Radici, ‘Chill-fit’ primo nylon tracciabile e con ‘poteri magici’

Il futuro della moda passa anche dal nylon sostenibile. Sembra incredibile, invece è la scommessa di Radici Group, che ogni anno regala al mondo novità avveniristiche. Quella di quest’anno si chiama Radilon Chill-fit: è un filato dalle caratteristiche “magiche”, giura Chiara Ferraris, chief communication officer del gruppo.

E’ un filato molto particolare, che punta l’occhio a una donna che vuole avere pochi capi nell’armadio, che possono essere utilizzati per molteplici occasioni e che quando li indossa devono farla stare bene tutto il giorno, garantirle un comfort e un benessere per molte ore“, spiega. La incontriamo tra i Fori dei mercati di Traiano a Roma, dove ogni anno si tengono gli stati generali della sostenibilità nella moda, il Phygital Sustainability Expo.

 

Perché parla di ‘poteri magici’?
Questo filato consente di avere una massima traspirabilità a contatto con la pelle, garantisce un estremo comfort perché facilita la traspirazione e assorbe, ha tutte le caratteristiche per dare benessere. E ha una funzione termoregolatrice, indossato, si ha immediatamente una sensazione di freschezza. Con il passare delle ore, continua ad abbassare un pochino la temperatura corporea. In una giornata può abbassarla anche di un grado.

Questo dà la possibilità di creare capi modulabili e componibili…
Esattamente. Ad esempio, una tutina da giorno può trasformarsi in un outfit completamente diverso per un cocktail o una serata particolare, estremamente versatile. Consigliamo ai nostri partner di utilizzarli per creare tessuti anche con caratteristiche diverse. Tra l’altro è anche leggermente più coprente, per cui può essere utilizzato anche con filature leggerissime per avere comunque però una buon consistenza e quindi, ancora una volta, migliorare il benessere. Ho, in pratica, un capo che è tecnico e quindi non si disfa, ma anche con un tessuto veramente leggero.

Come può un filato di nylon essere sostenibile, se è polimerico?
Qui stiamo parlando di polimeri ad altissime performance, sono fibre di valore, riciclabili e che possono provenire da riciclo. Noi in azienda facciamo entrambe le cose, produciamo la fibra vergine, se così possiamo chiamarla, da fonte fossile, dopodiché questa fibra la possiamo utilizzare durante tutta la sua vita come prodotto, come capo, e può essere riciclata a fine vita. Non ha neanche bisogno di un riciclo complicato, in azienda abbiamo i processi anche all’interno per poterla trasformare velocemente, è un riciclo termomeccanico, si alza leggermente la temperatura ma non ad alti gradi, e poi si estrude il prodotto. Con un bassissimo impatto ambientale si ricicla e da quel riciclo riusciamo a rigenerare un nuovo filo.

Altra caratteristica notevole è la tracciabilità. Come fate?
Presentiamo il primo caso di tracciabilità nel nylon, fisica e digitale insieme. Prendiamo un tracciante che inseriamo all’interno del nylon, come se fosse un ingrediente, per sempre connesso alla matrice polimerica, intrinsecamente è come se fosse un’anima che il filo si porta dietro. In questo modo, sappiamo che è stato prodotto in quello specifico stabilimento di Radici in Italia e questa informazione, man mano, potrà essere arricchita con le informazioni di tutti quelli che che lavoreranno il filo, del tessitore, del confezionista, del capo e il consumatore finale potrà sapere, in modo semplice e inquadrato in un QR code, qual è la tracciabilità di questo capo, quale percorso ha fatto. Ma in più, oltre a questa che potrebbe essere una tracciabilità digitale, in qualunque momento, anche dopo anni, noi dovessimo avere voglia di capire se un capo che non ha più l’etichetta, non ha più il QR code è arrivato davvero da Radici, con un semplicissimo scanner, appoggiandolo semplicemente sul capo, noi avremo l’informazione che è davvero dentro il nostro tracciante, proveniente da noi.

In questa direzione va la moda?
Questa è proprio la moda del futuro, sembra di stare nel futuro, ma oggi è attuale, questo oggi si può già iniziare a fare. Con la tracciabilità noi possiamo essere certi di dove un capo viene prodotto, per quello diventa una scelta super responsabile e consapevole. Noi a Radici Group, quest’anno, pubblichiamo il nostro ventesimo bilancio di sostenibilità, sono venti anni che dichiariamo tutti i nostri numeri, anche quando non se ne parlava, in giro non si sapeva cosa fosse, negli ultimi anni abbiamo visto una crescita di attenzione. Quando si fa il ventesimo bilancio di sostenibilità, si ha un’idea certa del proprio percorso, si può capire dove si è migliorato, dove c’è da migliorare, che cosa fare.

Il 5 e 6 luglio tornano a Roma gli Stati generali moda sostenibile

Un abito realizzato in ‘Biofeel eleven‘, filato di origine naturale con performance tecniche, estetiche e ambientali elevate; una ‘Id Shirt‘, camicia prodotta con un cotone coltivato interamente in Puglia, in campi biologici, senza alcun uso di prodotti chimici e con musica a frequenze benefiche per la pianta (il polsino è frutto di una tecnologia intelligente che permette alla camicia di comunicare con chiunque tramite Nfc); coloranti prodotti da microbi e microrganismi derivanti da comunità ricche di biodiversità, che possano rappresentare una fonte alternativa per i colori realizzati a partire da combustibili fossili. Sono solo alcune delle novità in tema di moda che saranno presentate il 5 e 6 luglio, nei mercati di Traiano a Roma, al Phygital Sustainability Expo.

La kermesse è esclusivamente dedicata alla transizione ecosostenibile dei brand di moda e di design ed è giunta alla quarta edizione. Panel, momenti di dibattito, una ‘Sfilata Narrata’ e attività interattive: l’obiettivo è coinvolgere e sensibilizzare il pubblico verso una cultura sostenibile nella moda e nel Made in Italy. L’evento sarà premiato alla Cop28 di Dubai.

Una iniziativa indispensabile, considerando che ogni anno, nel mondo, vengono prodotti 150 miliardi di capi di abbigliamento, il 20% rimane invenduto e meno dell’1% viene riciclato in nuovi indumenti. Il settore della moda è responsabile di circa il 10% delle emissioni globali di gas serra, che si stima aumenteranno del 60% nei prossimi dieci anni. Per questo, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso invoca una “rivoluzione verde” per “rivedere il modo di produrre, raccogliere le materie prime e ripensare i modelli a noi familiari“.

Per Valeria Mangani, presidente di Sustainable Fashion Innovation Society, si tratta dell'”evento di riferimento per il settore perché riunisce istituzioni, imprese e territorio in modo da valorizzare il sistema produttivo, creativo e manifatturiero del Made in Italy, accelerando così il processo della transizione ecosostenibile nella moda e nel design”.

Un format trasversale con una ‘Sfilata Narrata‘, in cui i brand potranno esibire i loro capi più all’avanguardia e sostenibili, raccontati da una voce fuori campo che ne descrive le innovazioni tecnologiche e ne stima la carbon footprint. Nella cornice dei Mercati di Traiano si snoderà poi un’esposizione museale immersiva sulla via Biberatica: ogni brand esporrà i propri prodotti ecosostenibili, spiegandone le caratteristiche e i punti di forza nell’ambito tutela ambientale. Inoltre, saranno suddivisi per aree tematiche e per Sustainable Development Goals (SDGs) dell’Agenda ONU 2030. L’esposizione sarà accompagnata da una componente di deep technology: gli occhiali Lenovo e il codice QR. Questi strumenti daranno la possibilità agli ospiti di vedere attraverso immagini riprodotte in modo realistico e immersivo, l’impatto negativo dell’acquisto compulsivo e del fast fashion, proiettando i visitatori in varie aree del mondo, degradate a causa dei rifiuti generati dal fast fashion shopping.