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Dopo il Jova Beach Party al via Ri-Party-Amo per ripulire l’Italia

Dopo la conclusione del Jova Beach Party, con l’ultima data di sabato 10 settembre a Bresso, è il momento della partenza di Ri-Party-Amo: il progetto nazionale ambientale nato dalla collaborazione tra Wwf Italia, Intesa Sanpaolo e, appunto, il Jova Beach Party e declinato in tre macroaree di intervento (Pulizie- Rinaturazione- Formazione) tutte con l’obiettivo di rendere i giovani, scuole, famiglie, aziende e intere comunità, protagonisti della salvaguardia e del restauro della natura d’Italia.

I primi otto appuntamenti nazionali si terranno domenica 18 settembre: una giornata all’insegna del volontariato impegnato nel rendere l’Italia più bella e pulita. Dal nord al sud del Paese stessa domenica i volontari si daranno appuntamento in località diverse per avviare il progetto. Le attività, dedicate al filone ‘Puliamo l’Italia’, coinvolgeranno centinaia di volontari nella pulizia di spiagge e di fondali, e saranno coordinate dal Wwf Italia, che diffonderà dati e informazioni scientifiche sul tema dell’inquinamento da plastica nei nostri mari, rendendo così le persone più consapevoli e attente sulle quantità, la composizione e le fonti dei rifiuti marini.

L’evento centrale è alle 10 a Fiumicino presso l’Oasi Wwf di Macchiagrande. Poi ci si trasferirà sulla spiaggia di Coccia di Morto dove si svolgeranno le attività di pulizia. Per partecipare alla grande mobilitazione all’insegna della tutela dell’ambiente, è possibile iscriversi agli eventi di pulizia ‘Puliamo l’Italia’ all’indirizzo: wwf.it/ripartyamo

Oltre all’appuntamento di Fiumicino, domenica 18 settembre ne sono previsti altri nel tratto di mare tra Capocotta e Torvaianica, a Molfetta, nel tatto di mare tra Grotte di Ripalta e Pantano di Bisceglie, a Policoro, a Bacoli, a Marina di Vecchiano e a Rosignano Solvay.

(Photo credits: Facebook @jovabeachparty)

Jovanotti

Il Jova Beach Party divide l’Italia e gli ambientalisti fra pro e contro

Mega eventi in spiaggia sì, mega eventi in spiaggia no. Inutile girarci intorno: la pietra dello scandalo è il Jova Beach Party. L’Italia si divide fra chi della grande festa estiva di Jovanotti non vuole farne a meno, soprattutto dopo i lunghi anni di pandemia che ci hanno privati del divertimento della musica live, e chi invece difende l’ambiente senza se e senza ma. Ma addirittura fra gli ambientalisti stessi si è creata una frattura. Già, perché se il Wwf nazionale appone il suo sigillo di garanzia sugli eventi, Marevivo, Enpa, LAV e Sea Shepherd Italia lanciano addirittura una petizione contro. Senza citare direttamente Jovanotti, certo, ma il riferimento è puramente non casuale.

‘L’ambiente urla: non nel mio nome’ è il titolo della petizione che parla di “spiagge prese d’assalto da decine di migliaia di persone durante i grandi eventi musicali estivi”. E cita l’impatto “sull’equilibrio degli ecosistemi, causando gravi danni a carico di diverse specie selvatiche e, in generale, all’ambiente marino”. Nulla di neanche vagamente sostenibile, secondo le associazioni.

Il Wwf, invece, da parte sua, continua a difendere la scelta di sostenere il Jova Beach Party. Anche in prospettiva, considerando tutti i progetti e le iniziative collegate che permetteranno di ripulire le spiagge e investire sull’ambiente. L’ultimo caso è quello di Fermo, dove le polemiche sono state più aspre rispetto alle altre tappe. Soprattutto per la nidificazione in loco del fratino. E il Wwf spiega, in sintesi, il suo ruolo: non organizzatore del concerto, ma supporto per “favorire la trasformazione di un evento che comunque si sarebbe tenuto al fine di ridurne al massimo gli impatti”. Senza contare che, all’interno del progetto, c’è anche spazio per il futuro: “Wwf Italia e Comune realizzeranno un intervento naturalistico più a sud su un’area costiera in località Marina Palmense, ben più estesa di quella di Casabianca. L’intervento avrà la funzione di rafforzare la rete ecologica oltre che di favorire attività di didattiche tramite la realizzazione di un percorso natura. Una concessione delocalizzata e un tratto di spiaggia che viene ripristinato con specifica finalità di tutela del Fratino, un’ampia zona costiera naturalizzata per finalità di tutele e didattiche: il WWF Italia ritiene di avere ottenuto qualcosa di concreto per la tutela della costa di Fermo. Le polemiche più o meno strumentali sono poi altra cosa”, spiega il Wwf.

Insomma, fra i contendenti è difficile capire chi abbia ragione e stia combattendo la battaglia giusta. Ma sarà l’ambiente stesso, prima o dopo, a dare la sua risposta.