Slittano lavori al Monte Bianco: si attende riapertura Frejus. Ma resta nodo valichi
I lavori al tunnel del Monte Bianco verranno rinviati, al momento sembra per almeno 8 giorni. Il tempo necessario per riaprire il traforo del Frejus, chiuso a seguito della frana nella regione francese della Savoia. A confermarlo, dopo giorni di colloqui tra Italia e Francia, è il Geie, raggruppamento italo-francese di gestione della struttura. “I lavori di ristrutturazione della volta – si legge in una nota – sono stati rinviati e il tunnel rimarrà aperto in attesa della ripresa del traffico sulla A43 e della riapertura del tunnel del Fréjus ai mezzi pesanti, prevista entro otto giorni. La priorità viene data al mantenimento degli scambi commerciali tra Italia e Francia”.
La decisione dovrebbe essere formalizzata lunedì 4 settembre, quando si riunirà la Conferenza intergovernativa tra Italia e Francia. Ma l’intesa confermata ieri tra i due paesi ha portato al posticipo dei lavori di manutenzione del traforo, inizialmente in programma da lunedì al 18 dicembre 2023 nella galleria tra Courmayeur e Chamonix. Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini auspicava una proroga di almeno un anno, fino a settembre 2024, per cercare di trovare una soluzione all’annoso problema dei collegamenti tra Italia e Francia, soprattutto per quanto riguarda il trasporto merci. Un problema ribadito oggi da Assotir, secondo cui quella del valico è solo l’emergenza esplosa nelle ultime settimane, ma “si devono affrontare invece diverse altre questioni – dalla carenza di manutenzione, alla maggiore collaborazione tra Paesi – che vengono rinviate da anni. La situazione inoltre resterà caotica per mesi, e i disagi che i trasportatori dovranno affrontare non devono essere ignorati“. Parigi è sempre sembrata più cauta sulla proroga di un anno, assecondando comunque la volontà italiana di non bloccare contemporaneamente il Bianco e il Frejus, per non congestionare il traffico.
Per il ministro francese dei trasporti Clement Beaune l’autostrada A43 (colpita dalla frana) dovrebbe riaprire “se tutto va bene” entro la fine della prossima settimana, mentre la linea ferroviaria non riaprirà prima di ottobre. Una tempistica confermata anche da Geie: “secondo informazioni fornite dai tecnici incaricati – spiega in una nota -, attualmente il tempo necessario alla riapertura al traffico in tutta sicurezza della A43 e del traforo del Frejus ai mezzi pesanti è previsto entro 8 giorni, se le condizioni tecniche e metereologiche lo permetteranno“. Una soluzione che piace alla Regione Valle d’Aosta: “L’unico elemento certo per noi è che la riapertura non può andare oltre il 18 dicembre, sovrapponendosi con un periodo turistico fondamentale per l’economia” aveva detto il governatore, Renzo Testolin. La preoccupazione italiana era infatti evitare che, con una partenza troppo ritardata del cantiere, i lavori sul tunnel del Bianco si svolgessero nel pieno delle festività natalizie, cruciale per l’economia turistica del Paese. Dalla società di gestione confermano che “se la chiusura del Traforo del Monte Bianco potrà avvenire al più tardi entro l’11 settembre, saremo in grado di far fronte al flusso di mezzi pesanti prima di tale data, quindi di realizzare tutti i lavori previsti, con una riapertura Bianco nella data promessa del 18 dicembre“. Ma, se si dovesse andare oltre l’11 settembre, “bisognerà analizzare diverse opzioni più sostanziali”, tra cui quella di un “rinvio completo dei lavori all’autunno del 2024”.
Allo stesso tempo l’Alta Val di Susa esprime preoccupazione: “La chiusura del Monte Bianco, che mi sembra di capire avverrà tra qualche giorno, avrà comunque un impatto notevole sulla nostra viabilità: tutto il traffico, soprattutto di mezzi pesanti, diretto in Francia, ma anche nella nostra valle, verrà infatti deviato sull’autostrada e sul Frejus, e ci ritroveremo ad avere il doppio di veicoli che impattano sulle nostre strade”, ha ricordato Chiara Rossetti, sindaca di Bardonecchia, località montana e turistica del Torinese. “ Per questo, insieme ai sindaci della valle, stiamo partecipando a tavoli con la Regione Piemonte e la Prefettura, chiedendo che almeno il disagio che subiremo venga riconosciuto”. Bardonecchia è “comune turistico, la mia paura non è solo legata alla qualità dell’aria che respirano i miei cittadini, con un aumento del traffico. Io penso anche all’appeal turistico di una zona dove si rischiano code interminabili e difficoltà di accesso: temo che un turista possa essere scoraggiato e scegliere altre mete più facilmente raggiungibili”, ha spiegato.