catastrofe naturale

Conto salato per assicuratori: catastrofi naturali costeranno 108 mld dollari nel 2023

Le catastrofi naturali hanno causato danni per 280 miliardi di dollari in tutto il mondo nel 2023, di cui 108 miliardi coperti dalle compagnie assicurative. Lo rivela il riassicuratore Swiss Re, che avverte che il conto potrebbe raddoppiare nei prossimi 10 anni. L’ammontare dei danni e la percentuale coperta dagli assicuratori sono diminuiti rispetto all’anno precedente, mentre il conto si è gonfiato a causa dell’uragano Ian nel 2022. Tuttavia, il conto per gli assicuratori supererà ancora la soglia dei 100 miliardi di dollari per il quarto anno consecutivo, secondo quanto riportato dal riassicuratore svizzero nel suo studio annuale Sigma, che traccia il costo delle catastrofi naturali e dei disastri.

Nel 2022, i danni causati dalle catastrofi naturali sono stati pari a 286 miliardi di dollari, mentre il conto per gli assicuratori ha raggiunto i 133 miliardi di dollari. “Anche in assenza di una tempesta storica come l’uragano Ian, che ha colpito la Florida l’anno precedente, le perdite generate dalle catastrofi naturali nel 2023 sono state gravi“, ha dichiarato Jérôme Jean Haegeli, capo economista di Swiss Re.

I terremoti in Turchia e Siria sono stati i disastri naturali più costosi del 2023. Le perdite assicurate sono state pari a 6,2 miliardi di dollari e questo terremoto ha illustrato in modo “drammatico” le lacune di copertura nel mondo, sottolinea il rapporto. Le perdite economiche sono state pari a 58 miliardi di dollari, ma il terremoto ha colpito aree con scarsa copertura assicurativa, con circa il 90% delle perdite non coperte, quantifica il rapporto. I forti temporali, dal canto loro, hanno causato 64 miliardi di dollari di perdite assicurate, un nuovo record, afferma lo studio, sottolineando che questa è ora la seconda fonte di perdite per gli assicuratori dopo i cicloni tropicali. Le grandinate che accompagnano queste tempeste sono la causa principale dei danni. Gli Stati Uniti sono responsabili dell’85% delle perdite assicurate per tempeste, ma il conto è in aumento in Europa, superando i 5 miliardi di dollari all’anno negli ultimi tre anni. Il rischio di grandine, in particolare, è in aumento in Germania, Italia e Francia.

Con le temperature in aumento e gli eventi meteorologici estremi che diventano “più frequenti e intensi“, il conto delle catastrofi naturali per gli assicuratori potrebbe “raddoppiare nei prossimi dieci anni“, avverte Swiss Re.

Alluvione

Conto catastrofi naturali sempre più salato: 120 mld in 6 mesi

Violente tempeste negli Stati Uniti, il terremoto in Siria e Turchia, ma anche l’alluvione dell’Emilia-Romagna fanno crescere ancora la conta dei danni dovuta alle catastrofi naturali. Con 120 miliardi di dollari di perdite a livello mondiale, di cui solo 50 assicurate, il primo semestre dell’anno registra il secondo record negativo di sempre dopo il 2011.

Sul conto pesa anche l’’alluvione dell’Emilia-Romagna che ha provocato 10 miliardi di danni, di cui solo il 6% era assicurato, diventando l’evento meteorologico più pesante di sempre in Italia. Sono i dati comunicati dal riassicuratore svizzero Swiss Re, secondo cui nel mondo il conto delle calamità naturali cresce con una media costante tra il 5% e il 7% ogni anno, tanto che il primo semestre 2023 è più caro del 46% rispetto alla media degli ultimi 10 anni. Un incremento dovuto al riscaldamento climatico, ma anche dalla rapida urbanizzazione e dal maggior valore dei beni assicurati.

Gli effetti del cambiamento climatico si manifestano in eventi meteorologici sempre più estremi – dice Jérôme Jean Haegeli, Group Chief Economist di Swiss Re – e ne vediamo le conseguenze nelle ondate di calore o nei periodi di siccità, come anche nelle forti piogge e nelle inondazioni. Pesano poi la modifica dei territori delle aree costiere e fluviali e l’urbanizzazione verso territori prima naturali. Una combinazione difficilmente reversibile contro la quale è necessario avere prodotti assicurativi economici. Dobbiamo investire di più per adattarci al clima e dobbiamo farlo ora”.

A livello globale, le tempeste di forte intensità sono responsabili di circa il 70% delle perdite assicurate, pari a 35 miliardi di dollari. Si tratta di una cifra quasi doppia rispetto alla media degli ultimi dieci anni (18,4 miliardi di dollari). “I forti temporali causano le maggiori perdite – dichiara Martin Bertogg, Head of Catastrophe Perils di Swiss Re – e questi eventi, che noi definiamo ‘secondari’ sono uno dei principali driver dell’aumento dei danni”.

Il terremoto che ha colpito Siria e Turchia rimane il singolo evento più devastante, oltre che in termini di vite umane, anche a livello finanziario. Secondo Swiss Re le perdite “assicurate” arrivano a toccare i 5,3 miliardi di dollari, in netto aumento rispetto ai 3,4 ipotizzati in precedenza dalla Banca Mondiale.

L’alluvione dell’Emilia-Romagna è stato l’evento meteorologico più costoso dal 1970 ad oggi nel nostro Paese: 10 miliardi di dollari di danni, di cui solo 0,6 erano assicurati. Un “gap assicurativo” del 94% che andrebbe almeno in parte colmato per aiutare famiglie e imprese a rafforzare la propria resilienza contro le catastrofi naturali. Negli ultimi due anni l’Italia ha sperimentato condizioni di siccità, ma con le recenti forti precipitazioni il terreno si è rapidamente saturato, provocando devastanti inondazioni. Quello della siccità è un trend generalizzato in tutta Europa, ma i cambiamenti meteorologici con piogge meno rare ma più intense, oltre alla conformazione del territorio, potrebbero rappresentare un pericoloso mix.