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La tempesta Ciaran fa paura: nubifragi e venti di burrasca

La tempesta Ciaran fa paura in Italia e nel resto d’Europa. A essere più esposte sono le regioni del Nord della penisola e del Nord del continente.

Non sono solo le piogge a preoccupare, ma anche il vento, con raffiche di burrasca di Libeccio e Scirocco che in alcuni punti superano i 90 chilometri orari, abbattendosi con violenza sulle coste tirreniche e su quelle dell’alto Adriatico. Liguria, Lombardia, medio alto Veneto e Friuli Venezia Giulia le Regioni più colpite dai nubifragi.

L’Italia è “un vascello in balìa degli eventi meteo”, denuncia l‘Anbi, in cui “solo la buona sorte ha impedito nei giorni scorsi di trasformarsi in disastri annunciati, limitando i pur sempre grandi disagi degli allagamenti“. L’Associazione precisa comunque che “resta alta la preoccupazione per quanto potrà registrarsi nelle prossime ore”. A testimoniare le emergenze sfiorate sono i dati del report settimanale dell’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche: le perturbazioni si sono concentrate soprattutto sulle aree montane dell’Emilia Romagna, della Toscana e della Liguria per poi spostarsi a Nord, coinvolgendo la Lombardia ed il Triveneto, dove le cumulate di pioggia hanno superato i 100 millimetri in una manciata di ore, facendo alzare il livello dei corsi d’acqua ben oltre la soglia di guardia.

E’ allarme nelle campagne, avverte Coldiretti, dove le coltivazioni ingannate dall’autunno caldo sono più sensibili al maltempo e al brusco abbassamento delle temperature. Il freddo arriva infatti in un 2023 che si posiziona nel nostro Paese al secondo posto tra gli anni più caldi dal 1800 con una temperatura superiore di 0,82 gradi la media storica da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1800, con l’anomalia climatica che è stata di +1,02 gradi al Nord.

In Trentino Alto Adige, interessato da piogge intense, si sono verificati diversi fenomeni di colate, smottamenti, crolli di roccia, seguiti dai vari Servizi tecnici della Provincia che hanno effettuato sopralluoghi sul posto e disposto gli interventi. Sono sotto attenzione i possibili effetti delle piogge sui terreni già saturi. Costantemente monitorati anche fiumi, corsi d’acque e dighe.

Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, riunisce l’Unità di Crisi a Marghera. II Centro Funzionale Decentrato della Protezione Civile regionale comunica che, per criticità idrogeologica, è stata dichiarata la fase operativa di ‘Allarme’ (Rossa) fino a mezzanotte del 4 novembre nei bacini idrografici Vene-A Alto Piave (BL), Vene H Piave Pedemontano (BL – TV), Vene B Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone (VI – BL – TV–VR), Vene-C Adige-Garda e Monti Lessini (VR). Per la stessa criticità e negli stessi orari e stata dichiarata la fase operativa di ‘Preallarme’ (Arancione) nei restanti bacini. Contemporaneamente, per criticità idraulica, è stata dichiarata la fase operativa di “Preallarme” (Arancione) in tutti i bacini della regione. Chiuse le scuole per la giornata di domani nei Comuni in Zona Rossa, ovvero tutta la Provincia di Belluno e le aree interessate delle province di Treviso, Vicenza e Verona.

In Liguria Giovanni Toti ricorda che nelle ultime tre settimane “sono caduti più di 500 mm di pioggia il territorio ha tenuto bene“. Sono stati segnalati innalzamenti significativi del Vara a Nasceto, nello Spezzino, dove è stato superato il livello di guardia e si è prossimi al superamento della soglia di esondazione, con possibili criticità attese nelle zone limitrofe alla stazione di monitoraggio. Innalzamento significativo osservato anche più a valle nell’idrometro di Brugnato e il superamento della soglia di guardia anche per l’Aveto a Cabanne. Sui rilievi venti meridionali d’intensità media di tempesta, localmente di uragano con raffiche oltre 150 km/h.

Sulla Toscana Nord-Ovest è rischio idraulico e idrogelogico fino a domani. Allerta arancione anche per mareggiate su costa centrale e Arcipelago e per vento forte su costa, Alto Mugello e Valle del Reno. Allerta gialla per temporali, rischio idrogeologico, vento forte e mareggiate sul resto della regione nella giornata di domani, venerdì 3. Forti piogge e raffiche di vento anche sull’Argentario, dove sono stati superati i 100 km/h e a Viareggio con venti a 83km/h. “Sotto osservazione i fiumi, sul Magra rapido aumento, poco sopra la seconda soglia a Villafranca, con previsione di ulteriore aumento visto le piogge in corso e prossime, picco di piena previsto in serata. Il livello del Serchio è vicino alla prima soglia, picco di piena previsto nella notte a Lucca. In rapido aumento anche il fiume Versilia viste le forti piogge cadute nel bacino a monte“, comunica su Telegram il governatore Eugenio Giani.

Sulle aree appenniniche del settore occidentale precipitazioni intense e persistenti, anche a carattere temporalesco, hanno coinvolto anche le zone montane del settore centro-orientale e le aree di pianura dell’Emilia Romagna. Confermata l’allerta arancione anche per domani, per le piene dei corsi d’acqua, frane e vento, a seconda della zona. Allerta gialla per la costa ferrarese e romagnola, per la bassa collina e la pianura romagnola.

Anche a Napoli chiuse le scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado e i cimiteri, anche privati. Lo ha deciso il sindaco, Gaetano Manfredi, con un’ordinanza che segue l’avviso di allerta per previste condizioni meteorologiche avverse diramato dalla sala operativa regionale unificata (Sory) della Protezione Civile della Regione Campania per il rischio meteo.

Nel resto d’Europa, il più grande terminal di importazione di carbone del continente – il terminal Emo nel porto di Rotterdam – ha sospeso le operazioni. “Il terminal è chiuso e non siamo in grado di scaricare o ricaricare“, ha sottolineato a Montel la fonte del terminal. Questo per i forti venti provenienti da Ciaran, che hanno colpito la zona nordoccidentale la notte scorsa, con velocità del vento di oltre 200 km/h registrate in alcune parti della regione. Le previsioni marittime del Met Office del Regno Unito mostravano “bufere da forti a violente tempeste” al largo delle coste olandesi, ricorda Montel.

In Francia è allerta rossa in Côtes-d’Armor e Manche, mentre il Finistère è tornato arancione. In totale, 24 dipartimenti sono in vigilanza arancione. “I venti più violenti riguardano ormai la Côtes-d’Armor e il Canale della Manica“, precisa Météo-France, che parla di numerosi record di vento battuti durante la notte in Bretagna. Circa 1,2 milioni di case sono rimaste senza elettricità nel nord della Francia, di cui 780.000 in Bretagna, dopo il passaggio della tempesta Ciaran, con raffiche di vento registrate a più di 170 km/h. Lo ha annunciato il gestore della rete Enedis, spiegando che la tempesta Ciaran “ha causato gravi danni alla rete pubblica di distribuzione elettrica nel nord-ovest del paese“.

Nubifragio a Milano, esonda il Seveso. Allerta rossa per l’Adige

(Photocredit: Marco Granelli/Facebook)

La forte perturbazione che ha colpito l’Italia settentrionale non ha risparmiato Milano. Dopo le intense piogge di lunedì pomeriggio, un violento nubifragio con tuoni, tempesta di fulmini e raffiche di vento si è abbattuto sul capoluogo lombardo a partire dalle 4.30 di martedì mattina. Una “bomba d’acqua di notevoli dimensioni”, come ha riferito il sindaco Beppe Sala. Nella notte è iniziata l’esondazione del Seveso, che ha causato notevoli danni alla circolazione del trasporto pubblico locale: gli allagamenti, iniziati nella zona nord con viale Fulvio Testi e viale Sarca, nel corso della mattinata si sono estesi fino al quartiere Isola e al sottopassaggio della stazione Garibaldi in via Guglielmo Pepe. I disagi maggiori in in zona Niguarda. Pesanti i disagi anche per le linee Atm: la M3 è stata interrotta per acqua in galleria, tra Zara e Centrale, diverse linee di superficie deviate per allagamenti e alberi caduti. “L’evento è durato circa sei ore e ha portato a un flusso di acqua sulla città di 60/70 m³ al secondo, a fronte di una capacità di assorbimento delle nostre tombinature di circa 40 m³ al secondo. Fra un mese avremo a disposizione la vasca di Bresso, avrebbe aiutato molto”, ha spiegato Sala.

TRASPORTO PUBBLICO IN TILT. Come riferisce Atm alcune linee stanno cambiando servizio. In particolare, il tram 1 erso Roserio devia e salta le fermate tra corso Sempione/via Procaccini e via Espinasse/via Palizzi. Tram 5 non fa servizio tra via Vitruvio/via Settembrini e l’Ospedale Maggiore, tram 7 non fa servizio da viale Fulvio Testi/Santa Monica a piazzale Lagosta.
Il tram 10 non fa servizio tra il Cimitero Monumentale e Lunigiana e il 14 tra piazza Diocleziano e il Cimitero Maggiore. Il 19 non fa servizio tra piazza Sei Febbraio e piazza Castelli, il 33 tra via Farini/via Ugo Bassi e Lagosta.
Problemi anche per il bus 42, che devia e salta le fermate tra piazza Farina e via Fulvio Testi/via Santa Marcellina e per il 60 che non fa servizio tra piazzale Lagosta e il capolinea di viale Zara.
Per i filobus 90, 91 e 92 circolazione rallentata per alberature danneggiate lungo la linea. Non passano in viale Sarca e deviano su via Fulvio Testi i bus 727 e 728, mentre il 729 verso Comasina devia e salta le fermate tra via Monte Grappa/via Picardi e via Gorki (Cinisello).

170 INTERVENTI DEI VIGILI DEL FUOCO IN LOMBARDIA. Sono oltre 170 gli interventi fatti dai vigili del fuoco in Lombardia dalle 4 di questa notte per allagamenti di strade, sottopassi e scantinati di edifici: maggiori criticità a Milano e nel monzese dove a Meda è esondato il fiume Tarò. A Brescia, a causa del raggiungimento del livello di guardia della diga di Dazarè sul lago d’Idro, alla mezzanotte è stata disposta l’apertura delle chiuse per mantenere le condizioni di sicurezza della struttura. In previsione di una possibile esondazione del fiume Caffaro sono state evacuate 250 persone a Bagolino e 100 persone a Ponte Caffaro.

SALVINI MONITORA LA SITUAZIONE. Il vicepremier Matteo Salvini, “segue con la massima attenzione le ripercussioni del Maltempo su infrastrutture e trasporti”. Salvini, spiega il Mit, ha raccomandato chi di dovere di “informare tempestivamente i viaggiatori di eventuali rallentamenti ed ha auspicato il ritorno alla normalità nel più breve tempo possibile”. Salvini e i suoi uffici stanno monitorando anche le situazioni più critiche nelle province di Piacenza e Parma.

ALLERTA MASSIMA PER IL LAGO DI COMO. Nella notte è cresciuto rapidamente il livello del lago di Como oltre la soglia di esondazione. I volontari hanno montato le barriere mobili su Lungo Lario Trento e Trieste davanti a piazza Cavour, e questo ha comportato un restringimento di carreggiata. La strada è al momento percorribile, anche se rallentamenti saranno inevitabili. Come riferisce la protezione civile, verrà posizionata anche la grossa idrovora della colonna mobile in piazza Cavour per cercare di controllare il livello della falda acquifera. In giornata il livello è destinato a salire.

PIENA DEL SECCHIA ALLA SOGLIA 2. Continua l’ondata di maltempo anche in Emilia Romagna. Le precipitazioni delle ultime ore, ancora in atto sul crinale appenninico, stanno alimentando da monte le piene sui bacini del settore occidentale della regione, che sono in lento esaurimento su Trebbia, Nure, Parma, con livelli quasi stazionari nei tratto vallivi. La piena di Secchia si sta propagando nel tratto vallivo con livelli superiori alla soglie 2. Si prevede l’esaurimento delle precipitazioni nella mattina. Lo rende noto Arpae.

EVACUAZIONI IN TRENTINO. Proseguono gli interventi legati alle forti piogge in corso che hanno causato frane, allagamenti ed esondazioni in diverse località del Trentino. A causa delle esondazioni di diversi corsi d’acqua, tre abitazioni sono state evacuate a Nago Torbole in località Tempesta, mentre una famiglia ha lasciato la propria casa a Tiarno di Sopra in località Licalì, dove era bloccata a causa di una frana. Nella zona industriale di Storo, un nucleo familiare è stato costretto ad abbandonare per qualche ora la propria residenza in seguito all’esondazione del torrente Palvico. A Pieve di Ledro alcuni residenti hanno lasciato invece i pianterreni e i piani rialzati. Al fine di favorire il deflusso del Rio Salone, ad Arco, è stato demolito con un escavatore un ponte pedonale di proprietà comunale. Infine, attraverso le operazioni di contenimento della portata sulla diga di ponte Pià è stata ridotta la portata della Sarca.

Il picco è avvenuto questa notte e sinora sono caduti mediamente 70 – 110 mm con punte superiori a 150 mm (con punta massima di 188 mm in val Rendena al Doss del Sabion). Dopo una pausa nelle ultime ore, i radar mostrano temporali in movimento verso nord. Per ragioni di sicurezza è stata chiusa la Trento – Malè nella piana Rotaliana.

La linea ferroviaria è stata interrotta nel tratto tra Trento e Mezzolombardo alla confluenza tra Adige e Noce a causa dell’arrivo della piena dell’Adige all’altezza di San Michele. Sono previsti bus sostitutivi almeno fino a mezzogiorno. Interrotta anche la linea della Valsugana tra Trento e Pergine per caduta massi, anche in questo caso sono attivi i bus sostitutivi fino al centro perginese, da lì la circolazione su rotaia è regolare fino a Bassano. Agli allagamenti e smottamenti già registrati nella notte, si aggiungono l’esondazione del rio Val Ussaia a Mezzana, in val di Sole, e copiosi attraversamenti di acqua e ghiaia sulle strade, in particolare sulla SP 88 della Val di Gresta da Ronzo Chienis a Loppio. Dalla tarda mattinata è atteso un rinforzo dei venti da nord con raffiche di Foehn in valle, localmente fino a circa 60 – 80 km/h. Le temperature sono in diminuzione, lo zero termico è posto a 2600 metri così come la quota neve è in calo fino a 2000 metri circa. Per le prossime due ore si prevedono rovesci sparsi o diffusi, localmente anche intensi e temporaleschi in esaurimento dalla tarda mattinata. Sono attesi mediamente altri 5-30 mm di pioggia, ma in alcune località si verificheranno rovesci più intensi.

DANNI A EDIFICI IN TOSCANA. Notte di maltempo anche in Toscana. Nella tarda serata di ieri sono stati numerosi gli interventi del sistema regionale nelle province di Massa-Carrara, Lucca e in parte anche di Livorno: cadute di alberi, danni alla viabilità, allagamenti localizzati, danni ad alcuni edifici con lesioni alle coperture. In corso il ripristino di alcune utenze rimaste senza elettricità in Lunigiana e Garfagnana. “Sotto controllo il livello dei fiumi – riferisce il governatore Eugenio Giani – nelle prossime ore possibili nuovi temporali ma meno intensi”.

ALLE 13 CESSA ALLERTA IN LIGURIA. In Liguria è cessata l’ allerta nelle zone B, E (Genovesato e savonese; valli Trebbia, Aveto e Scrivia). Rimane, invece, l’allerta gialla nella zona C (Tigullio e spezzino e Magra, Vara, Entella) fino alle ore 13.00 di oggi, martedì 31 ottobre.

IN VENETO –  la Protezione civile regionale ha diffuso un nuovo avviso di criticità valido dalle 14 di oggi alle 20 di domani, 1° novembre. Le previsioni meteo indicano residue precipitazioni nel primo pomeriggio di oggi, nel complesso di modesta entità, salvo qualche locale rovescio. Nel resto della giornata precipitazioni assenti. Fino a parte del pomeriggio i venti saranno ancora tesi e a tratti forti, anche con raffiche, su costa, pianura centro meridionale, zone prealpine e pedemontane centro occidentali. Dato lo scenario, è stata definita una criticità idraulica rossa nelle zone Adige-Garda e Monti Lessini, e Po, Fissero-Tartaro-CanalBianco e Basso Adige riferita alla piena dell’Adige. In queste stesse zone, è previsto un innalzamento significativo del livello dei principali corsi d’acqua; probabile superamento della prima soglia idrometrica su Piave Pedemontano, Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone, Basso Brenta -Bacchiglione, Basso Piave, Sile e bacino scolante in laguna, della seconda soglia idrometrica su Livenza, Lemene e Tagliamento e della terza soglia idrometrica sulle zone Adige-Garda e Monti Lessini, e Po, Fissero-Tartaro-CanalBianco e Basso Adige, con inondazione delle are limitrofe e golenali; sulle zone in allerta rossa – ancora la nota – sono possibili scenari rilevanti: erosione delle sponde, tracimazione, sifonamento, rotture arginali, sormonto di ponti e altre opere.

Maltempo, allerta rossa nel nord Italia. Crolla un ponte nel Parmense, frane in Liguria

(Photocredit: Anas)

Famiglie evacuate, frane, smottamenti, ponti crollati. Il nord Italia è stato travolto da una nuova e violenta ondata di maltempo, che ha colpito in modo particolare Emilia Romagna, Liguria e Toscana; ma la protezione civile ha lanciato l’allerta rossa per martedì 31 ottobre anche per il Veneto, in modo particolare Alto Piave, Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone, Piave pedemontano. Nel resto del Paese allerta arancione per rischio idrogeologico, idraulico e per temporali in sei regioni (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Veneto, Liguria e Toscana) e gialla in altre 11 regioni.

Nel Parmense la situazione più critica: un ponte sul Taro, a Ozzanello, nel comune di Terenzo, è parzialmente crollato a causa della piena del fiume, isolando alcune famiglie. Osservato speciale anche il Baganza. A scopo precauzionale sono state chiuse le scuole in 19 Comuni della zona. Nel Piacentino a preoccupare è stato, in particolare il fiume Nure, la cui piena ha raggiunto il livello 3, tanto da rendere necessaria la chiusura del ponte al km 254 della via Emilia. Alcune famiglie sono state evacuate a Farini e sono stati chiusi i ponti a Ferriere, Ponte dell’Olio e Bettola. Quello dell’Emilia Romagna, già colpito dalla devastante alluvione del maggio scorso, è uno dei territori più a rischio idrogeologico, con 3 milioni di persone che vivono in zone facilmente alluvionabili. Nelle prime ore di martedì 31 ottobre sono ancora previste condizioni favorevoli allo sviluppo di temporali di forte intensità in progressivo spostamento dai rilievi occidentali a quelli orientali, con esaurimento in mattinata.

In Toscana, ci sono stati alcuni interventi dei vigili del fuoco per alberi caduti sulla sede stradale e piccoli smottamenti a Pistoia, Massa Carrara e Lucca. Ancora in aumento il Magra a causa delle precipitazione a monte in Lunigiana. Allerta gialla nella giornata di martedì 31 ottobre anche per rischio vento su Alto Mugello, Val Tiberina e costa centrale, rischio mareggiate su costa centrale e Arcipelago. A Firenze sono stati chiusi i parchi e le aree verdi.

In Liguria una grossa frana ha invaso la carreggiata della statale 586, poco prima dell’abitato di Rezzoaglio, interrompendo la circolazione. Come riferisce il governatore, Giovanni Toti, l’obiettivo è “riaprire a senso unico alternato entro domani sera la provinciale”. Sulla provinciale 72, sempre in Val D’Aveto, in località Alpepiana, non è invece percorribile il guado allestito per il passaggio al posto del ponte sul torrente Aveto sulla provinciale stessa, che è in manutenzione. Al momento alcune frazioni possono essere raggiunte solo a piedi. Nella giornata di lunedì le precipitazioni hanno interessato soprattutto il Centro-Levante della regione, in particolare il Levante. Sono stati puntualmente superati i 100 mm a Piana Battolla in Comune di Follo, Torriglia (108 mm nelle ultime 12 ore), 171 in 12 ore a Pontremoli appena al di là del confine ligure e a Cabanne, nel comune di Rezzoaglio.

Allagamenti e smottamenti anche in Piemonte, in particolare nell’Alessandrino, ad Arquata Scrivia e Serravalle Scrivia.

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piogge al sud/imago

Arriva il ciclone d’Islanda, si attendono forti piogge. In Liguria evacuata una famiglia

Il ciclone d’Islanda (o depressione) si è attivato. Fino al weekend due perturbazioni raggiungeranno l’Italia e la prima, la più forte, è già in atto in queste ore. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it spiega che quando si parla di ciclone d’Islanda o depressione d’Islanda ci si riferisce a “un vortice semi-permanente che staziona nei pressi dell’omonima isola e che è la fucina di gran parte delle perturbazioni atlantiche. In questo autunno il ciclone ha preso in mano le redini del tempo su molti Stati europei”.

Il fronte perturbato che sta interessando il Nord in queste ore diventerà più intenso dalla tarda mattinata e nel pomeriggio. Le precipitazioni si sposteranno gradualmente da ovest verso est, risultando forti, localmente temporalesche e sotto forma di nubifragio su Liguria, Alpi, Prealpi, Lombardia e Friuli Venezia Giulia. Il fronte instabile nel corso del pomeriggio/sera andrà a colpire anche le regioni tirreniche, quindi la Toscana, il Lazio e inoltre Sardegna e Umbria.

La perturbazione sarà sospinta da intensi venti di Libeccio su Mar Ligure, Tirreno e attorno alla Sardegna e Scirocco sul medio alto Adriatico. Per questo motivo sono attesi sia mareggiate sulle coste esposte sia l’aumento del moto ondoso che diventerà agitato sul golfo ligure.

E proprio in Liguria si sono registrati diversi danni. Nella notte a Camogli sono caduti 108 mm di pioggia in un’ora con cumulate nell’evento di circa 150 mm; a Cabanne 122 in un’ora con una cumulata totale nell’evento di 122 mm, e a Croce Orero 73 mm in un’ora. A Levante si registra un forte vento di burrasca forte con raffiche fino a 97 km/h a Fontana Fresca (sori), a 109 Km/h a Casoni di Suvero con temperature che si assestano intorno ai 20 gradi sulla costa. A Levanto questa mattina si sono registrati sono 23 gradi. Per far fronte ai danni causati dall’ondata di maltempo che stanotte ha colpito la provincia di Genova sono stati effettuati 30 interventi di soccorso dai vigili del fuoco. A Camogli sono state evacuate quattro persone da una casa allagata ed è stata interdetta via Romana per il crollo di un muro di contenimento. A Recco sono stati soccorsi alcuni automobilisti che erano rimasti bloccati nelle proprie autovetture per l’innalzamento del livello dell’acqua nel tratto autostradale immediatamente successivo al casello autostradale in direzione Livorno. Per il forte vento le squadre hanno operato a Chiavari e Lavagna per la messa in sicurezza di porzioni di tetto danneggiate, mentre nella stazione di Santa Margherita Ligure i vigili del fuoco sono intervenuti per la messa in sicurezza di una pensilina, fortemente danneggiata dal vento.

La perturbazione si muoverà verso oriente nella giornata di mercoledì e allora le precipitazioni continueranno a bagnare, ma in forma più irregolare, Toscana, Umbria e Lazio, raggiungeranno diffusamente la Campania e il resto del Sud mentre al Nord le ultime piogge interesseranno il Friuli Venezia Giulia e le Dolomiti. Ma non è finita qui. Nel corso di giovedì, in particolare dal pomeriggio, la seconda perturbazione raggiungerà Alpi e Prealpi per poi scendere fin verso la Pianura Padana. Il maltempo però colpirà ancora una volta la Toscana settentrionale con rovesci intensi. Anche questo fronte instabile sarà sospinto da forti venti di Libeccio che si intensificheranno nella giornata di venerdì quando al Centro-Nord il tempo tornerà decisamente a migliorare, mentre al Sud pioverà in Campania e sul cosentino.

In sintesi, da oggi fino al weekend l’Italia verrà raggiunta da due perturbazioni, di cui la prima sarà la più forte. Entrambi i fronti perturbati saranno sospinti da venti di Libeccio con raffiche fino a 70-80 km/h. Ci saranno mareggiate sulle coste esposte e il Mar Ligure sarà agitato, mossi o molto mossi gli altri bacini.

Maltempo, Figliuolo sblocca 289 milioni. Bonaccini: “Con scelte governo persi 3 mesi”

Una parte d’Italia tiene il fiato sospeso sperando che il ciclone ‘Poppea‘ non provochi danni gravi. Ma nelle stesse ore un pezzo del Paese aspetta di ricostruire la propria normalità dopo le alluvioni dello scorso mese di maggio. Dalla furia di vento e pioggia ne uscirono molto colpiti i territori della Romagna, ma anche parte di Toscana e Marche. In tre mesi non si è mai placata nemmeno la polemica su risorse, ristori e indennizzi, nonostante lo stanziamento di oltre 4 miliardi del governo a pochi giorni dagli eventi. Soldi che, ancora oggi, secondo quanto lamenta il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, cittadini e imprese hanno visto solo in piccola parte. “Il governo ha separato la gestione dell’emergenza da quella della ricostruzione, e ciò ha fatto perdere mesi inutilmente“, lancia il ‘j’accuse’ dalle colonne del ‘Fatto quotidiano’.

Per il governatore “dopo oltre tre mesi le risorse stanziate non sono ancora arrivate, segno che il governo ha scelto una procedura al momento poco efficace, come avevamo paventato dall’inizio“. Si tratterebbe di fondi per “opere già realizzate in somma urgenza e non ancora pagate o di cantieri che non partono perché non c’è copertura finanziaria“. Inoltre – è l’allarme di Bonaccini – “una parte consistente dei soldi previsti dal primo decreto rischia di non poter essere spesa per la Romagna, se non viene messa nella disponibilità di Figliuolo“, il generale di corpo d’armata nominato commissario straordinario per la ricostruzione dal governo Meloni. All’esecutivo, poi, il governatore ribadisce il messaggio: “Imprese e cittadini non stanno ricevendo gli indennizzi e non sanno neanche come rendicontare i danni“.

Il commissario, che oggi a Bologna incontrerà i componenti del Patto per il lavoro e per il clima assieme a Bonaccini, intanto ha firmato e inviato a Emilia-Romagna e Marche l’ordinanza con la quale vengono fornite le indicazioni per procedere al finanziamento degli interventi realizzati e da ultimare in regime di somma urgenza per far fronte all’emergenza provocata dagli eventi alluvionali del maggio scorso. La cifra ammonta a 289 milioni di euro e sarà efficace con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per consentire “sin da subito a tutti i soggetti attuatori interessati di procedere alle richieste di erogazione dei finanziamenti, che dovranno essere inoltrate alla struttura commissariale per i successivi ristori“, comunica una nota.

Nel frattempo, anche ‘Poppea’ lascia strascichi su intere zone del Paese e sulle produzioni. Ad esempio, in Salento Coldiretti Puglia conta tra il 30% e il 40% di danni provocati ai nuovi impianti di ulivi resistenti alla Xylella dalla grandinata dei giorni scorsi a Ugento, Torre Mozze, Acquarica, Presicce, Salve e altri comuni limitrofi. Zone dove, da gennaio ad oggi, “si sono già abbattuti 19 eventi estremi tra tornado, nubifragi, tempeste di fulmini e grandinate“. Risalendo lo Stivale, non va meglio alla Lombardia, perché “ammontano a oltre 235 milioni di euro i danni subiti dall’agricoltura a causa degli eventi atmosferici che hanno colpito il territorio tra luglio e agosto“, sottolinea la Regione. Nel dettaglio, le province maggiormente colpite sono quelle di Mantova (62,8 milioni), Cremona (57,4 milioni) e Brescia (56,2 milioni). Ma ingenti sono i danni anche nei territori di Milano (26,7 milioni), Bergamo (12,9 milioni) e Lodi (8,9 milioni) e in difficoltà sono finite pure aziende agricole in provincia di Monza e Brianza (3,7 milioni), Varese (3,3 milioni) e Como (2,4 milioni). Mentre disagi limitati sono segnalati da Sondrio (534mila euro), Pavia (111mila) e Lecco (35mila).

Il Governo dichiara lo stato di emergenza per i territori colpiti dal maltempo: oltre 34 milioni

Il ciclone ‘Poppea’ inizia a fare danni in Italia, sommandosi ai danni causati dalle alluvioni del maggio scorso. Per questo motivo, nel Consiglio dei ministri di ieri pomeriggio, dopo la relazione del ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, il governo delibera lo stato di emergenza per 12 mesi per gli eventi meteorologici verificatisi tra maggio ed agosto 2023. Alla Regione Lombardia vanno 9,43 milioni di euro, al Veneto 8,3 milioni e al Friuli-Venezia Giulia 7,7 milioni. Stato di emergenza anche per i territori delle province di Teramo, Pescara e Chieti, in Abruzzo (4,1 milioni), di Cuneo, in Piemonte (650mila euro), e per le province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì Cesena, in Emilia Romagna (4,5 milioni). “Abbiamo accolto le istanze avanzate dai presidenti delle Regioni così gravemente colpite – commenta Musumeci -. Le risorse, quantificate dopo i sopralluoghi dei tecnici del dipartimento di Protezione civile nazionale e di quelli regionali, servono – spiega il ministro, ringraziando anche la Protezione civile e il personale tecnico – a far fronte alle esigenze più immediate ed ai fabbisogni più urgenti: dal soccorso e l’assistenza alla popolazione al ripristino dei servizi pubblici“.

L’ondata di maltempo, arrivata in queste ore sul nostro Paese, sta contrastando il caldo di ‘Nerone’, provocando pioggia, vento e grandine in diverse zone del territorio. In alcuni casi provocando frane, smottamenti e interruzioni di strade e infrastrutture per il trasporto. E’ soprattutto il Nord a essere preso di mira dalla furia di vento e pioggia, ma anche al Sud la situazione è sotto monitoraggio continuo, anche se per il rischio incendi, come sta accadendo ancora una volta in Sicilia, anche se il presidente della Regione, Renato Schifani, rassicura sul fatto che i roghi nel Messinese siano sotto controllo, sebbene resti “alta” l’attenzione.

Le prime notizie sul maltempo mettono comunque in allarme anche Roma. “Come governo in queste ore siamo in continuo contatto con i governatori regionali e con gli amministratori locali delle Regioni del centro-nord, le più colpite finora da questa emergenza maltempo che sta portando ad allagamenti, frane e smottamenti, e a interruzioni delle strade o di tratti ferroviari, in particolare in Lombardia e in Piemonte“, spiega in una nota e attraverso i suoi canali sociale il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli. Che “essendo un bergamasco di nascita e ormai un mezzo cuneese di adozione, dunque sia un lombardo che un piemontese acquisito“, spiega, esprime “tutta la mia solidarietà e vicinanza ai miei corregionali, ai tanti cittadini che hanno avuto abitazioni o capannoni scoperchiati o danneggiati dalla pioggia e dal vento e ovviamente a tutto il comparto degli agricoltori e degli allevatori“. L’esponente della Lega ribadisce che l’esecutivo è pronto “a fornire ogni tipo di aiuto necessario: intanto come sempre in questi casi un ringraziamento di cuore va a tutti i soccorritori e volontari impegnati in queste ore ad aiutare le popolazioni colpite“.

Le parole di Calderoli, però, non bastano. Dalle opposizioni è la voce critica di Angelo Bonelli ad alzarsi: “Assistiamo con profonda preoccupazione alla drammatica escalation degli incendi che stanno devastando il nostro territorio e parallelamente è preoccupante il silenzio di Giorgia Meloni di fronte a questa crisi climatica che sta mettendo in ginocchio il nord con gli eventi meteo estremi e il sud con gli incendi“, accusa il co-portavoce di Europa Verde e deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra. Che invita a “proteggere il nostro patrimonio ambientale e culturale da questa minaccia crescente” con “investimenti per fronteggiare la crisi climatica“. Perché “contemporaneamente in molte parti d’Italia si reclama lo stato di calamità a causa degli eventi estremi: trombe d’aria, allagamenti, danni a case e imprese ormai sono all’ordine del giorno“, dunque “è evidente – sottolinea il parlamentare ambientalista – che occorra un intervento immediato e deciso per rafforzare il nostro sistema di difesa dagli incendi e dagli eventi estremi“.

Preoccupazione che sembra condividere anche il Wwf. “Frane, smottamenti, alluvioni, è questa la rappresentazione di una situazione italiana che da straordinaria sta diventando ordinaria“, sottolinea l’associazione in una nota. “Gli eventi atmosferici estremi non sono più un’eccezione, ma quasi la normalità: si susseguono con una frequenza tale che non si fa in tempo a dichiarare uno stato di emergenza che subito arriva la richiesta per dichiararne uno nuovo. Un trend pericoloso e drammatico a cui dovremmo abituarci, trovandosi l’Italia proprio al centro del Mediterraneo, una delle regioni del Pianeta più minacciate dalla crisi climatica. Eppure – ammonisce il Wwf -, il nostro Paese continua a non mettere al primo posto dell’agenda politica i temi del contrasto alla crisi climatica e dell’adattamento ai cambiamenti già in corso“.

L’attenzione resta comunque alta, soprattutto in Centro Italia, che nei mesi scorsi è stata colpita duramente dalle alluvioni. Sorvegliati speciali sono Emilia-Romagna, Toscana e Marche, ma l’allerta è attiva in quasi tutta la penisola e da Roma il monitoraggio della situazione resta costante.

Il maltempo si abbatte sul Nord Italia: prima neve a Sestriere. Sospesi i treni fra Italia e Francia per una frana

Nel Nord Italia l’estate sembra finita: un’ondata di maltempo ha travolto gran parte delle regioni portando a un drastico calo delle temperature, ma soprattutto a bombe d’acqua, nubifragi e addirittura ad alcune nevicate. Allerta rossa in Lombardia e arancione in Friuli Venezia Giulia, Liguria, Provincia autonoma di Bolzano, ampi settori del Piemonte, parte della Toscana e sul Veneto. Il ‘colpevole’ è il ciclone Poppea, che insisterà anche domani sull’Italia spostandosi verso il centro Italia. Secondo Coldiretti, sulla penisola si sono abbattuti 49 eventi estremi in due giorni tra tempeste di vento, fulmini, nubifragi e grandinate che hanno provocato danni nelle città e nelle campagne con tetti scoperchiati, alberi abbattuti, frane, smottamenti e allagamenti. “L’Italia è spaccata in due con il maltempo che ha addirittura riportato la neve in quota al nord e le alte temperature e l’assenza di precipitazioni al sud che in Sicilia – sottolinea Coldiretti – hanno inaridito i terreni favorendo l’innesco degli incendi nelle campagne e nei boschi. Ci vorranno almeno 15 anni per ripristinare completamente le zone verdi distrutte dalle fiamme con danni oltre diecimila euro all’ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate”.

A GENOVA 200 MM DI PIOGGIA IN 24 ORE. Fra le regioni più colpite dal ciclone c’è la Liguria, dove nella sono caduti fra i 100 e i 200 mm di pioggia in 24 ore. “Non ci sono stati feriti e questa è la notizia più importante ma sono stati più di 200 gli interventi dei Vigili del Fuoco sul territorio ligure concentrati soprattutto nella provincia di Genova a causa dei molti allagamenti“, ha detto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, parlando di numerosi alberi abbattuti. Intanto, però, i livelli del Bisagno hanno superato la soglia di guardia e sono stati registrati valori di raffiche di vento fino ai 170 km/h, con intensa attività elettrica. L’allerta rimane gialla fino a mezzanotte, e Toti precisa che la situazione è “sotto controllo e in netto miglioramento”, ma “nelle prossime ore sarà importante non abbassare la guardia”.

ALLERTA ROSSA IN LOMBARDIA. Il maltempo è tornato a invadere la Lombardia, dove lunedì era prevista l’allerta rossa. Un nubifragio ha colpito Milano causando alcuni problemi di circolazione, come è successo in diverse strade della Lombardia. In tutte le province sono in corso i sopralluoghi dei tecnici degli Uffici territoriali regionali. Le situazioni più gravi sono segnalate a Sondrio, Varese e Brescia, territori già colpiti dall’ondata di maltempo di fine luglio. A Sondrio è esondato il torrente Frodolfo e sono state evacuate precauzionalmente alcune abitazioni nella frazione di Santa Lucia. Vigili del fuoco sono al lavoro con idrovore per operazioni di prosciugamento di cantine e garage. A causa di una frana è stata chiusa al traffico nella tarda serata di domenica la strada statale 470 della Val Brembana e del Passo San Marco tra il km 59,000 e il km 72,000 lungo versante Valtellinese e bergamasco. Sulla SS 38 dello Stelvio, a causa dell’esondazione del fiume Adda in località Bormio, si sono registrati rallentamenti. Sulla strada statale 36 Del Lago Di Como e Dello Spluga è stato chiuso il passo dello Spluga, sul versante svizzero, per frana. Sulla statale 294 di Val di Scalve il traffico è tornato regolare dopo la chiusura, lunedì mattina, a seguito di una tromba d’aria. Il personale Anas ha concluso la pulizia del piano viabile che ha consentito il ripristino della circolazione in piena sicurezza

IN PIEMONTE ARRIVA LA NEVE A SESTRIERE. Il progressivo abbassamento delle temperature ha determinato nevicate sull’arco alpino piemontese. Come riporta Arpa Piemonte, le nevicate hanno interessato soprattutto i settori occidentali e settentrionali con apporti di circa 5 cm sopra i 2500m sulle Alpi Cozie Nord e Alpi Graie di Confine e sopra i 2900-3000m sulle Alpi Pennine e Alpi Lepontine. La quota neve è in calo soprattutto su alta Val Chisone e alta Val Susa dove ha raggiunto i 2000m imbiancando Sestriere. Spostandosi verso nord la quota neve risulta più elevata: circa 2300m in alta valle Orco e 2800m circa su Alpi Pennine e Lepontine. Intanto in giornata si è alzato il livello dei fiumi: gli incrementi più significativi si sono registrati sui corsi d’acqua minori del bacino del Tanaro, del Toce e del Sesia, in particolare per il Borbore a San Damiano (AT), il Santino a San Bernardino (VB) e il Sessera a Pray (BI). Nel torinese si segnala il repentino e temporaneo innalzamento del livello idrometrico della Dora Riparia. Per frane e smottamenti in territorio francese, è stata chiusa la RD900, la tratta di attraversamento del confine della SS 21 della Maddalena. Sulla strada statale della 631 di Valle Cannobina è chiusa una corsia al km 4,000 a causa della caduta di un masso sulla sede stradale, a seguito di uno smottamento in corrispondenza del bivio per Cavaglio.

FRANA IN SAVOIA: CANCELLATI TRENI ITALIA-FRANCIA. Una frana nella valle della Maurienne (Savoia), in seguito a un’ondata di caldo seguita da forti piogge, ha provocato la sospensione del traffico ferroviario e dei mezzi pesanti su una delle principali direttrici tra la Francia e l’Italia settentrionale. Secondo le autorità, la situazione potrebbe richiedere diversi giorni per tornare alla normalità e lunedì l’area è rimasta sotto sorveglianza in attesa dello sgombero dei detriti. Intorno alle 17.15 di domenica, “diversi massi per un volume di circa 700 m3” si sono schiantati contro lo schermo protettivo installato sulla RD 1006, in un “settore particolarmente monitorato” nel comune di Saint-André, a La Praz, spiega la prefettura della Savoia in un comunicato stampa. I treni Alta Velocità Milano-Modane-Parigi sono stati cancellati e il traffico ferroviario sulla linea Chambéry-Torino è stato interrotto, così come il traffico TER nella valle della Maurienne, ha dichiarato SNCF. “È chiusa almeno fino a mercoledì compreso“, ma “ci aspettiamo che duri di più“, ha dichiarato SNCF all’AFP. Anche Trenitalia ha annunciato la cancellazione dei suoi servizi tra Modane e Parigi fino a mercoledì compreso.

Maltempo, Figliuolo assicura: “Vogliamo una ripartenza veloce, risarciremo tutti”

Sarà una “ripartenza veloce“, assicura il generale, Francesco Paolo Figliuolo, ma “sempre nel rispetto dei principi della buona amministrazione“. Dalle colonne del ‘Corriere della sera‘, il commissario straordinario nominato dal governo alla ricostruzione in Emilia-Romagna, Toscana e Marche dopo le alluvioni del maggio scorso, entra nel dettaglio di quello che sarà il suo lavoro per riportare alla normalità territori duramente colpiti, a livello sociale, economico e infrastrutturale, dalla furia di vento e pioggia. Eventi che hanno anche innescato forti discussioni nel dibattito politico, sul quale il generale di corpo d’armata non entra, ma alle quali fornisce comunque qualche risposta.

Soprattutto sui fondi: “Risarciremo tutti, bisogna ripartire velocemente“, dice Figliuolo al Corsera. Ricordando che “la presidente Giorgia Meloni si è immediatamente recata sui luoghi colpiti. Le risorse che il governo ha stanziato sono importanti, 4,5 miliardi di euro, di cui circa 2,8 miliardi al momento a disposizione della struttura commissariale“. Di questi fondi, al momento, sono arrivati “sulla contabilità speciale del commissario i primi 876 milioni di euro da destinare alla messa in sicurezza del territorio. Con queste risorse si darà luogo al pagamento immediato dei lavori già effettuati e in corso” e poi “seguiranno a breve gli interventi di ricostruzione, di ripristino e di riparazione per le più urgenti necessità e finalizzati alla messa in sicurezza del territorio, per la tutela della pubblica e privata incolumità. Parliamo di circa 448 milioni di euro per il 2023“.

Per gli interventi di somma urgenza “spese che i Comuni e altri enti attuatori hanno già sostenuto o stanno sostenendo per mettere in sicurezza il territorio, la richiesta complessiva per il 2023 è di 289 milioni di euro, che la struttura rimborserà già a partire dai prossimi giorni“, elenca Figliuolo. “Ulteriori 123 milioni sono per i lavori che termineranno nel 2024 e per i quali il commissario dispone già dei fondi”, mentre “per gli interventi di ricostruzione urgenti finalizzati alla messa in sicurezza del territorio parliamo invece di finanziamenti per circa 1 miliardo e 133 milioni euro, di cui 448 milioni da impegnare nel 2023 e 684 milioni nel 2024. Queste risorse – sottolinea il commissario – sono destinate agli interventi da realizzare in Emilia-Romagna, per un importo di poco più di 1 miliardo e nelle regioni Toscana e Marche per, rispettivamente, 56 e 55 milioni“.

A chi lo ha accusato di essere stato ‘assente’ dai territori quest’estate, Figliuolo replica senza tono polemico: “Già prima della mia nomina a commissario sono stato diverse volte in Emilia-Romagna e ho fatto riunioni nelle Marche e in Toscana. Dal 10 luglio, giorno della mia nomina formale, personalmente e a livello tecnico, sono state svolte molte attività, incontri e riunioni: 6 con i sub-commissari, gli enti attuatori, gli amministratori locali e le parti sociali; 3 riunioni con la Protezione civile; 5 convenzioni con Università e autorità distrettuale bacino del Po; 5 ordinanze, apertura contabilità speciale e richiesta trasferimento fondi solo per citare le più importanti“. E annuncia: “Convocherò formalmente la cabina di coordinamento all’atto della presentazione dei cinque piani speciali.

Con il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, infine, il generale chiarisce che non ci sono attriti. “Con lui, come con i presidenti Giani e Acquaroli, c’è un rapporto istituzionale e professionale ben solido“.

Corsa contro tempo per varo emergenze. Regioni contano danni, Governo aspetta dossier

Il governo proverà a varare lo stato di emergenza per le 5 Regioni colpite da maltempo, al nord, e incendi, al sud, entro l’inizio della prossima settimana. A Roma sono attese le stime degli enti locali, che stanno raccogliendo dal territorio l’elenco dei danni causati dalla furia di acqua, vento e fiamme. Una vera e propria corsa contro il tempo: al momento solo la Lombardia ha potuto presentare ufficialmente la richiesta, ma si attendono nelle prossime ore, o al massimo nei prossimi giorni, anche gli aggiornamenti dell’Emilia-Romagna, del Veneto (per l’agricoltura) e i dossier di Sicilia e Friuli Venezia Giulia. Una volta istruite le pratiche, verrà convocato il Cdm per la delibera.

La premier, Giorgia Meloni, prima di partire per gli Stati Uniti ha annunciato che l’esecutivo si pone come obiettivo quello di varare, a medio termine, un “grande Piano contro il dissesto idrogeologico” per mettere in sicurezza il territorio. Negli ultimi giorni anche il capo dello Stato, Sergio Mattarella, è intervenuto per sottolineare che “occorre assumere la piena consapevolezza che siamo in ritardo” sulla tutela dell’ambiente e il contrasto al cambiamento climatico. Ribadendo che c’è “necessità di interventi veloci, tempestivi, per rimuovere i danni subiti e sostenere adeguatamente le persone e le aziende colpite, affinché possano ripartire come desiderano fare”, ma questo è “pressoché impossibile senza aiuti”.

Anche oggi il presidente della Repubblica torna sul tema, in un messaggio inviato al sindaco di Tempio Pausania, Giovanni Antonio Giuseppe Addis, a 40 anni dal rogo che provocò la strage sulla collina di Curragghja, causando la morte di 9 persone e il ferimento di altre 15. Il ricordo di quegli avvenimenti tragici “devono indurre tutti a riflettere sulla necessità di rispettare l’ambiente e la natura: risorsa preziosa e ricchezza della Sardegna e dell’intero Paese, da tutelare con rigore, attraverso un impegno costante nella cura del territorio e mirate azioni di prevenzione”, scrive Mattarella.

Le riflessioni del capo dello Stato trovano d’accordo anche il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica. “Ha perfettamente ragione il presidente Mattarella – dice Gilberto Pichetto Fratin a ‘La Stampa’ -. Non esiste dibattito, almeno nel governo, sulla fondatezza dei rischi”. Il responsabile del Mase dice che “non a caso abbiamo varato un decreto siccità con la nomina di un commissario e la creazione di una cabina di regia a Palazzo Chigi per affrontare in modo organico il tema della siccità che è l’altra faccia della medaglia delle alluvioni”. Chiarendo, però, che “non è solo l’Italia a essere colpita, ma i Paesi che si affacciano o sono immersi nel Mediterraneo”. Ragion per cui occorre un intervento nazionale, ma allo stesso tempo un ragionamento organico, che coinvolga anche l’Europa.

PAPA FRANCESCO

Papa Francesco vicino a popolazioni colpite dal maltempo: “Prendiamoci cura della nostra casa”

Papa Francesco da sempre osserva con attenzione e preoccupazione il cambiamento climatico. E le ultime settimane hanno ancor più evidenziato la fragilità del nostro Pianeta, sempre più colpito da eventi estremi. Per questo il Pontefice, tramite un telegramma inviato dal Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin a Petros Stefànou, Presidente della Conferenza Episcopale della Grecia, rinnova la sua speranza che “i rischi per la nostra casa comune, esacerbati dall’attuale crisi climatica, spronino tutte le persone a rinnovare i loro sforzi per prendersi cura del dono della Creazione, per il bene delle generazioni future”, dicendosi “profondamente preoccupato per la minaccia alla vita e per i danni causati dagli incendi diffusi in varie parti della Grecia, e non solo, a seguito dell’attuale ondata di caldo che sta affliggendo diversi Paesi europei”.

Un pensiero anche ai territori italiani, colpiti da incendi e maltempo. Papa Francesco chiede infatti al presidente della Cei Matteo Maria Zuppidi farsi interprete della sua affettuosa vicinanza alle popolazioni colpite da questi eventi atmosferici che evidenziano la necessità di porre in atto sforzi coraggiosi e lungimiranti per affrontare la sfida dei cambiamenti climatici e proteggere responsabilmente il creato, prendendosi cura della casa comune. Sua Santità invoca dal Signore, per intercessione della vergine Maria, il conforto per quanti soffrono le conseguenze di così gravi disastri e, mentre esprime apprezzamento per quanti si sono prodigati generosamente nei soccorsi, in particolare i vigili del fuoco, invia la benedizione apostolica”.