in un laboratorio che testa l’efficienza energetica degli edifici. Dalla sala di controllo di questo enorme hangar nero dall’aspetto futuristico in un campus universitario fuori Manchester, gli scienziati possono variare la temperatura da -20 a +40°C, generare neve, pioggia, vento o radiazioni solare. Questa ricerca consentirà agli accademici, ma anche alle aziende private del settore, che potranno affittare il laboratorio, di progettare le case del futuro, con prestazioni energetiche aumentate.
L’obiettivo, “è riuscire a riprodurre le condizioni meteorologiche di circa il 95% delle aree popolate del pianeta”, spiega il professor Will Swan, direttore dei laboratori Energy House dell’Università di Salford. L’imponente laboratorio, inaugurato a metà gennaio e composto da due locali separati, potrà testare tipologie abitative provenienti da tutto il mondo per “capire come renderle carbon neutral ed efficienti dal punto di vista energetico“.
Le prime due case da testare sono tipicamente britanniche, costruite da aziende con una presenza nel Regno Unito. Rimarranno in piedi da sei mesi a qualche anno e, una volta completati i test, saranno demolite. “Testiamo tutto. Porte, finestre, isolamento, materiali, persino sistemi di riscaldamento e condizionamento“, elenca Will Swan. I volontari andranno anche a vivere lì, in modo che lo studio sia il più vicino possibile alle condizioni reali. Se nella camera climatica le temperature sono gelide, all’interno di una delle case, costruite in collaborazione dal promotore immobiliare britannico Barratt e dal gruppo francese di materiali Saint-Gobain, c’è un tempore omogeneo. I mattoni sono decorativi e nascondono un telaio in pannelli di legno e isolamento.
Qui vengono testati diversi sistemi di riscaldamento. L’ingresso ha uno specchio riscaldato. Nel soggiorno, i battiscopa ospitano un circuito di acqua calda e una modanatura sul soffitto emette infrarossi, proprio come un pannello fissato alla parete. Secondo i costruttori, le prestazioni di questa casa permetterebbero di dividere per quattro la bolletta energetica rispetto ad un’equivalente abitazione tradizionale.
La vera novità è che qui la ricerca non dipende più dai capricci del cielo: “Possiamo testare le condizioni meteorologiche di un anno in una settimana“, sostiene Tom Cox, direttore tecnico e sviluppo di Saint-Gobain nel Regno Unito. “La velocità” di ottenere risultati ma anche “la capacità di isolare una specifica variabile meteorologica sono assolutamente determinanti”, assicura.
Pompa di calore, batterie, pannelli fotovoltaici sul tetto: la casa è rivestita di apparecchiature e un centinaio di sensori misurano con precisione temperatura e consumi energetici. Nella sala di controllo, gli scienziati hanno anche telecamere termiche. E la casa si controlla da smartphone, prosegue Cox: l’azienda sta testando “un sistema di gestione per gli edifici residenziali” integrato in un’unica interfaccia e che “può essere automatizzato a piacimento dell’occupante”.
L’obiettivo è anche quello di capire come fare a meno delle caldaie a gas, la modalità di riscaldamento più diffusa nel Paese. La costruzione del laboratorio Energy House 2.0, la più grande struttura civile di questo tipo al mondo, secondo l’Università di Salford, ha richiesto poco più di due anni. È costato circa 16 milioni di sterline (18,2 milioni di euro). Il progetto è stato finanziato in particolare dal Fondo europeo di sviluppo regionale: nonostante la Brexit, questi programmi dell’Ue continueranno a funzionare nel Regno Unito fino alla loro chiusura.