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Luci spente e limite riscaldamento: obiettivo risparmio gas in Ue

Per sopravvivere al prossimo inverno la regola uno è risparmiare energia. Come? Limitando il ricorso all’aria condizionata e ai riscaldamenti, con tetti minimi e massimi al termostato, o ancora spegnendo le luci negli edifici pubblici e addirittura le insegne dei negozi.

Gli Stati dell’Ue stanno lavorando alle misure utili a risparmiare energie, una necessità figlia delle conseguenze della guerra in Ucraina e delle relazioni deteriorate con la Russia, e ma anche frutto degli impegni assunti a livello Ue. Lo scorso 26 luglio al consiglio Energia l’Unione Europea ha concordato di ridurre il consumo di gas del 15 per cento rispetto alla media dei consumi nazionali degli ultimi cinque anni. Il target per il momento resta volontario, ma potrebbe diventare un obiettivo vincolante e obbligatorio in caso di crisi energetica. I governi europei sono alle prese con il tentativo di mettere a punto un piano di risparmio energetico, che sarà assegnato alla Commissione europea entro il 1 ottobre. Intanto, ci si mette al lavoro.

Spagna

La settimana scorsa in Spagna è arrivato il via libera al piano di risparmio energetico adottato all’inizio del mese dal governo di Pedro Sanchez, che prevede di limitare l’aria condizionata a 27 gradi nella maggior parte dei negozi, di cinema e teatri e delle infrastrutture di trasporto. In inverno, in questi luoghi, il riscaldamento dovrà limitarsi a un massimo di 19 gradi. Il piano prevede anche che le vetrine dei negozi e degli edifici pubblici siano spesi dopo le 22.

Germania

La Germania, tra i Ue più dipendenti dal gas russo Paesi, ha varato mercoledì scorso il piano per tagliare la domanda di energia, che secondo le previsioni a un risparmio del 2 per cento per non mettere in difficoltà i consumatori. A partire dal primo settembre, negli edifici pubblici – tranne gli edifici come gli ospedali – il riscaldamento sarà limitato a 19 gradi, mentre edifici e monumenti non saranno più illuminati per scopi non importanti. Il ministro dell’Economia e del clima, Robert Habeck, ha affermato, secondo Reuters, che le misure potrebbero risparmiare alle famiglie private, alle aziende e al settore pubblico circa 10,8 miliardi di euro in totale nei prossimi due anni.

Francia

In Francia ancora si partecipa alla presentazione del piano di risparmio. Il portavoce del governo Olivier Véran, ha affermato a luglio che il piano in questione chiederà a tutti i cittadini di impegnarsi per il risparmio energetico, introducendo ad esempio pratiche come lo spegnimento delle luci. Anche in Italia – che da poco ha raggiunto il target dell’80 cento per delle riserve di gas piene – si attende nei prossimi giorni la presentazione del piano di emergenza per il risparmio. A luglio il governo ha presentato una serie di misure per il risparmio, tra cui l’abbassamento delle temperature a 19 gradi nelle abitazioni e negli edifici pubblici, ma il piano sarà aggiornato prima di essere presentato all’Ue.

Finlandia

In Finlandia, per la prima volta dalla crisi petrolifera degli anni Settanta, a ottobre partirà la campagna per il risparmio energetico ‘un grado in meno’ che invita i cittadini a ridurre di un grado la temperatura abituale del riscaldamento il prossimo inverno e a ridurre il tempo trascorso sotto la doccia e nelle amate saune. Il gigante energetico russo Gazprom ha interrotto le forniture di gas a Helsinki a maggio, dopo che il governo finlandese si è rifiutato di pagare in rubli come richiesto dalla Russia. Nel 2021, Gazprom aveva fornito i due terzi del consumo di gas del Paese, ma solo l’8% del consumo totale di energia. Gasum, l’azienda di Stato finlandese, sta ora cercando di diversificare le proprie forniture, anche approvvigionandosi maggiormente dall’Estonia.

(Photo credits: BORIS HORVAT / AFP)

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Patuanelli: “I prezzi aumentano, dobbiamo aiutare i cittadini”

Abbiamo la possibilità di intervenire subito dopo Pasqua con 5 miliardi per il taglio delle accise ma si dovrà ragionare anche su come trovare ulteriori sistemi di sostegno”. È preoccupato Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole, riflettendo ad alta voce sul rincaro dei costi dovuto aumento del prezzo dell’energia. Una preoccupazione che traspare dalla sue parole: “Per quanto riguarda gli eventuali razionamenti degli approvvigionamenti di materie prime e dei prodotti finali, nell’immediato non abbiamo preoccupazioni, il problema sono i costi”, la sottolineatura.

Non a caso Patuanelli si spinge così in là da toccare un argomento che è stato fonte di discussione all’interno del Governo, con prese di posizioni nette da parte del premier Mario Draghi e del ministro dell’Economia, Daniele Franco. “Lo scostamento di bilancio è uno strumento che dovrà essere valutato quanto prima”, azzarda Patuanelli riferendosi all’aumento dei prezzi dell’energia, “un’altra strada è quella di reperire risorse con la tassazione sugli extraprofitti per le aziende che hanno a che fare con l’energia”. Con una aggiunta: “La preoccupazione è che permanga l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime e che diminuisca il potere d’acquisto dei cittadini”. La volontà è di sostenere questi ultimi: “Tutto sta a trovare le risorse, lo strumento più adatto lo troveremo”.

In merito alla recente questione dei condizionatori, Patuanelli cerca una chiave diplomatica. “Forse da parte del premier c’è stato un eccesso di semplificazione”, quando ha chiesto se preferiamo la pace in Ucraina o gli impianti refrigeranti accesi. “È però necessario l’efficientamento dei consumi. Per questo è importantissima la misura del Superbonus, per usare meno condizionatori d’estate e meno riscaldamento d’inverno. Isolare gli edifici e renderli migliori è la strada maestra”, il suggerimento del ministro.

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Corsa ai condizionatori d’aria, nel 2050 saranno oltre 5,5 miliardi

In 20 anni, dal 2000 al 2020, il consumo di energia per il raffrescamento negli edifici è raddoppiato, rendendolo l’uso finale in più rapida crescita negli edifici, motivato da una combinazione di temperature più calde e maggiore attività. Lo sostiene l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) nel suo rapporto sul raffreddamento. Al 2020 la domanda di energia per il raffreddamento è stata di 1.885 TWh. Senza un’attenzione sull’efficienza degli apparecchi, continua l’Agenzia, il consumo di energia per il raffreddamento degli ambienti potrebbe più che raddoppiare da qui al 2040 a causa della maggiore attività e del ricorso all’aria condizionata.

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LA CORSA AL FRESCO DI CINA, INDIA E INDONESIA

In base all’ultimo aggiornamento (2019), nel mondo ci sarebbero poco più di un miliardo e mezzo di condizionatori che potrebbero diventare, nelle proiezioni di Iea al 2050, oltre cinque miliardi e mezzo. La corsa maggiore sarebbe intrapresa da Paesi come Cina e India, mentre gli Usa resterebbero stabili. Al 2016 Giappone e Corea ne contavano 207 milioni, gli Usa 374 milioni, la Cina 569 milioni e l’Unione Europea 97 milioni. La quota di mercato cinese è raddoppiata negli ultimi due decenni, tanto che ora rappresenta il 40% del mercato globale dei condizionatori d’aria e dei refrigeratori. Mentre Cina, Stati Uniti e Giappone coprono insieme i due terzi del mercato con oltre un miliardo di unità vendute in questi Paesi nell’ultimo decennio; la domanda di condizionatori è aumentata più rapidamente in India e Indonesia, con installazioni medie annue in aumento a un ritmo tasso di circa il 10% dal 2010.

IN GIAPPONE IL 91% DELLE FAMIGLIE HA UN CONDIZIONATORE

Interessante è anche il dato (2018) sulla percentuale di famiglie, per Paese, che possiedono un condizionatore in casa. In Giappone il 91% delle famiglie ne ha uno; un po’ meno (90%) negli States; l’86% nella Corea del Sud e il 63% nell’Arabia Saudita. In coda Indonesia (9%), Sudafrica (6%) e India (5%), ma si è visto come saranno proprio queste nazioni nei prossimi anni a installarne di più. Il consumo di energia per il raffreddamento degli ambienti è più che triplicato dal 1990, con implicazioni significative per le reti elettriche, soprattutto durante i periodi di picco della domanda e gli eventi di caldo estremo. La domanda globale di raffreddamento degli ambienti ha continuato a crescere nel 2020, trainata in parte da un maggiore raffreddamento domestico poiché più persone trascorrono più tempo a casa. Il raffreddamento degli ambienti ha rappresentato quasi il 16% del consumo finale di elettricità del settore edilizio nel 2020 (circa 1.885 Twh). In generale la domanda di raffrescamento degli ambienti è aumentata a un ritmo medio del 4% all’anno dal 2000, il doppio rispetto all’illuminazione o al riscaldamento dell’acqua. A livello globale, la domanda di raffreddamento degli ambienti è aumentata dell’1% circa nel 2020. Con molte persone che lavorano da casa, il consumo residenziale è aumentato di oltre il 2% mentre il consumo non residenziale è diminuito dello 0,5% circa, sebbene queste tendenze siano altamente specifiche per regione. Ad esempio, il consumo di energia per il raffreddamento in Cina e in India è aumentato sia nel sottosettore residenziale che in quello dei servizi e in diversi paesi europei la domanda di elettricità per il raffreddamento degli ambienti è diminuita nel 2020 a causa di un’estate più fresca.

I CONSUMATORI ACQUISTANO CONDIZIONATORI POCO EFFICIENTI

Sebbene sul mercato siano disponibili condizionatori d’aria (AC) ad alta efficienza, spiega Iea, la maggior parte dei consumatori acquista modelli da due a tre volte meno efficienti. L’implementazione di standard di efficienza energetica potrebbe migliorare le prestazioni energetiche dei condizionatori di circa il 50% entro il 2030 e contribuire a mettere in linea il raffreddamento con lo scenario Emissioni nette zero entro il 2050. Sebbene le prestazioni delle apparecchiature per il raffreddamento degli ambienti stiano migliorando continuamente e la produzione di elettricità stia diventando meno ad alta intensità di carbonio, le emissioni di CO2 del raffreddamento degli ambienti stanno aumentando rapidamente, più che raddoppiando a quasi 1 Gt tra il 1990 e il 2020.

IN EUROPA, CON LO SMART WORKING, MAGGIORE RICORSO AI CONDIZIONATORI

Nel 2020, conclude il rapporto Iea, il mercato dell’aria condizionata è stato interessato da sovraccarichi e ondate di caldo in diverse regioni. In Europa, ad esempio, le vendite per apparecchi domestici sono aumentate perché gran parte della popolazione, causa lockdown, lavorava da casa mentre negli Stati Uniti le ondate di caldo hanno fatto aumentare la domanda. Per questo, insieme a una migliore progettazione degli edifici, gli standard di efficienza dei condizionatori sono una misura chiave per evitare l’immissione di altra Co2 nell’atmosfera e impennate di consumi energetici.

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