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Il grande piano Fs da 190 miliardi punta tutto sulla sostenibilità

Tra i piani industriali più ambiziosi e orientati alla sostenibilità degli ultimi anni c’è sicuramente quello di Ferrovie dello Stato. Un progetto da 190 miliardi per dieci anni (2022-2031), presentato a maggio, che ha l’obiettivo di rendere il trasporto “multimodale e più sostenibile“, usando le parole dell’Ad Luigi Ferraris. Si tratta di contribuire concretamente alla transizione ecologicanon solo rendendo più attrattivo l’uso del treno, il mezzo più ecologico per eccellenza, ma anche autoproducendo da fonti rinnovabili almeno il 40% del nostro consistente fabbisogno energetico“, ha spiegato Ferraris.

Tra i goal fissati c’è l’incremento, fino al raddoppio sul 2019, del trasporto merci su ferro (al momento solo il 6% viaggia su rotaia) e la necessità di rendere le infrastrutture ferroviarie e stradali più accessibili, integrate efficacemente fra loro e resilienti, aumentando la dotazione anche per ridurre il gap tra Nord e Sud del Paese. Il Piano prevede una profonda ridefinizione della governance e una nuova struttura organizzativa, su quattro poli: Infrastrutture, Passeggeri, Logistica, Urbano. Per attuarlo, il Gruppo ha messo in preventivo 40mila assunzioni.

Attenzione particolare sarà data all’eco-transizione, con attività di efficientamento e riduzione dei consumi, unite a nuove iniziative per valorizzare i propri asset installando impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Le attività del Gruppo, al momento, richiedono un consumo di energia annuo elevato, pari a circa il 2% della domanda nazionale. Per questo saranno investiti 1,6 miliardi di euro per produrre 2 GigaWattora di capacità rinnovabile per una copertura del fabbisogno di energia fino a sfiorare la metà del totale, circa 2,6 TeraWattora con un risparmio per il sistema paese da centinaia di milioni di euro. Un’organizzazione dedicata che avrà il compito di gestire l’energy management. Il Gruppo ha a disposizione oltre 30 milioni di metri quadri di aree o tetti dove sistemare impianti fotovoltaici.

Il piano punta alla riduzione delle emissioni di CO2 di circa 7,5 milioni di tonnellate annue grazie alle iniziative di business e allo shift modale verso il ferro: passaggio che, nel trasporto passeggeri, permetterà una riduzione di circa 2,8 milioni di tonnellate all’anno; mentre in quello merci la diminuzione sarà di circa 2,9 milioni di tonnellate annue.

Il gruppo Fs vuole essere Carbon Neutral entro il 2040“, ha ribadito la presidente, Nicoletta Giadrossi. “ll nostro gruppo è un operatore sistemico di mobilità a servizio dello sviluppo sostenibile del Paese. La sostenibilità è al cuore della nostra missione e ha dato forma alla nostra strategia, un cambiamento che dura deve essere sostenibile“.

I nuovi treni saranno più connessi: dovranno avere obbligatoriamente climatizzazione, prese per la ricarica delle biciclette elettriche, sistemi per la rilevazione del numero dei passeggeri a bordo, videosorveglianza interna ed esterna attraverso telecamere e monitor, e appunto una rete WiFi utilizzabile dai passeggeri. Sull’alta velocità – da Torino a Napoli e verso Venezia – Fs vuole garantire una connessione ad alta velocità, di tipo 4G.

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Il grande piano Fs da 190 mld punta alla transizione ecologica

Tra i piani industriali più ambiziosi e orientati alla sostenibilità degli ultimi anni c’è sicuramente quello di Ferrovie dello Stato. Un progetto da 190 miliardi per dieci anni (2022-2031), presentato a maggio, che ha l’obiettivo di rendere il trasporto “multimodale e più sostenibile“, usando le parole dell’Ad Luigi Ferraris. Si tratta di contribuire concretamente alla transizione ecologica “non solo rendendo più attrattivo l’uso del treno, il mezzo più ecologico per eccellenza, ma anche autoproducendo da fonti rinnovabili almeno il 40% del nostro consistente fabbisogno energetico“, ha spiegato Ferraris.

Tra i goal fissati c’è l’incremento, fino al raddoppio sul 2019, del trasporto merci su ferro (al momento solo il 6% viaggia su rotaia) e la necessità di rendere le infrastrutture ferroviarie e stradali più accessibili, integrate efficacemente fra loro e resilienti, aumentando la dotazione anche per ridurre il gap tra Nord e Sud del Paese. Il Piano prevede una profonda ridefinizione della governance e una nuova struttura organizzativa, su quattro poli: Infrastrutture, Passeggeri, Logistica, Urbano. Per attuarlo, il Gruppo ha messo in preventivo 40mila assunzioni.

Attenzione particolare sarà data all’eco-transizione, con attività di efficientamento e riduzione dei consumi, unite a nuove iniziative per valorizzare i propri asset installando impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Le attività del Gruppo, al momento, richiedono un consumo di energia annuo elevato, pari a circa il 2% della domanda nazionale. Per questo saranno investiti 1,6 miliardi di euro per produrre 2 GigaWattora di capacità rinnovabile per una copertura del fabbisogno di energia fino a sfiorare la metà del totale, circa 2,6 TeraWattora con un risparmio per il sistema paese da centinaia di milioni di euro. Un’organizzazione dedicata che avrà il compito di gestire l’energy management. Il Gruppo ha a disposizione oltre 30 milioni di metri quadri di aree o tetti dove sistemare impianti fotovoltaici.

Il piano punta alla riduzione delle emissioni di CO2 di circa 7,5 milioni di tonnellate annue grazie alle iniziative di business e allo shift modale verso il ferro: passaggio che, nel trasporto passeggeri, permetterà una riduzione di circa 2,8 milioni di tonnellate all’anno; mentre in quello merci la diminuzione sarà di circa 2,9 milioni di tonnellate annue.

Il gruppo Fs vuole essere Carbon Neutral entro il 2040“, ha ribadito la presidente, Nicoletta Giadrossi. “ll nostro gruppo è un operatore sistemico di mobilità a servizio dello sviluppo sostenibile del Paese. La sostenibilità è al cuore della nostra missione e ha dato forma alla nostra strategia, un cambiamento che dura deve essere sostenibile“.

I nuovi treni saranno più connessi: dovranno avere obbligatoriamente climatizzazione, prese per la ricarica delle biciclette elettriche, sistemi per la rilevazione del numero dei passeggeri a bordo, videosorveglianza interna ed esterna attraverso telecamere e monitor, e appunto una rete WiFi utilizzabile dai passeggeri. Sull’alta velocità – da Torino a Napoli e verso Venezia – Fs vuole garantire una connessione ad alta velocità, di tipo 4G.

Aereo, treno, auto o nave: cosa inquina di più? Ferraris (Fs): “Noi i più green”

Sebbene di questi tempi non si possa considerarlo ‘lineare’, dato che è soggetto a rallentamenti, ripartenze e piccole deviazioni, il processo di transizione ecologica è irrevocabile. Non si può tornare indietro, ma è possibile scegliere diversi percorsi per arrivare agli obiettivi. Ed è necessario tenerne conto anche nell’organizzazione delle vacanze e delle modalità con le quali raggiungere i luoghi di villeggiatura.

Nel caso dei trasporti, il Green deal europeo prevede la riduzione del 90% entro il 2050 delle emissioni di gas a effetto serra (Ggh) rispetto al 1990. E facilitare il passaggio a modalità di trasporto più sostenibili può dare un contributo assai rilevante al raggiungimento della quota. La parola chiave è gradualità e non per nulla il periodo interessato dalla transizione è di 60 anni. Non è infatti possibile azzerare le emissioni solamente tramite le energie alternative e rinnovabili, men che meno in questo momento storico condizionato dalla carenza di materie prime e dalla crisi energetica. Considerati i rallentamenti indotti dalla situazione geopolitica, non appare dunque un errore ritenere il Green deal Ue molto ambizioso. Il settore dei trasporti è però quello che potrebbe contribuire maggiormente al successo dell’operazione ‘sostenibilità’.

Secondo i dati dell’Agenzia europea per l’ambiente (Eea), il sistema trasporti rappresenta il 24,6% delle emissioni di gas serra nell’Ue 27, e i responsabili delle emissioni di CO2 sono in primis il trasporto su strada (71,8%), seguito dalla navigazione (14,1%), dall’aviazione (13,2%) e dal trasporto ferroviario (0,4%). L’Eea sottolinea che gli sforzi per ridurre le emissioni si sono moltiplicati nell’ultimo decennio, ma le concentrazioni di inquinanti atmosferici “sono ancora troppo elevate. All’inquinamento atmosferico dei trasporti, dal particolato (PM) al biossido di azoto (NO2), si aggiunge anche quello acustico, che rappresenta un altro problema per la sostenibilità ambientale, tanto che in Ue si stima che oltre 100 milioni di persone siano soggette a livelli nocivi causati dal traffico stradale, ferroviario e aereo.

Nel suo studio ‘Treno o aereo?’ pubblicato nel 2021, l’Eea conferma che comparando costi e benefici, il viaggio in treno è sempre una scelta meno dannosa per l’ambiente e che “l’impatto delle emissioni dell’aviazione è invariabilmente maggiore in base al chilometro per passeggero”. Tuttavia, secondo l’Agenzia europea per l’Ambiente, “volare non è necessariamente la scelta più dannosa”, dato che spesso è l’auto ad avere il maggior impatto date le emissioni sulle lunghe percorrenze e l’occupazione bassa del mezzo (al massimo 5 persone per viaggio). Secondo l’Eea, infatti, il viaggio in treni ad alta velocità risulta essere l’opzione “più rispettosa dell’ambiente a causa dell’alto tasso di occupazione.

Il treno – spiega a GEA Luigi Ferraris, amministratore delegato di Ferrovie dello Statoè il mezzo di trasporto più sostenibile e green per eccellenza, e può giocare un ruolo chiave nel processo di transizione ecologica perché contribuisce in modo determinante a ridurre l’emissione di CO2, i picchi di traffico stradale e i conseguenti costi esterni della mobilità privata su gomma“. “Il nostro Piano Industriale 2022-2031, da 190 miliardi di euro di investimenti – aggiunge Ferraris – mira a realizzare infrastrutture sempre più moderne, interconnesse e resilienti e a rendere più attrattivo il treno, promuovendo un trasporto collettivo multimodale“. Si tratta quindi di indicazioni delle quali occorre tenere conto al momento di pianificare le vacanze: la scelta dell’opzione di trasporto più ecosostenibile (ovviamente in base alla meta da raggiungere) è il primo e forse più importante passo verso un turismo all’insegna del green.

L’Europa, contesto di riferimento del rapporto dell’Agenzia europea per l’Ambiente, è il nuovo mercato domestico per Fs, “divenuto tale anche grazie alla crescente liberalizzazione e alla spinta verso un trasporto collettivo e condiviso” precisa l’ad, che parla di sviluppo di una proposta di business, tra gli obiettivi del polo ‘Passeggeri’, uno dei quattro poli business nati per ridefinire la governance del Gruppo. “Facendo leva sui pregi della multimodalità, miriamo a sviluppare un trasporto sempre più integrato, economico, affidabile e sostenibile – spiega Ferraris -. Figura centrale sarà il cliente, al quale verranno offerte soluzioni di integrazione con un servizio che, grazie ad una piattaforma digitale, gli consentirà di pianificare, prenotare e pagare l’intero viaggio door-to-door, utilizzando più mezzi di trasporto con soluzioni su misura, basate sui bisogni individuali”.

Lo studio dell’Agenzia europea dell’Ambiente chiarisce anche la necessità di infrastrutture adeguate per la cosiddette rivoluzione green nei trasporti. La tecnologia in effetti non può essere considerata solamente per la riduzione dei consumi e la mitigazione delle emissioni, ma l’intero settore dei trasporti deve compiere il proverbiale balzo innovativo affinché anche le infrastrutture diventino sostenibili e maggiormente integrate nell’ambiente. Le reti dei trasporti al momento, infatti, hanno un grave impatto sul paesaggio perché dividono le aree naturali in appezzamenti più piccoli con effetti anche rilevanti su fauna e verde. Anche nel caso dell’innovazione infrastrutturale si può parlare di processo irrefrenabile ma, ancora una volta, è obbligatorio un equilibrio tra sviluppo e ambiente.

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FS festeggia i 100 anni della locomotiva elettrica E.431 con un francobollo

Un nuovo francobollo celebra l’eccellenza dell’ingegneria ferroviaria italiana, a cento anni dalla nascita della locomotiva elettrica trifase E.431, “un vanto poco conosciuto“, rivendica Luigi Cantamessa, direttore della Fondazione Fs Italiane.

L’emissione assume un significato molto attuale, se letta alla luce del momento. L’Italia, ricorda l’ingegnere della Fondazione, “è da sempre un Paese con una olografia difficile, povera di giacimenti, petroliferi e carboniferi, molto legata alle importazioni estere“. Proprio per questo motivo, già negli anni ’10 del ‘900 le Ferrovie italiane studiano la transizione dalle carboniere alle vaporiere, alle locomotive elettriche. “Pensiamo che nella Germania dell’Est, ricchissima di carbone, le ultime locomotive a motore si costruiscono fino agli anni ’50. Questo per dire – afferma – che in Europa l’Italia è antesignana di almeno mezzo secolo, sfruttando le cadute dell’acqua inizia l’elettrificazione della rete“. Dal 1922 all’entrata in guerra, 1940, si è passati da mille chilometri di filo elettrico steso sui binari a quasi 9mila, in maniera pioneristica.

La locomotiva elettrica trifase E.431 è stata utilizzata per potenziare il parco elettrico delle Ferrovie dello Stato dopo il completamento dei primi programmi di elettrificazione della rete. Per alcuni anni ha incarnato il meglio dell’industria ferroviaria italiana, sia dal punto di vista tecnologico, con la sua capacità di esprimere per l’epoca prestazioni di eccellenza, anche in termini di velocità, sia sotto l’aspetto stilistico e del design.

Lo speciale annullo filatelico mostra il legame fra Ferrovie dello Stato e Poste Italiane, due aziende radicate nel territorio, con radici solide nel passato ma proiettate al futuro. Ne è convinta Maria Bianca Farina, presidente di Poste, che osserva come i due gruppi abbiano “connesso il Paese negli anni, in modo diverso“. Ogni emissione è un evento ma, sottolinea, “ci sono emissioni ancora più speciali, che dimostrano come il francobollo sia uno strumento di comunicazione incredibile e costituisca la nostra memoria collettiva personale. Ci fa bene capire da dove veniamo, la locomotiva ci parla di progressi scientifici e tecnologici, di un accorciamento importante delle distanze”.

Con l’avvio del Piano industriale 2022-2031 il Gruppo FS si pone anche come protagonista di una nuova stagione di rilancio delle infrastrutture di mobilità del Paese, in un’ottica di integrazione tra diverse e modalità di trasporto, all’insegna della sostenibilità. “È necessario spingere sul trasporto ferroviario, anche per ridurre le emissioni di Co2”, rimarca Gilberto Pichetto Fratin, viceministro allo Sviluppo Economico, durante la presentazione.

Per rendere la rete sempre più green ed efficiente, nei prossimi dieci anni il Gruppo FS ha pianificato 190 miliardi di euro di investimenti. Tra i tanti progetti in cantiere c’è anche l’incremento dei chilometri di rete elettrificata, che passeranno dagli attuali 12.160 (quasi il 72% della rete ferroviaria nazionale) a circa 14.000 chilometri totali (circa l’83%).