Lvmh, la sfida del colosso del lusso: anche i fornitori green

Settantacinque marchi di lusso, da Louis Vuitton a Dior, passando per Moët Hennessy e Guerlain, 62 miliardi di euro di fatturato nel 2023, senza però perdere di vista la strategia ambientale. Il colosso Lvmh ora traccia la strada della sostenibilità non solo per le aziende, ma anche per i suoi fornitori e i cuoi clienti.

La missione non è impossibile, garantisce il gruppo. Basta avere “strategie ben ponderate e documentate, che siano solide come le proiezioni finanziarie“, spiega l’amministratore delegato Bernard Arnault. Il tema è complesso, perché “sconvolge l’equilibrio dei mercati“, osserva. Ma la transizione è necessaria mai come ora, “soprattutto nel nostro settore”, sottolinea Antoine Arnault, responsabile dell’immagine e dell’ambiente.

L’impronta ambientale di clienti e fornitori rappresenta il 90% dell’impatto di Lvmh. Per questo la multinazionale lancia il programma ‘Life 360 business partners‘, progettato per aiutare i fornitori di servizi nella transizione. “Per raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi, sia in termini di emissioni di carbonio che di impatto sull’acqua e sulla biodiversità, è essenziale mobilitare i fornitori“, conferma Hélène Valade, direttore dello Sviluppo Ambientale, della società.

L’obiettivo è ridurre le emissioni di gas serradel 55% per unità di valore aggiunto entro il 2030” e di ridurre il consumo di acqua del 30% entro il 2030. Dati i volumi di produzione relativamente bassi, l’industria dei beni di lusso non è considerata uno dei settori a più alto tasso di emissioni, quindi le sue leve di azione sono le materie prime e il trasporto dei prodotti in tutto il mondo.

‘Life 360 business partners’, presentato durante una giornata dedicata al programma ambientale di Lvmh nella sede UNESCO a Parigi, è pensato per “sostenere” fornitori e partner. In pratica, il gruppo mette a disposizione dei fornitori le proprie risorse e condivide le proprie esperienze. “L’azione sul cambiamento climatico e sulla biodiversità – riconosce Arnault – sarà efficace solo se sarà vista come una vera e propria strategia industriale“.

Moda, asse Roma-Parigi: Futuro è green e digital

Sostenibile e innovativo: così è il futuro della Moda mondiale. Roma e Parigi si propongono come modelli e capofila del cambiamento e a Palazzo Farnese, sede dell’Ambasciata di Francia in Italia, si ritrovano tra player e istituzioni per discutere di strategie, buone pratiche, criticità e possibili soluzioni.

Il legame trai due Paesi nel settore della Moda è “storico e inscindibile e va coltivato in un rapporto di piena reciprocità“, scandisce il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. È una catena di valore, osserva, che “ci fa più forti nella competizione globale consegnandoci una leadership indiscussa“. Peculiarità e punti di forza si incontrano, si intrecciano, scendono in campo per tutelare il comparto con una “posizione assertiva” sul Regolamento europeo sull’Ecodesign, assicura il ministro italiano, soprattutto sui divieti di distruzione dell’invenduto, sul passaporto digitale dei prodotti, sulla riciclabilità e la durata della vita dei capi.

L’occasione è l’incontro ‘Sostenibilità e innovazione: nuove sfide e opportunità per il settore‘, su iniziativa di Sopra Steria. L’ambasciatore Christian Masset e Frédéric Kaplan, ministro consigliere per gli Affari economici dell’ambasciata, aprono le porte del palazzo anche a Mario Cospito, consigliere Diplomatico del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, e Lucia Borgonzoni, sottosegretaria al ministero della Cultura. Sopra Steria coinvolge, tra gli altri, Bulgari, Fendi, Gucci, Hermes Italia, Altagamma, Tod’s, Lvmh Italia, Bottega Veneta.

La Moda è uno dei settori in cui Francia e Italia collaborano maggiormente e da molto tempo“, ricorda Masset, rivendicando il primato mondiale nel settore dei due Paesi. Il tema della riduzione delle emissioni del comparto è cruciale: “Siamo entrambi impegnati a promuovere un nuovo percorso di sobrietà“, garantisce. A livello europeo, Roma e Parigi hanno aderito al Fit for 55, un nuovo obiettivo europeo per il clima. “Siamo profondamente convinti che le aziende del settore, grandi protagoniste di questa transizione, sapranno proporre iniziative innovative e stimolanti affinché le aziende francesi e italiane possano essere d’ispirazione anche in questo campo”, afferma.

La filiera produttiva ha delle complessità specifiche legate a un alto grado di frammentazione e a “diversi livelli di maturità” sulla sostenibilità ambientale, spiega Stefania Pompili, CEO di Sopra Steria Italia. A trainare l’efficientamento energetico, sostiene, sarà la transizione digitale, che permette, tra l’altro, di misurare i risultati raggiunti in materia di compensazione. In questo senso, un’alleanza tra Italia e Francia, mercati di riferimento per il settore, “può favorire l’integrazione digitale tra le filiere di produzione e dare vita a una piattaforma di misurazione europea che promuova una visione integrata. L’innovazione – afferma Pompili – si pone al servizio della sostenibilità per creare sinergie tra mercati diversi ma vicini“.