Sisma 2016, con l’Art Bonus ad Amatrice rinasce la Chiesa di S.Francesco

Ad Amatrice, borgo straziato dal sisma del 2016, rinascerà uno dei suoi simboli, la Chiesa di San Francesco, grazie a una sinergia quasi inedita tra pubblico, privato, istituzioni locali e nazionali. Al territorio sarà restituito l’edificio di culto raso al suolo il 24 agosto di nove anni fa, quando oltre agli immensi danni strutturali persero la vita 237 persone.

Lo strumento che consentirà questa ricostruzione da record è l’Art Bonus, attraverso il quale Intesa Sanpaolo contribuirà con 6,6 milioni di euro, con la Banca dei Territori. L’importo complessivo destinato al progetto è di 13,2 milioni e la conclusione dei lavori è prevista a giugno del 2027. In considerazione del cronoprogramma della progettazione e dell’esecuzione dei lavori, è stato previsto che l’elargizione di Intesa al Comune venga erogata in tre tranches, tra il 2024 e il 2026. La prima, di 2,2 milioni, è già avvenuta.

L’avvio della ricostruzione della chiesa ricorda che il recupero e la salvaguardia del patrimonio culturale italiano “non può fare a meno del rapporto pubblico-privato“, sottolinea il ministro Alessandro Giuli in conferenza stampa al MiC, che parla di una “rinnovata visione complessiva” che renda il privato protagonista attivo e consapevole di una “grande impresa sociale e comunitaria“. Il patrimonio culturale italiano, da secoli esposto a terremoti e calamità naturali, osserva il ministro, “richiede uno sforzo permanente in tutte le attività di protezione, messa in sicurezza e, ove necessario, restauro e ricostruzione“. In questo tipo di interventi, ribadisce, l’Art Bonus si rivela uno strumento fondamentale che “andrebbe sempre promosso”.

L’avvio della ricostruzione è un avvenimento “atteso, sentito, voluto da tutti con determinazione e passione” per il commissario straordinario Guido Castelli. “Oggi – sottolinea – si accende una nuova luce nel percorso di rinascita dell’Appennino centrale, che assume sempre più forma e concretezza”. Di quel sisma che ha preteso un tributo di vite troppo alto, Amatrice, precisa Castelli, è il simbolo e la Chiesa di San Francesco un “emblema“, un “punto di riferimento storico, religioso e culturale” che tornerà a nuova vita.

Tutto, ricorda il sindaco della cittadina Giorgio Cortellesi, parte dalla “sensibilità di una donazione effettuata da una nota imprenditrice della nostra terra, diventata una persona di fama nazionale per il suo impegno civile e culturale“: la presidente della Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, Paola Santarelli, per la quale “la ricostruzione di questo identitario monumento scalderà i cuori degli abitanti nel percorso per tornare a essere uno dei cento borghi più belli d’Italia”.

Il lancio dei lavori è un passo avanti nel percorso di ricostruzione del centro storico di Amatrice che “vede finalmente la cultura protagonista della rinascita del tessuto sociale e culturale di questo bellissimo territorio”, scandisce il questore della Camera Paolo Trancassini, che chiede di convincere la popolazione che “questa luce che vediamo finalmente in fondo al tunnel effettivamente porterà a un rilancio economico e sociale“. La ricostruzione ed il restauro della Chiesa di San Francesco è un’opera di “straordinaria valenza civica oltre che culturale”, spiega il presidente di Ales, Fabio Tagliaferri, resa possibile anche grazie a uno strumento virtuoso come l’Art Bonus che Ales, società in house del Mic, gestisce per conto del ministero “con passione e dedizione quotidiana” da dieci anni.

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Dopo il Jova Beach Party al via Ri-Party-Amo per ripulire l’Italia

Dopo la conclusione del Jova Beach Party, con l’ultima data di sabato 10 settembre a Bresso, è il momento della partenza di Ri-Party-Amo: il progetto nazionale ambientale nato dalla collaborazione tra Wwf Italia, Intesa Sanpaolo e, appunto, il Jova Beach Party e declinato in tre macroaree di intervento (Pulizie- Rinaturazione- Formazione) tutte con l’obiettivo di rendere i giovani, scuole, famiglie, aziende e intere comunità, protagonisti della salvaguardia e del restauro della natura d’Italia.

I primi otto appuntamenti nazionali si terranno domenica 18 settembre: una giornata all’insegna del volontariato impegnato nel rendere l’Italia più bella e pulita. Dal nord al sud del Paese stessa domenica i volontari si daranno appuntamento in località diverse per avviare il progetto. Le attività, dedicate al filone ‘Puliamo l’Italia’, coinvolgeranno centinaia di volontari nella pulizia di spiagge e di fondali, e saranno coordinate dal Wwf Italia, che diffonderà dati e informazioni scientifiche sul tema dell’inquinamento da plastica nei nostri mari, rendendo così le persone più consapevoli e attente sulle quantità, la composizione e le fonti dei rifiuti marini.

L’evento centrale è alle 10 a Fiumicino presso l’Oasi Wwf di Macchiagrande. Poi ci si trasferirà sulla spiaggia di Coccia di Morto dove si svolgeranno le attività di pulizia. Per partecipare alla grande mobilitazione all’insegna della tutela dell’ambiente, è possibile iscriversi agli eventi di pulizia ‘Puliamo l’Italia’ all’indirizzo: wwf.it/ripartyamo

Oltre all’appuntamento di Fiumicino, domenica 18 settembre ne sono previsti altri nel tratto di mare tra Capocotta e Torvaianica, a Molfetta, nel tatto di mare tra Grotte di Ripalta e Pantano di Bisceglie, a Policoro, a Bacoli, a Marina di Vecchiano e a Rosignano Solvay.

(Photo credits: Facebook @jovabeachparty)

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La musica di Jovanotti ‘ripulisce’ spiagge, laghi e fiumi

Lo sapevate che il mare emette un suono diverso a seconda del suo grado di salute? E che se cantate davanti al mare le sue condizioni migliorano? Anche da queste considerazioni parte il Jova beach Party 2022. Jovanotti ha infatti deciso di replicare la grande festa che nell’estate 2019, pre pandemia, portò in giro per le spiagge d’Italia. Questa volta, però, abbinando una grande iniziativa ambientale per pulire e recuperare 20 milioni di metri quadri di spiagge, laghi, fiumi e fondali in tutta Italia con il progetto Ri-Party-Amo, grazie alla collaborazione del Wwf e di Intesa Sanpaolo.

Il concetto alla base è semplice ed è anche quello su cui si fonda ‘GREENdez-vous’: “Per la mia esperienza di fan della musica – racconta Jovanotti – ho ben chiaro quanto i concerti siano stati importanti per me. Mi hanno cambiato la vita perché durante i live la mia capacità di percepire informazioni veniva moltiplicata dalle emozioni. Ho imparato tante cose mentre mi divertivo come un pazzo, immerso nella musica”. Il concerto, quindi, come veicolo di informazioni e come efficace sensibilizzatore sulle tematiche ambientali. Certo, il ‘Jova’ sa che il suo pubblico è già estremamente vicino alle questioni della sostenibilità. Tanto che, durante il Beach Tour del 2019, “alla fine delle giornate abbiamo lasciato le spiagge meglio di come le avevamo trovate. Non credevo fosse possibile, quando l’ho visto mi sono commosso”.

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Da questo presupposto, Lorenzo ha deciso di spingersi oltre, tanto da arrivare a raccogliere 3 milioni di euro che verranno utilizzati per pulire 20 milioni di metri quadri di spiagge, laghi, fiumi e fondali; per realizzare 6 macro azioni di ripristino degli habitat; organizzare 8 incontri nelle università italiane e numerosi workshop nelle scuole capaci di coinvolgere un totale di 100.000 studenti. Un lavoro imponente che – Jovanotti non nasconde – ha necessariamente bisogno di denaro: “La transizione ecologica è una bella parola, ma ha dei costi enormi. Non ci sarà senza impegno da parte di tutti e senza la consapevolezza che questi costi prevedono rinunce che si fanno per ottenere un mondo migliore, una qualità della vita migliore. C’è bisogno di soldi e di chiederli a chi li sa organizzare e generare”. E, forse anche per questo, sul greenwashing, Lorenzo ha un’idea precisa: “È sicuramente un problema. Ma non bisogna buttare via il bambino con l’acqua sporca. Anche in quel tipo di comunicazione ci può essere una ricaduta positiva. Perché la cosa peggiore che oggi si possa fare è tenere ‘il ditino alzato’: quelli che sono sempre lì a criticare, ma che da parte loro mettono in campo poco”.

Insomma, le parole d’ordine sono “intenzione e attenzione”. Partendo dall’eliminazione totale della plastica durante i live, per finire con gli interventi di recupero delle spiagge. Un progetto ampio e serio, ci tiene a sottolineare Jovanotti. Precisando che, addirittura, nel 2019 neanche il programma televisivo ‘Report’ riuscì a trovare una nota stonata nella gestione del piano ambientale del Jova Beach Party. E sperando di riuscire a ripetere l’esperimento positivo, perché “a me le cose piace farle bene”. Che poi, come nel suo stile, la sintesi di tutto il progetto per Lorenzo è solo una: “È una figata”.