Orso Marsincano

Dall’orso alla lince, il programma Life per salvare la fauna selvatica in Europa

Un lavoro quotidiano “per onorare la promessa fatta al mondo di proteggere e curare tutte le creature viventi che lo abitano”. È il commissario europeo per l’Ambiente, gli oceani e la pesca, Virginijus Sinkevičius, in occasione del World Wildlife Day a ricordare che l’Ue sta cercando di invertire una tendenza globale dai tratti drammatici: le popolazioni di animali selvatici sono diminuite o estinte del 69% in meno di 50 anni. Ed è per questo che per la Giornata Mondiale della fauna selvatica a Bruxelles si ricorda l’impegno legislativo e operativo, in cui il programma Life rappresenta la punta di diamante.

Attivo dal 1992, con un supporto a oltre 5.500 progetti di promozione e conservazione dell’ambiente e degli animali selvatici in Europa, il programma Life è a tutti gli effetti lo strumento finanziario dell’Ue per “garantire un futuro in cui la fauna selvatica prosperi e gli ecosistemi siano sani, è quanto sottolinea il gabinetto von der Leyen. Dalla Spagna all’Italia, passando dalla Grecia, la Francia, la Germania e tutti i 27 Paesi membri, lo strumento Ue si dirama in diverse direttrici di protezione di specifici animali selvatici a rischio estinzione, per evitarne la scomparsa definitiva e per spingere il ripopolamento nelle zone di riproduzione naturale.

È il caso di ‘Life Arcprom’, il progetto che mira a migliorare la coesistenza tra uomo e orso bruno in quattro parchi nazionali europei: tre in Grecia (Prespa, Pindo settentrionale e Monti Rodopi) e in Italia il Parco Nazionale della Maiella, in Abruzzo. Si tratta di una “specie prioritaria”, protetta dalla legislazione Ue in quanto a rischio estinzione: se nei parchi greci l’orso bruno rientra nella categoria “in pericolo”, nell’Appenino Centrale la sottospecie Ursus arctos marsicanus è “in pericolo critico”. Di qui la spinta da Bruxelles al raggiungimento in tempi rapidi degli obiettivi di riduzione di pratiche illegali e di bracconaggio (come l’uso di esche avvelenate), ma anche di sviluppo di approcci sostenibili nelle aree residenziali per la prevenzione dei danni, per esempio con recinzioni elettriche e contenitori per rifiuti a prova di orso. Pratiche necessarie per evitare l’abbattimento di esemplari e permettere il ripopolamento nelle aree selvatiche.

Il modello da seguire è quello di ‘Life LynxConnect’, un progetto di cooperazione transnazionale tra Spagna e Portogallo per la conservazione della lince iberica. Dopo i risultati positivi del precedente progetto ‘Life IberLince’ per il recupero della distribuzione storica della specie Lynx pardinus, dal 2020 si è impostato il nuovo obiettivo di mettere in contatto i due Paesi membri, quattro governi regionali spagnoli, organizzazioni ambientali non governative, rappresentanti dei cacciatori, aziende private e scienziati per rendere la popolazione “autosufficiente e geneticamente vitale” sul lungo termine. Un progetto di successo, che al momento ha evitato l’estinzione di un animale precedentemente “in pericolo critico” e oggi in fase di stabilizzazione, grazie all’implementazione di misure di miglioramento dell’habitat e di sviluppo delle attività economiche che possono svilupparsi (come tour di osservazione e safari).

Transnazionale, come lo sono le popolazioni di rapaci, è il progetto ‘Life Eurokite’, per la protezione di specie come il nibbio reale, l’aquila di mare, l’aquila imperiale e il nibbio bruno. L’idea alla base del progetto è quella di utilizzare la telemetria per identificare l’uso spaziale dell’habitat e definire le principali cause di mortalità delle specie di rapaci sul territorio comunitario (avvelenamento, collisioni con il traffico stradale e ferroviario, parchi eolici, pali dell’elettricità), per sviluppare poi azioni specifiche di conservazione e ripopolamento. Il metodo operativo consiste nell’equipaggiare fino al 2024 un totale di 615 nibbi reali – di cui il 95% della popolazione riproduttiva globale si trova nei Paesi Ue – e altri 80 rapaci in circa 40 aree di marcatura con localizzatori Gps, per un tracciamento in tempo reale e la possibilità di intervenire tempestivamente in caso di mortalità lungo tutta la rotta, dalle zone di riproduzione nell’Europa centrale a quelle di svernamento in Spagna e nella Francia meridionale.

Giornata mondiale della biodiversità

Giornata della biodiversità, Italia tra Paesi Ue con più specie tutelate

Legambiente, per la Giornata mondiale della biodiversità ricorda che nel 2022 si celebrano i 30 anni della Direttiva Habitat che, insieme al programma finanziario Life della Commissione Europea, ha garantito la messa in atto della rete Natura 2000, la più importante infrastruttura europea a tutela della natura. Esempi emblematici arrivano proprio dall’Italia, culla di diversi casi di successo che si sono distinti per aver migliorato e ripristinato lo stato di conservazione di diverse tipologie di habitat, specie animali e vegetali presenti nei siti della rete Natura 2000, in particolare attraverso l’implementazione di soluzioni efficaci che hanno prodotto un beneficio diretto sullo stato degli habitat e delle specie target.

LE SPECIE TUTELATE DA LIFE NATURA

Tra le specie al centro dei principali Life italiani di successo ci sono: il Grillaio (Falco naumanni) del Mediterraneo al centro del progetto Life Falkon, anfibi e farfalle – come l’Ululone appenninico, la Salamandrina di Savi, il Tritone crestato italiano, la Falena dell’edera e il Bombice del prugnolo tra le specie target del Life WetFLYAmphibia -, le orchidee spontanee (non coltivate) di Life orchids, i fiori appenninici come Giaggiolo della Marsica o la Scarpetta di Venere del progetto Floranet, ma anche il camoscio appenninico al centro di Life cornata incoronato tra i ‘Best Life’ nel 2015 dalla Commissione europea. E poi il lupo del progetto Life wolfnet per arrivare alla tartaruga marina Caretta caretta, la più diffusa tartaruga del Mediterraneo protagonista di Life Tartanet e Tartalife. Alcune di queste specie sono state salvate dall’estinzione, come ad esempio il Grillaio, il camoscio appenninico, alcune orchidee spontanee, mentre altre hanno visto un miglioramento del loro stato di conservazione come ad esempio il lupo, anche se rimane ancora a rischio a causa dei conflitti con gli allevatori e il bracconaggio.

Nel suo report annuale sulla biodiversità Legambiente riferisce che dal 1992 ad oggi grazie al Programma Life sono stati cofinanziati in Europa oltre 5.000 progetti che hanno mobilitato 12 miliardi di euro di investimenti di cui 5,6 miliardi di euro stanziati dalla Commissione europea a titolo di cofinanziamento. L’Italia ha raggiunto un primato, sia in termini di cofinanziamenti ottenuti sia di progetti finanziati. Tra il 1992 e il 2020, sono stati infatti finanziati più di 970 progetti determinando un investimento complessivo di oltre 1,7 miliardi di euro, di cui circa 850 milioni di euro stanziati dalla Commissione europea a titolo di cofinanziamento. Nel report Legambiente indica anche una serie di azioni da mettere in campo per accelerare la tutela della biodiversità e colmare i ritardi costati all’Italia anche una procedura di infrazione, aperta lo scorso giugno dalla Commissione europea, perché la rete nazionale dei siti Natura 2000 non copre adeguatamente i vari tipi di habitat e le specie che necessitano di protezione. Tra le azioni urgenti: dare gambe alla Rete Natura 2000 per potersi dire veramente realizzata, prevedere una maggiore tutela per la biodiversità marina (al centro di un approfondimento nel report insieme alle foreste), incrementare al 2030 le aree protette e le zone di tutela integrale e promuovere la gestione integrata della costa e rafforzare la tutela degli ecosistemi marini.

CRISI CLIMATICA E PERDITA DI BIODIVERSITÀ SONO COLLEGATE

La crisi climatica e quella legata alla perdita di biodiversità – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – sono strettamente collegate, così come lo sono anche le soluzioni. Così come la Commissione europea promuove e incentiva l’adozione di soluzioni basate sulla natura – Nbs – nature based solutions – per dare attuazione alle priorità̀ politiche dell’Ue, in particolare il Green deal europeo, la Strategia per la biodiversità̀ al 2030 e la Strategia di adattamento ai cambiamenti climatici, anche la nostra Agenda politica deve essere orientata su questa strada. Per raggiungere i target strategici nazionali ed europei su clima e biodiversità, servono azioni più̀ incisive, integrate ed efficaci affrontando le varie sfide a livello globale attraverso le soluzioni basate sulla natura come raccomanda l’Unione europea”.

La Direttiva Habitat – spiega Antonio Nicoletti, responsabile aree protette Legambiente – ha resistito molto bene alla prova del tempo e le sue disposizioni rimangono rilevanti oggi come 30 anni fa, ma il vero e proprio successo sarà, in larga misura, determinato dal modo in cui la rete Natura 2000, istituita grazie alla Direttiva e pilastro importante per la tutela dell’ambiente a cui dobbiamo tanto, verrà gestita e da quanto riuscirà ad integrarsi nelle più ampie politiche europee di sviluppo. Per questo ricopre una grande importanza il progetto Life SeaNet, iniziato pochi mesi fa, il quale ha come obiettivo proprio quello di migliorare la governance dei siti Natura 2000 a mare. I prossimi 10 anni saranno quindi cruciali per la biodiversità in Europa. La nuova Strategia Ue per la biodiversità al 2030 fornisce una rinnovata volontà politica di garantire il ripristino della natura attraverso la piena attuazione delle direttive Habitat e Uccelli e di rendere la rete Natura 2000 più resiliente dal punto di vista ecologico, più connessa e più coerente. Una sfida importate e un obiettivo da raggiungere al più presto visto che stiamo parlando della rete europea di aree protette dall’alto valore ambientale e paesaggistico”.

LE NUOVE SPECIE DA TUTELARE

Legambiente infine si è impegnata in nuovi progetti di tutela di specie animali e vegetali. Ad esempio la tutela dei delfini con Life delfi, di alcune specie di elasmobranchi (squali e razze) con Life elife o della starna italica al centro del progetto Life perdix. E infine la trota mediterranea in 6 aree pilota del territorio italiano con Life Streams (Sardegna, Maiella, Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, Monti Sibillini, Pollino, Montemarcello-Magra-Vara) e alcune piante autoctone in via d’estinzione con Life Seedforce.