Mattarella incontra Mulino, Panama ribadisce: “Inflessibili su sovranità Canale”

Photo credit: Sito Quirinale

 

Il compito di Josè Raul Mulino Quintero non è certamente dei più facili. Dopo la missione al World economic forum di Davos, il presidente della Repubblica di Panama arriva in Italia, terra in cui affondano le radici la sua famiglia, per rafforzare l’amicizia con il nostro Paese. Al Quirinale vede il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che lo accoglie ringraziandolo per la sua prima visita che “permette di ribadire i legami tra Italia e Panama e la volontà di intensificare la collaborazione in diversi campi”.

Mulino sottolinea che questa è “un’opportunità estremamente importante per il mio Paese, vista la congiuntura attuale”. Confermando “la necessità di intensificare i nostri legami di lavoro, amicizia, a livello commerciale”. Tanti gli ambiti in cui poter realizzare questo rafforzamento: dallo Spazio all’università e ricerca, ma anche il campo delle infrastrutture. Secondo quanto trapela, Panama vorrebbe addirittura realizzare un Forum di cooperazione imprenditoriale. L’obiettivo, si legge in una nota pubblicata sul sito della Presidenza della Repubblica panamense, è quello di aumentare la bilancia commerciale tra i due Paesi, soprattutto adesso che saranno sviluppati grandi progetti a diversi livelli, come il treno Panama-David-Border. Ma anche nella logistica.

Nell’incontro si è discusso, ovviamente, anche di politica. Perché “l’Italia è un Paese amico e ci può anche aiutare nei rapporti con l’Unione europea”, ha spiegato Mulino al capo dello Stato italiano. Le relazioni internazionali sono strategiche per Panama dopo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato di voler riprendere il controllo del Canale, snodo fondamentale di una grossa fetta degli scambi commerciali mondiali. Anche nei colloqui con Mattarella, Mulino ribadisce che il suo Paese sarà “inflessibilesulla sovranità dell’infrastruttura che collega l’Oceano Pacifico a quello Atlantico. Anzi, spera nel supporto di Roma “nei rapporti con l’Unione europea“.

Italia e Panama coltivano un rapporto di amicizia e collaborazione che dura ormai da 120 anni e ha portato frutti importanti in diversi campi. Come quello della scienza, ad esempio, come ricordato proprio da Mattarella citando il progetto Copernicus per lo sviluppo di applicazioni a favore della Terra e contro gli effetti dei cambiamenti climatici. Temi che riguardano da vicino il futuro dei due Paesi, ma anche una sfida a livello globale da affrontare con la massima unità possibile.

INFOGRAFICA INTERATTIVA L’importanza del Canale di Panama

Nell’infografica INTERATTIVA di GEA, il peso del trasporto di merci su Paesi selezionati che fanno più ricorso al Canale di Panama. Un rapporto della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (Unctad), segnala che “il transito nell’istmo del Paese centramericano è particolarmente importante per il commercio estero dei Paesi della costa occidentale del Sud America”: circa il 26% del volume commerciale dell’Ecuador attraversa il canale. La quota si aggira intorno al 22% sia per il Cile che per il Perù. Il Canale si trova ad affrontare una sfida legata ai cambiamenti climatici: la diminuzione dei livelli dell’acqua ha infatti sollevato preoccupazioni sulla resilienza a lungo termine delle catene di approvvigionamento globali, sottolineando la fragilità delle infrastrutture commerciali mondiali.
Oceano

Papa: Proteggiamo il mare da inquinamento ed estrazioni

Proteggere il mare dalle mani dell’uomo. E’ la supplica di Papa Francesco in un messaggio inviato all’ottava conferenza ‘Our Ocean‘ di Panama. L’alto mare è considerato “patrimonio comune” dell’umanità, osserva il Papa, e a noi viene chiesto e richiesto di utilizzare gli oceani “in modo equo e sostenibile“, di trasmetterli alle generazioni future “in buone condizioni“.

Il messaggio porta la firma del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, e tra le righe tutta l’apprensione del Pontefice: “L’inquinamento degli oceani, l’acidificazione, la pesca illegale sono allarmanti e c’è grande preoccupazione per lo sviluppo dell’industria estrattiva sui fondali marini“, si legge. Sono fenomeni che hanno effetti sulla biodiversità, sulla produzione alimentare e sulla salute anche dell’uomo. Sulla terra, l’innalzamento del livello del mare e l’erosione delle coste “minacciano diversi Paesi e i mezzi di sussistenza di molte comunità“, osserva Francesco.

Cosa si può fare di più, meglio, in modo diverso? “Prendere sul serio le implicazioni di ‘Our Connection’ sarebbe saggio e potrebbe offrire spunti di riflessione e di azione“, scandisce, proponendo una visione integrale dell’ecologia, come nell’enciclica Laudato si’.

L’acqua come fattore di connessione. “Vale per i fiumi che irrigano un continente, per le falde acquifere, per gli oceani“. Vale per “il Nostro Oceano“, ribadisce il Papa, quello che non ha confini politici o culturali: “Le sue correnti attraversano il pianeta, evidenziando l’interconnessione e l’interdipendenza tra comunità e Paesi. In molte antiche saggezze e tradizioni religiose esiste un profondo legame tra l’umanità e gli oceani. Siamo una sola famiglia, condividiamo la stessa inalienabile dignità umana, abitiamo una casa comune di cui siamo chiamati a prenderci cura“.