Manon Aubry

Aubry (Sinistra Ue): “Serve alternativa sociale e climatica a destra”

Le implicazioni delle elezioni italiane a livello europeo, il “pericolo” dell’estrema destra al governo e le priorità per affrontare la crisi energetica e climatica. L’eurodeputata francese e co-presidente del gruppo della Sinistra al Parlamento europeo, Manon Aubry, ha spiegato a GEA la sua prospettiva sul voto italiano del 25 settembre e cosa dovrebbe prevedere l’agenda del centro-sinistra per allinearsi alle aspettative delle forze progressiste a Bruxelles.

Cosa si aspetta dalle elezioni del 25 settembre?
“I sondaggi sembrano dire che vincerà la coalizione di destra/estrema destra e che il Partito Democratico non riuscirà a trovare una maggioranza dopo aver rifiutato di allearsi con i Cinque Stelle. Ma i sondaggi danno solo una tendenza e la campagna elettorale è appena iniziata”.

La preoccupa qualcosa in particolare?
“L’ascesa dei neofascisti e il potere accumulato dall’estrema destra in Italia. Se riuscissero a guidare un governo con la Lega e Berlusconi, sarebbe una cosa terribile per il popolo italiano”.

Cosa auspicherebbe per l’Italia?
“In questo contesto, abbiamo bisogno di un’alternativa forte alla destra, in grado di affrontare sia la crisi sociale sia quella climatica, di rispondere alle esigenze della gente, in particolare all’aumento dei prezzi, e di abbandonare le precedenti politiche liberali. Questa è anche l’unica risposta alle crescenti forze xenofobe”.

Quali sono i punti-chiave di un’agenda di sinistra?
“Le elezioni presidenziali e legislative francesi hanno dimostrato che la sinistra può accrescere il proprio sostegno popolare avendo una posizione politica chiara: allontanarsi dai dogmi neoliberisti e cambiare radicalmente il sistema economico. Hanno anche dimostrato che le agende femministe, antirazziste ed ecologiche devono essere al centro di una piattaforma di sinistra”.

Ed è soddisfatta dalle proposte elettorali del centro-sinistra italiano?
“Purtroppo il centro-sinistra italiano non ha imparato nessuna di queste lezioni. In passato ha approvato leggi a favore della precarizzazione del mercato del lavoro, innalzando l’età pensionabile (tra le più alte d’Europa). E temo che, in caso di vittoria, manterranno la stessa filosofia di liberismo economico, che li rende più vicini a Macron in Francia che alla nostra coalizione di sinistra Nupes”.

Per quanto riguarda il Piano nazionale di ripresa e resilienza dell’Italia, c’è da temere un fallimento con un prossimo governo, qualunque esso sia?
“Penso che sia il Next Generation Eu a rischiare di fallire, soprattutto a causa delle sue condizionalità economiche. Ero ovviamente favorevole a garantire la solidarietà europea e ad aiutare finanziariamente gli Stati membri più a rischio durante la pandemia. Ma all’epoca avevamo avvertito che le condizioni di austerità avrebbero creato enormi problemi in futuro”.

Problemi che intravede ora?
“La situazione è ancora più grave oggi, con un’inflazione senza precedenti, un aumento delle disuguaglianze e la classe operaia che fatica a sbarcare il lunario. E la risposta sarebbe quella di tagliare la spesa pubblica, i servizi pubblici, lo Stato sociale? Dobbiamo fare l’esatto contrario: la nostra priorità dovrebbe essere quella di porre un tetto ai prezzi dell’energia, proteggere i beni essenziali dalle regole del mercato e tassare gli speculatori che stanno lucrando sulla crisi”.