Maltempo, Consiglio dei ministri il 23/5. Meloni: “Il governo c’è”

L’Emilia Romagna annega, flagellata dal maltempo, e le istituzioni si attivano a tutti i livelli. Martedì 23, alle 11, si terrà il Consiglio dei ministri per i provvedimenti più urgenti. Il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, porterà sul tavolo la proposta di ulteriori 20 milioni di euro, in aggiunta ai 10 già deliberati il 4 maggio, per gli interventi più urgenti e chiederà l’estensione dello stato di emergenza anche alla provincia di Rimini, che andrà ad aggiungersi a quelle di Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì-Cesena. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio proporrà invece il rinvio delle udienze civili e penali e la sospensione dei termini per gli adempimenti contrattuali e di tutti gli atti aventi forza esecutiva.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è tra i primi a sentire il governatore Stefano Bonaccini per esprimere il cordoglio per le vittime e la vicinanza e solidarietà alle comunità colpite dalla drammatica emergenza maltempo. Diretta a Hiroshima per il G7, Giorgia Meloni segue costantemente l’evoluzione dell’emergenza e, durante uno scalo tecnico ad Anchorage, in Alaska, fa il punto in videoconferenza con il Comitato operativo della Protezione Civile, il ministro Nello Musumeci, Bonaccini e il Capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. E’ nel corso del collegamento che la premier dà la disponibilità immediata a convocare un Cdm per approvare ulteriori misure emergenziali. “Sulle risorse faremo tutto quello che c’è da fare per aiutare la popolazione“, assicura. Poi, ammette, c’è “il tema di messa in sicurezza del territorio“, che dovrà essere affrontato. Ad ogni modo, scandisce, “il governo c’è, è una di quelle situazioni nelle quali tutti i livelli istituzionali bisogna che lavorino al massimo delle loro possibilità“.

Gaffe per il vicepremier Matteo Salvini, che nella serata di martedì ha twittato un pensiero “per i cittadini che lottano con acqua e fango” collegandolo con i risultati deludenti del suo Milan nell’euroderby. Uno scivolone al quale rimedia cancellando il post. Sente poi Bonaccini, con il viceministro Galeazzo Bignami, per il dossier infrastrutture.

I danni sono “enormi“, conferma il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, che garantisce uno “strettissimo raccordo” dell’esecutivo con la Regione e le realtà colpite.

Sul posto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che sorvola, con i vertici dei vigili del fuoco, i centri e le campagne allagati. “La situazione – ribadisce – è di una certa gravità“. La sua visita è un “segno tangibile della doverosa presenza del governo“. La priorità è salvare le vite dei dispersi, afferma: “Abbiamo ragionato su come mantenere vivo il raccordo tra tutte le componenti della protezione civile, la prefettura, la regione, le province e i comuni. È difficile, abbiamo ragionato di come essere all’altezza della situazione. Molte zone sono ancora sotto l’acqua. Abbiamo pregato prefetti e sindaci di sollecitare le chiamate di soccorso“.

Vicinanza e solidarietà arrivano da tutto l’esecutivo. “Fin dal primo momento – rivendica il ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoliil governo si è attivato con tutti i ministri coinvolti già impegnati per coordinare ogni tipo di aiuto necessario“. L’esecutivo è “pronto a intervenire con ogni azione necessaria e assicurerà l’indispensabile supporto“, gli fa eco il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che tra i primi visitò le aziende agricole distrutte dall’ondata di maltempo di inizio mese. Il Masaf è al lavoro, fa sapere, per sostenere il mondo dell’agricoltura, “asset primario della nostra Nazione“. Ma, al momento, i danni non sono ancora quantificabili: “Abbiamo immaginato insieme alle organizzazioni di fare tutte le verifiche che le normative prevedono per quantificare gli interventi di natura finanziaria a evento concluso”.

Maltempo, ricercatrice Cnr-Irpi: Prevenzione, studio e invasi per gestione integrata

Photo credit: profilo Facebook Massimo Olivetti Sindaco di Senigallia

Se c’è una cosa che il cambiamento climatico ci ha insegnato è che non si può tornare indietro, almeno non nel breve periodo. Per questo serve una gestione integrata per affrontare il tema dell’acqua”. Paola Salvati è ricercatrice del Cnr-Irpi (Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche di Perugia) e di fronte agli eventi drammatici causati dal maltempo in Emilia Romagna e Marche parla della necessità di “una strategia”, capace di mettere in campo azioni diverse per mitigare e prevenire gli effetti di “eventi estremi con cui dobbiamo imparare a convivere”. “In futuro – dice a GEAperiodi di siccità possono alternarsi in modo repentino a eventi intensi di pioggia in rapida successione. Non c’è più un passaggio graduale”. Quanto sta accadendo nelle zone colpite dal maltempo, è il frutto, dice Salvati, di “una combinazione di eventi sfavorevoli”, che sono l’intensità (con picchi di pioggia fino a 200 mm nelle ultime 24 ore), la persistenza e l’estensione geografica. Ecco allora le drammatiche conseguenze al suolo: “Allagamenti, esondazione dei fiumi, numerose frane” che, a loro volta portano a “gravi danni, come l’isolamento dei paesi, la chiusura delle strade e ingenti costi economici per il ripristino” delle infrastrutture danneggiare, ma anche per intervenire nelle aree agricole.

Paola Salvati

Paola Salvati, ricercatrice Cnr-Irpi

Il suolo – spiega la ricercatrice – era già saturo a causa delle persistenti piogge estremi dell’inizio di maggio. Non essendo più in grado di assorbire l’acqua, questa resta in superficie e scorre”. E, a differenza delle zone interne dell’Appennino, a valle “il territorio è fortemente antropizzato e quindi il suolo impermeabilizzato. Perciò le ripercussioni nelle aree urbane sono molto gravi”. E se in altre occasioni “le piogge intense si sono manifestate con carattere molto localizzato”, dice Salvati, ora “stiamo vivendo una perturbazione molto estesa territorialmente. L’aumento delle portate dei fiumi avviene contemporaneamente su più bacini, aumentando quindi il rischio di esondazioni e frane”.

E allora cosa fare? “Agire su più fronti”, spiega la ricercatrice del Cnr-Irpi, cominciando dal “potenziare il sistema di previsione e allerta. Questa volta ha funzionato molto bene, anche se ci sono state delle vittime. Ma se un evento del genere fosse avvenuto senza un sistema preventivo di allerta sarebbe andata molto peggio”. Una gestione, dice “che ha funzionato bene. Certo, tutto è migliorabile, ma quando il sistema funziona anche il ripristino delle condizioni di normalità è più semplice”. E, ancora, è fondamentale “potenziare lo studio degli eventi. Cambiando la frequenza e l’intensità delle piogge è necessario conoscere quali sono i valori estremi che causano le frane e portano i fiumi a essere colmi”.

Da ricercatrice e cittadina dico che bisogna puntare a una gestione davvero integrata”, spiega l’esperta. “Non si può pensare di risolvere il problema della siccità e delle piene delle aste fluviale solo con la costruzione di bacini di accumulo o di altre opere di ingegneria idraulica”. Questo aspetto è, però, necessario “per mitigare le conseguenze dei fenomeni estremi. Raccogliere acqua e laminare le onde di piena vicino ai centri abitati è solo una delle tante cose che si devono fare”.

Quindi, conclude Paola Salvati, “bene le misure strutturali, ma puntiamo anche sulla conoscenza di ciò che sta accadendo ai processi fisici con il cambiamento climatico e le ripercussioni delle stesse sui cittadini nella loro vita quotidiana”.

maltempo

Il maltempo non dà tregua, Emilia Romagna in allerta rossa

Il maltempo non dà tregua e l’Emilia Romagna trema ancora. Dalla mezzanotte di oggi, e per tutta la giornata di domani, martedì 16 maggio, scatta l’allerta rossa.

Rispetto alle alluvioni di inizio mese, il quadro si preannuncia ancora più complesso, per l’attesa di temporali e dell’innalzamento del livello del mare, che potrebbe comportare maggiori difficoltà del deflusso delle acque dei fiumi. Le criticità maggiori si prevedono nelle zone rese già fragili dalle precedenti frane.

Stamattina si è riunito un tavolo con l’Unità di crisi nazionale e le prefetture di Bologna, Modena, Forlì-Cesena e Ravenna. Quindi, si è tenuto un incontro con i presidenti delle province e dei sindaci dei Comuni capoluogo. Nelle aree interessate dall’allerta rossa, potrebbe essere prevista dai sindaci la chiusura delle scuole e delle strade più a rischio. L’invito, ai cittadini, è di evitare al massimo gli spostamenti e di ricorrere, dove possibile, allo smart working. Una colonna mobile della protezione civile del Friuli Venezia Giulia è già partita alla volta dell’Emilia Romagna: “Siamo stati per allertati questa mattina e ci siamo subito attivati per portare il nostro aiuto nella destinazione indicata, quella di Predappio“, spiega l’assessore regionale con delega alla Protezione civile, Riccardo Riccardi. In particolare, l’allerta rossa è su montagna e collina emiliana centrale, pianura modenese, pianura, collina e montagna bolognese, pianura, collina, montagna e costa romagnola. Allerta arancione invece su montagna e collina piacentina e parmense, pianura reggiana, pianura e costa ferrarese. Secondo i tecnici, si sommano due rischi: quello idraulico e quello idrogeologico. Le prime precipitazioni sono previste dalla mezzanotte, a partire dalla Romagna. Si estenderanno poi nella mattinata di domani al resto della regione. È prevista una cumulata fino a 100 millimetri di pioggia sui rilievi romagnoli; interessati anche l’Appennino nella fascia collinare nella zona bolognese, forlivese-cesenate, ravennate e modenese, con valori tra i 60 e i 70 millimetri d’acqua in media areale. Oltre a quello reggiano con quantitativi inferiori. Le precipitazioni continueranno fino a mercoledì 17. Nell’intero arco delle 48 ore è previsto l’accumulo medio complessivo di circa 150 millimetri di pioggia. Fiumi a rischio esondazione sui bacini Romagnoli e affluenti di Reno, con colmi di piena vicini ai franchi arginali e ai massimi storici registrati. Livelli prossimi alla soglia 3 sono attesi anche su altri fiumi nella pianura modenese. Previsti anche dissesti diffusi su tutto il territorio collinare e montano, numerosi ed estesi nel settore centro-orientale. Il vortice depressionario determinerà anche mare molto mosso sulla Costa, che potrà generare localizzati fenomeni di ingressione marina ed erosione del litorale. Venti forti sui rilievi e sul settore orientale della regione, in particolare sui crinali appenninici emiliani.

Attenzionato anche il Veneto, con rovesci e temporali su tutta la Regione, in particolare sulle zone centro-meridionali. Soffieranno forte i venti da Nord-Est su costa e pianura. Per criticità idraulica e idrogeologica, la fase operativa di ‘Attenzione’ (gialla) parte dalla mezzanotte di oggi fino alle 14 di mercoledì e per vento forte dalla mezzanotte di oggi a quella di domani.

Intanto, in Sicilia la Protezione Civile monitora le criticità causate dalle piogge intense e dalle forti raffiche di vento nella parte Occidentale dell’isola. Al momento non ci sono emergenze, ma la Soris, Sala Operativa della Protezione Civile regionale, i Nopi (Nuclei Operativi di Pronto Intervento) delle provincie di Trapani, Messina e Palermo, sono a lavoro per verificare l’applicazione dei piani di protezione civile, dare supporto ai comuni, ai vigili urbani, alle forze dell´ordine e ai vigili del fuoco.

Pre-allarme nelle Marche per l’avviso di condizioni meteo avverse e criticità idrogeologiche e idrauliche a partire dalla mezzanotte di oggi e fino alle 24 del 16 maggio. Il rischio arancione riguarda in particolare le zone centro settentrionali della Regione. Il rischio giallo la parte meridionale. Per domani sono previste precipitazioni diffuse con cumulate moderate e in alcune aree elevate, più insistenti nella parte centro settentrionale, con venti sostenuti lungo la costa. Si potranno verificare fenomeni diffusi di instabilità di versante e innalzamenti dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua. Si prevede inoltre che le precipitazioni continueranno, a fasi alterne, fino a giovedì.

In Emilia Romagna “quantità acqua mai vista”. Almeno 2 morti, chiesto stato emergenza

Oltre 48 ore ininterrotte di pioggia, una quantità di acqua “mai vista prima” che si è rovesciata sull’Emilia Romagna. E se in un primo momento si guardava al maltempo con sollievo, nella speranza che portasse giovamento al secco bacino del Po, il lieve entusiasmo ha lasciato spazio alla disperazione: nubifragi e alluvioni, due vittime, oltre 500 gli evacuati. E danni per migliaia di euro a strade dissestate e colture travolte dai temporali. Secondo i tecnici della protezione civile si è registrata un’ondata di maltempo che non ha precedenti storici per la pioggia caduta ininterrottamente in 48 ore e che ha messo in crisi soprattutto gli affluenti del Reno. A complicare la situazione frane e smottamenti che hanno interessato la montagna e la collina. Decisa la chiusura delle scuole e il blocco della circolazione dei treni fra Faenza e Forlì, Russi e Lugo, Russi e Granarolo e fra Lavezzola e Mezzano.

E l’emergenza non sembra finire: ancora 24 ore di allerta rossa per rischio esondazioni. Ci sono infatti molti fiumi che devono ancora raggiungere il colpo della piena. Una situazione che ha portato il presidente della Regione Stefano Bonaccini a chiedere lo stato di emergenza.  “I nostri volontari da 48 ore sono impegnati ad affrontare una situazione senza precedenti, con una quantità di acqua senza confronti storici”, ha dichiarato il governatore ringraziando il presidente Mattarella e la premier Meloni che lo hanno chiamato per esprimere vicinanza alla popolazione colpita. “Stiamo facendo tutto quello che è possibile con la protezione civile, arriveranno 5 protezioni civile da Toscana, Veneto, Lombardia, Liguria e Marche a supporto”, ha aggiunto. Domani mattina Bonaccini incontrerà a Faenza i sindaci del Ravennate, per fare un primo punto della situazione, a cui seguirà un incontro a Imola con i sindaci del Bolognese. Agli incontri saranno presenti il presidente della Provincia di Ravenna, Michele De Pascale, e il sindaco della Città metropolitana di Bologna, Matteo Lepore.

Le maggiori criticità si sono registrate infatti nel ravennate e nel bolognese: il Sillaro, tracimando, ha causato due rotte dell’argine, la più grande si è verificata a Massa Lombarda (Ravenna), dove in via Merlo – a valle di Portonovo -, sono in corso da ieri le operazioni di chiusura. A Faenza l’esondazione del Lamone ha provocato l’allagamento nell’area Borgo Durbecco e della zona esterna dell’abitato, nella parte pedecollinare. Osservata speciale, al momento, la zona di Bagnacavallo,che rientra tra le situazioni più critiche per l’evolversi degli allagamenti.

A Castel Bolognese un signore di 80 anni è deceduto travolto dall’acqua mentre in bici percorreva una zona interdetta alla circolazione, dopo la fuoruscita del Senio. Un uomo di 74 è invece rimasto travolto da una frana che si è abbattuta su un’abitazione, a Fontanelice.

Numerose le evacuazioni: la più significativa a Faenza, 250 persone, poi Castel Bolognese e Conselice, circa 60 ciascuna, più altre con numeri inferiori.

A Bologna rimane chiusa via Saffi, una delle principali strade d’accesso al centro, danneggiata dalle esondazioni del canale sotterraneo Ravone. Pesantissime le ripercussioni sul traffico. Nelle prossime 48 ore ci saranno i sopralluoghi e solo dopo si potrà avere una stima precisa dei danni all’asfalto e alla copertura sotterranea e soprattutto dei tempi necessari alla riapertura in sicurezza della strada che in questo momento non è possibile definire. Il sindaco Matteo Lepore ha invitato le aziende a favorire al massimo lo smart working nei prossimi giorni.

In tutto, sono stati 300 i vigili del fuoco in azione, con 600 interventi svolti tra le province di Bologna (300), Ravenna (200) e Forlì Cesena (100). Numerose le evacuazioni di persone bloccate in casa, al lavoro squadre di soccorritori fluviali dei vigili del fuoco a Faenza (RA), Medicina e Imola (BO), Modigliana e Predappio (FC).

A causa dell’emergenza maltempo e delle gravi conseguenze che sta provocando in queste ore in Emilia-Romagna, la conferenza stampa di presentazione  del Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna di Formula 1, in programma per domani, giovedì 4 maggio  è stata annullata.

 

 

 

chiusa spiaggia

Batteri nelle acque romagnole: colpa del surriscaldamento

Non riusciamo a capire questa presenza anomala di batteri nel nostro tratto di mare. Da terra non sono arrivati; i fiumi sono quasi in secca e non piove da tempo. Secondo me qualcuno al largo ha scaricato materiale organico. Vedremo cosa ci diranno le analisi quotidiane che verranno effettuate dall’Arpa“. A parlare con GEA è Mauro Vanni, presidente della cooperativa bagnini di Rimini, presidente nazionale di Confartigianato imprese demaniali e gestore del Bagno 62. La notizia riguarda lo stop alla balneazione in 28 tratti della costa romagnola, da Goro (Ferrara) a Cattolica imposto oggi dall’Arpa Emilia Romagna per la presenza fuori norma di escherichia coli, un batterio dell’intestino umano e animale.

Abbiamo ricevuto la comunicazione di Arpa mercoledì sera – spiega Vanni – quindi abbiamo proceduto con la sistemazione della cartellonistica in spiaggia e delle bandiere rosse e bianche sui pennoni dei salvataggi per informare i turisti sul divieto di balneazione. Ma molti comunque il bagno lo stanno facendo lo stesso; ci chiedono il motivo dei cartelli, noi spieghiamo la situazione, ma a causa del forte caldo, diverse persone si sono bagnate in mare. D’altronde non possiamo bloccarli“.

Ma questi batteri, in piena stagione balneare, come ci sono finiti in mare? “Ce lo stiamo chiedendo anche noi – prosegue Vanni – si tratta di una situazione anomala. Non è come gli anni scorsi, quando poteva verificarsi uno sversamento imprevisto. Qui non è piovuto, per cui da terra non può essere arrivato nulla. Potrebbe essere stato qualcuno al largo. Ora Arpa continuerà ogni giorno a effettuare analisi finché l’acqua del mare non sarà di nuovo a norma; staremo a vedere cosa ha provocato questa anomalia“.

Martedì scorso, riferisce Arpa Emilia Romagna “sono stati effettuati i campionamenti programmati nei 98 punti di misura individuati lungo la costa emiliano-romagnola. Le analisi hanno evidenziato il superamento dei limiti normativi in 28 di questi punti, e per tale ragione si è reso necessario un divieto temporaneo della balneazione, in attesa del rientro alla normalità dei parametri previsti dalle norme. In particolare i divieti riguardano un tratto nel comune di Goro (Ferrara), il tratto di Pinarella di Cervia (Ravenna) e 26 tratti in provincia di Rimini (nei comuni di Bellaria-Igea Marina, Rimini, Riccione, Misano Adriatico e Cattolica). Sono in corso i campionamenti aggiuntivi per verificare il ritorno all’interno dei limiti: 14 sono già stati effettuati, mentre gli altri, a causa delle avverse condizioni meteomarine, saranno effettuati nella giornata di oggi“.

Secondo gli esperti dell’Agenzia per l’ambiente “la situazione riscontrata è senza dubbio anomala e sono in corso alcune verifiche per comprendere le cause che hanno generato questa inattesa situazione. Al momento le ipotesi possibili per spiegarne le cause sono rappresentate da un insieme di eccezionali condizioni meteorologiche, idrologiche e marine (temperatura dell’acqua molto elevata da molte settimane con valori oscillanti intorno ai 30°, prolungata assenza di ventilazione, scarso ricambio delle acque, mancata diluizione delle immissioni nei corsi d’acqua che arrivano a mare per la forte siccità), che, sommandosi, possono aver avuto un effetto particolarmente impattante sulla composizione delle acque marine“. Domani, anche sulla base dei dati che emergeranno dagli ulteriori campioni prelevati, è previsto un incontro in Comune a Rimini fra tutti gli enti e i soggetti interessati per analizzare la situazione e valutare le eventuali misure da intraprendere.

Il monitoraggio delle acque di balneazione, che ha l’obiettivo di riconoscere e ridurre le possibili cause di inquinamento – spiega Arpa -, si esegue stagionalmente in 98 punti del litorale attraverso il prelievo di campioni periodici, effettuato da Arpa in collaborazione con la Capitaneria di porto. Le analisi, condotte sulla base della normativa nazionale, vengono effettuate nel laboratorio Arpa di Cesenatico, che ha recentemente ottenuto l’accreditamento da parte di Accredia, ente unico nazionale di accreditamento. Per ogni campione vengono controllati due parametri microbiologici (Escherichia coli ed Enterococchi intestinali). Il superamento dei limiti previsti dalla normativa, anche di uno solo di essi, determina il divieto temporaneo della balneazione nel tratto di costa interessato. La revoca del divieto avviene quando, a seguito di ulteriori campionamenti, i valori dei parametri si normalizzano“.

abruzzo

Quattro regioni italiane al centro del progetto ‘green’ della Ue

Ci sono anche quattro regioni italiane (Abruzzo, Emilia-Romagna, Toscana e Veneto) tra le 63 selezionate dalla Commissione Europea per il progetto pilota per i partenariati per l’innovazione regionale. L’iniziativa, sviluppata dalla Commissione europea e dal Comitato delle regioni, è volta a promuovere le trasformazioni verdi e digitali attraverso l’assistenza degli enti locali da parte degli esperti del Centro comune di ricerca (JRC) per tradurre in atto le politiche green e digital dell’Ue.

L’Europa guarda sempre più verso la transizione ecologica. Ma per percorrere questa strada è fondamentale affrontare l’attuale divario in materia di innovazione presente tra le diverse regioni. A questo proposito i partecipanti al progetto potranno usufruire del ‘Partnership for Regional Innovation Playbook‘, un documento di orientamento utile a migliorare il coordinamento delle politiche di innovazione regionali, nazionali e della Ue.

Una grande difficoltà sta nell’affrontare e comprendere le sfide da superare a livello internazionale. “Attraverso il progetto pilota, la Regione Abruzzo cerca di beneficiare del dialogo interregionale e di acquisire conoscenze su come affrontare con successo gli ostacoli nell’intraprendere la transizione verso la sostenibilità economica, sociale e ambientale e la competitività globale”, ha affermato Marco Marsilio (FdI), presidente della Regione Abruzzo e membro della commissione Ambiente del Comitato europeo delle regioni.

Il confronto tra amministrazioni regionali, nazionali ed europee rappresenterà un vantaggio dal quale ricavare più insegnamenti possibili per trasformare l’Italia in un Paese più sostenibile. “L’azione pilota ‘Partnership of Regional Innovation’ rappresenta per la Toscana momento unico di confronto, di sperimentazione e di apprendimento che ci aiuterà a migliorare il quadro strategico relativo alle politiche per l’innovazione oltre a dotarci degli strumenti di supporto decisionale necessari per abbattere le barriere che frenano la transizione ecologica e digitale”, ha evidenziato il presidente della Regione Toscana, Eurgenio Giani (Pd).