Energia, manifesto per salvare l’idroelettrico: No a gare. Pichetto: Troveremo soluzione

Il nostro Paese rischia di perdere un settore energetico strategico“: è l’appello che questa mattina associazioni di categoria, sindacati e Onlus lanciano sul comparto idroelettrico dai quotidiani italiani, con una lettera aperta contro le modifiche alla norma sulle gare delle concessioni. Un manifesto, intitolato ‘Uniti per l’idroelettrico italiano’, firmato da 27 sigle che accende i riflettori su un settore energetico strategico per il Paese.

Se nessuno Stato membro ritiene di dover mettere a gara le proprie concessioni, per analogia, a tutela di imprese e famiglie italiane, anche in Italia non può e non deve essere possibile procedere“, spiega Assoidroelettrica. Secondo l’associazione potrebbe essere “assai pericoloso indire bandi che permettano la partecipazione solo a taluni soggetti, perché queste disposizioni potrebbero essere impugnate, giungendo così a situazioni di totale incertezza“. Le associazioni chiedono investimenti per ottimizzare le centrali sul territorio nazionale, titoli concessori efficaci e impegni dei concessionari a “porre in essere adeguati interventi“.

La proposta è quella di fermare le aste con un decreto ministeriale, almeno fino a quando non arriverà il pronunciamento richiesto in merito dalla Corte Costituzionale alla Corte di Giustizia europea.

Condivide le preoccupazioni Gilberto Pichetto: “L’idroelettrico rappresenta un vettore irrinunciabile per il sistema Paese nel suo percorso di transizione“, ricorda il ministro. Da due anni, garantisce, il governo è cerca “soluzioni percorribili, che non pregiudichino gli obiettivi del Pnrr, valorizzando allo stesso tempo la volontà di liberare gli investimenti sul territorio“. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica si impegna a perseguire “ogni strada” possibile, nel confronto con la nuova Commissione europea, per un sistema “più bilanciato” di quello che oggi disciplina le procedure di assegnazione delle concessioni.

È fondamentale mettere in atto ogni intervento possibile per scongiurare il rischio che l’Italia, a causa delle modalità di assegnazione delle concessioni, perda una risorsa così essenziale anche per il processo di decarbonizzazione“, afferma Riccardo Zucconi, responsabile energia di FdI che ha assunto un impegno per il comparto con l’ordine del giorno al decreto Concorrenza. Ricorda che “bisogna agire in Europa“, confidando nel lavoro che su questo fronte potranno portare avanti il vicepresidente della Commissione Raffaele Fitto e il ministro per gli Affari europei Tommaso Foti, affinché la modifica delle procedure per il rinnovo delle concessioni rispetto a quanto attualmente previsto, non venga considerata un reversal rispetto ai requisiti richiesti per accedere ai fondi del Pnrr. “Senza l’introduzione di una normativa comunitaria improntata al principio di reciprocità fra tutti gli Stati, l’attuale procedura sulle concessioni idroelettriche italiana non rispetta di fatto alcun principio di concorrenza imposto in seno alla Ue“, osserva Zucconi.

Per raggiungere gli impegni sulla decarbonizzazione, “abbiamo bisogno dell’apporto di tutte le fonti energetiche, compreso l’idroelettrico“, aggiunge Luca Squeri, responsabile Energia di FI. “Dobbiamo impedire che le concessioni finiscano nelle mani di paesi che non garantiscono uguali possibilità ai nostri investitori“, insiste.

Si dice “stupita” dalle dichiarazioni della maggioranza la senatrice di Italia Viva, Silvia Fregolent: “Nulla hanno detto o fatto in questi mesi in cui il governo ha disatteso ogni impegno“, denuncia, rivendicando una lotta di Iv contro la messa a gara dell’idroelettrico dai tempi del governo Draghi. “Continuiamo oggi – scandisce – che non è stato fatto nemmeno il dpcm sulla golden power. Se non si interviene rapidamente si rischia di svendere il nostro patrimonio energetico ed idrico, altro che sovranità italiana!”.