cinghiali

Invasione di cinghiali in Italia. Una vera e propria emergenza

Non solo peste suina africana, che rischia di colpire pesantemente interi comparti produttivi del made in Italy: i cinghiali potrebbero rappresentare un grave problema per la sicurezza delle persone in campagna e in città, con branchi che si spingono fin dentro i centri urbani, tra auto in sosta e aree rifiuti. L’Italia invasa da 2,3 milioni di cinghiali non c’è solo la peste suina, ma è allarme per la sicurezza delle persone in campagna e città con i branchi che si spingono fin dentro i centri urbani. Secondo l’indagine Coldiretti/Ixè, per l’81% degli italiani “l’invasione di vie e piazze da parte dei selvatici viene vissuta come una vera e propria emergenza“, e “pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti“, da parte di personale specializzato.

Per il 90% degli intervistati nell’indagine, la fauna selvatica “rappresenta un problema considerato poi che nell’ultimo anno è avvenuto un incidente ogni 41 ore con 13 vittime e 261 feriti gravi (dati Asaps). Negli ultimi dieci anni Coldiretti (elaborando dati Aci-Istat) spiega che il numero di incidenti gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat.

Il 69% degli italiani ritiene che i cinghiali “siano troppo numerosi” mentre c’è un 58% che li considera “una vera e propria minaccia per la popolazione” e un 75% secondo cui sono “un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale“. Il 62% ne hanno “una reale paura” e il 48% “non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata dai cinghiali“.

Alla domanda Coldiretti/Ixè su “chi debba risolvere il problema“, oltre le metà degli italiani (53%) è dell’opinione che spetti alle Regioni, mentre per un 25% è compito del governo e un 22% tocca ai Comuni. “In tale scenario – spiega Coldiretti – anche l’Autorità per la sicurezza alimentare Europea (Efsa) ha lanciato un appello agli Stati dell’Ue chiedendo misure straordinarie per evitare l’accesso dei cinghiali al cibo e ridurne del numero di capi per limitare il rischio di diffusione della peste suina africana (psa) che colpisce gli animali ma non l’uomo”.

Coldiretti

Coldiretti assegna Oscar Green: vincono anche le suore contadine

La meglio gioventù italiana non punta solo a fatturare, ma anche e soprattutto a migliorare il Paese. O meglio, a trovare soluzioni innovative per garantire autosufficienza energetica e alimentare all’Italia. A loro Coldiretti ha dedicato gli Oscar Green, i cui vincitori sono stati annunciati a Roma, al primo ‘Salone della creatività Made in Italy’ e in vista della Giornata mondiale della Terra di domani. Sono state così selezionate le 7 idee migliori per ciascuna categoria (Creatività, Fare rete, impresa digitale, Noi per il sociale, Transizione ecologica, Campagna amica, Menzione speciale). “Anti spreco, rispetto ambientale, solidarietà, innovazione nelle produzioni e recupero delle tradizioni sono i principi seguiti dai giovani agricoltori per affrontare il presente e progettare il futuro con aziende innovative in grado di far crescere l’economia, offrire lavoro e difendere i territori”, ha spiegato Coldiretti.

Da nord a sud, gli Oscar Green hanno evidenziato ancora una volta l’ingegno italiano e la capacità imprenditoriale delle nuove generazioni di coltivatori. E così in Lombardia la sensibilità verso la natura ha spinto Mario Bertocco (vincitore nella categoria Creatività) a sperimentare la produzione di piante acquatiche ornamentali per laghetti e biopiscine che non hanno bisogno di fertilizzanti e che si nutrono assorbendo le sostanze di scarto prodotte dai pesci. Proviene dall’Emilia Romagna l’idea di Nilo Sori (categoria Campagna Amica) sui micro-ortaggi che, monitorati con un sistema digitale, vengono raccolti quando il contenuto in vitamine è massimo.

Il premio Fare rete è andato invece al pugliese Valentino Russo e alla sua idea di sfruttare le proprietà fertilizzanti e concimanti delle alghe marine. L’indipendenza energetica è al centro della start up di Antonio Lancellotta (categoria Transizione ecologica) che in Calabria ha sperimentato serre fotovoltaiche per la coltivazione dei cedri (18 MW di energia senza ulteriore consumo di suolo), mentre il premio alla miglior idea solidale (categoria Noi per il sociale) è andato all’attività delle suore contadine ‘Figlie dell’amore di Gesù e Maria’, che a Chieti hanno sviluppato una ‘fattoria della provvidenza’ che offre riparo e assistenza a persone in difficoltà. Quanto all’innovazione 4.0 (categoria Impresa digitale), ha trionfato Donato Gentile, che in Basilicata monitora i suoi vigneti grazie a un satellite che raccoglie dati su condizioni del terreno, crescita delle viti e clima che vengono poi usati dai viticoltori per annaffiare, concimare e potare. La Menzione speciale dell’Oscar Green è stata infine assegnata a Biagio Lubrano Lavadera che nell’isola di Procida, come ha spiegato Coldiretti “porta avanti la coltivazione del limone pane, famoso per il suo interno bianco, aromatico e nutriente alla base della tradizionale insalata campana”.

Incendi

Inizio anno ‘di fuoco’. In Italia già 3mila ettari di bosco in fumo

Il primo scorcio del 2022 sarà ricordato come uno dei periodi più siccitosi degli ultimi anni in Italia. La portata del Po è ai minimi e soprattutto al Nord, da più di 100 giorni, la pioggia non si vede. “Con un inverno che ha lasciato l’Italia con un terzo di pioggia in meno, ma con precipitazioni praticamente dimezzate al Nord – spiega la Coldiretti – è allarme siccità e incendi favoriti dall’aumento delle temperature”. Le aree più colpite, a fine marzo, con canadair e vigili del fuoco in azione, sono quelle di Lombardia, Veneto, Umbria, Lazio ed Emilia Romagna.

Una situazione favorita dal deficit idrico dopo che a febbraio, secondo la Coldiretti, si è verificato un taglio delle precipitazioni che va dall’87% in meno in Piemonte fino al – 52% in Veneto, mentre in Toscana è piovuto il 60% in meno rispetto alla media del periodo nei primi tre mesi del 2022. “È allarme – continua l’associazione – per gli incendi favoriti dalle alte temperature e dall’assenza di precipitazioni che ha inaridito i terreni nei boschi più esposti al divampare delle fiamme”. L’Italia brucia, con gli incendi cresciuti del 148% nell’ultimo anno rispetto alla media storica e con il 2022 che è già iniziato con 29 roghi in un inverno siccitoso con una temperatura superiore di 0.55 gradi rispetto alla media lungo la Penisola, secondo analisi della Coldiretti su dati Effis.

Secondo l’osservatorio europeo sugli incendi (Effis) infatti dal primo gennaio al 28 marzo 2022 si sono registrati in tutto il Paese 29 roghi per 2.911 ettari di terreno in fumo. In base allo studio europeo l’anno più nefasto è stato però il 2021 con oltre 150mila ettari di boschi e campi bruciati in 659 roghi. “Una situazione drammatica – spiega Coldiretti – spinta dal cambiamento climatico che favorisce incendi più frequenti e intensi, con un aumento globale di quelli estremi fino al 14% entro il 2030 e del 50% entro la fine del secolo secondo l’Onu. Una situazione devastante con un 2021 che in Italia ha visto – spiega Coldiretti – ben 150mila ettari di territorio da nord a sud del Paese inceneriti da 659 tempeste di fuoco contro una media storica (fra il 2008 e il 2021) di 265 ogni anno”.

Guardando la serie storica pubblicata su Effis, è stato il 2015 l’anno ‘più clemente’ dal punto di vista degli incendi: ‘solo’ 63 roghi per 7.773 ettari di terreno bruciati. L’annus horribilis, per numero di roghi, è stato invece il 2017 con 781 incendi registrati su tutto il territorio nazionale.

Una dramma che l’Italia è costretta ad affrontare – evidenzia la Coldiretti – perché se da una parte 6 incendi su 10 sono di origine dolosa, con i piromani in azione, dall’altra per effetto della chiusura delle aziende agricole, la maggioranza dei boschi nazionali si trova senza sorveglianza per l’assenza di un agricoltore che possa gestirli in un Paese come l’Italia dove più di un terzo della superficie, per un totale di 11,4 milioni di ettari, è coperta da boschi. Ogni rogo – sottolinea la Coldiretti – costa agli italiani oltre 10.000 euro all’ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate in un arco di tempo che raggiunge i 15 anni”. Peraltro i roghi che devastano le foreste hanno anche l’effetto di aumentare il deficit commerciale nel settore del legno, dove l’industria italiana è prima in Europa, ma importa dall’estero più dell’80% del legname necessario ad alimentare il settore del mobile, della carta e del riscaldamento da fonte rinnovabile proprio in un momento storico in cui con la guerra in Ucraina sono esplosi i costi dell’energia e delle materie prime.