Fs fissa obiettivi ‘sfidanti’ per promuovere una transizione giusta
Sviluppare un modello sostenibile è un’esigenza dettata dalle sfide globali, ma anche dal cambio di paradigma economico. In questo contesto il settore dei trasporti ricopre un ruolo cruciale, ragion per cui i grandi player hanno già indirizzato su questi ‘binari’ i propri piani industriali. E’ il caso del Gruppo Ferrovie dello Stato italiane, che ha puntato obiettivi “sfidanti“, come li definisce il responsabile Sostenibilità, Lorenzo Radice: “Al 2040 arrivare ad essere net zero, con obiettivi intermedi di ridurre del 50% le emissioni di Scope 1 e Scope 2 al 2030 e del 30% di Scope 3“.
Tutto questo si ritrova nel report Just Transition e Trasporti, un’iniziativa che affronta la sfida mirando a garantire inclusività, equità e sostenibilità nel lungo periodo. Fs è promotore di una crescita sostenibile del Paese, capitalizzando appieno le potenzialità offerte dal servizio ferroviario nell’ottica della sostenibilità ambientale e sociale, con un approccio olistico e partecipativo: proponendosi di guidare il settore verso un futuro più sostenibile, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche guardando alla dimensione di equità sociale ed economica collettiva. “Un grande gruppo industriale ha il dovere di ascoltare, capire cosa si muove attorno a sé e se dalla società arrivano spunti su metriche che non comprendiamo“, spiega il responsabile Affari istituzionali del Gruppo Fs, Fabrizio Dell’Orefice, durante la presentazione del documento. “Siamo in una fase di grande trasformazione del Paese – prosegue -. Per anni abbiamo sentito questa magica sigla, Pnrr, qualcosa che sembrava dovesse venire, mentre siamo già alle inaugurazioni. Lo scorso anno noi abbiamo toccato, nella voce investimenti, quota 16 miliardi, una cifra mai vista nella nostra storia, circa 1 punto di Pil. Questo significa cantieri, lavoro, appalti, realizzazioni, opere pubbliche e ricucitura del territorio“.
Una cifra record di cui, però, Ferrovie non vuole solo considerare per la realizzazione delle, ma “capire anche quello che significa per il tessuto sociale dove andiamo ad operare“, sottolinea Elisa Rinelli, del dipartimento Affari Istituzionali del Gruppo. Per affrontare la complessa sfida della transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, il Gruppo Fs ha avviato il progetto La Just Transition nel Settore Trasporti, in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.
Questo progetto si concentra su tre aree prioritarie: la mitigazione del cambiamento climatico, la tutela ambientale e sociale e l’impatto positivo sulle comunità. I risultati di questo confronto e approfondimento si traducono in una serie di iniziative concrete e nel coinvolgimento attivo delle parti interessate. Dopo una fase preliminare di coinvolgimento degli stakeholder avvenuta tra dicembre 2023 e gennaio 2024, il progetto si propone di redigere un rapporto introduttivo che esamina gli aspetti più significativi e problematici della transizione climatica nel mondo dei trasporti. Tra le varie misure possibili, emerse da un confronto con gli stakeholder coinvolti, grande attenzione è stata posta al potenziamento del trasporto su rotaia attraverso la programmazione a medio-lungo termine, resa possibile grazie ai fondi del Pnrr. Le azioni necessarie a tal fine comprendono un’espansione e un miglioramento generale delle infrastrutture ferroviarie, il completamento dei corridoi europei Ten-T, l’incremento delle linee ad Alta Velocità, delle reti regionali e interregionali, nonché dei nodi ferroviari nelle città metropolitane. Inoltre, un generale apprezzamento si è avuto nelle attività di valorizzazione delle stazioni come centri intermodali e poli di sviluppo sostenibile, tenendo conto del loro ruolo centrale nell’ambito urbano e territoriale. Fs, inoltre, si impegna a coinvolgere attivamente le comunità locali nei processi decisionali, promuovendo una maggiore consapevolezza dei benefici derivanti dalla trasformazione infrastrutturale. Emerge così, tra i molteplici aspetti considerati, l’importanza fondamentale delle stazioni ferroviarie, non solo come nodi di transito, ma anche come veri e propri centri vitali per lo sviluppo sociale ed economico. Dal lavoro sulla Just Transition, realizzato con la Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, emerge anche l’esigenza di creare un Osservatorio sulla povertà dei trasporti, che “proponga delle soluzioni – dice il direttore della Fss, Raimondo Orsini -, raccogliendole anche dalle buone pratiche sviluppate in tutti gli altri Paesi. Questa è l’urgenza. E abbiamo deciso di fare questo passo con il gruppo Fs, che su questo non solo ha una storia, una tradizione, ma ha anche un futuro“.